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Quanto costa di più vivere in Italia rispetto a vent’anni fa

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Quanto costa di più vivere in Italia rispetto a vent’anni fa

Il costo della vita in Italia è cresciuto sensibilmente negli ultimi vent’anni. Dal 2004 al 2024, secondo elaborazioni su dati Istat, l’indice generale dei prezzi al consumo è aumentato di oltre il 35%. Un paniere di beni e servizi che nel 2004 costava 100 euro oggi ne richiede almeno 135, con punte ben superiori in alcuni comparti. Il fenomeno non è stato lineare: ha conosciuto fasi di rallentamento, ma anche accelerazioni improvvise legate a crisi globali e tensioni sui mercati delle materie prime.

Quanto costa di più vivere in Italia rispetto a vent’anni fa

Il comparto alimentare è uno di quelli che hanno registrato le variazioni più marcate. Pane, pasta, carne e latticini hanno visto aumenti medi del 40-60%, mentre prodotti come olio d’oliva, zucchero e riso hanno superato l’80% di rincaro in vent’anni. Le cause vanno dalla volatilità agricola ai cambiamenti climatici, fino agli aumenti nei costi di trasformazione e trasporto. L’impennata registrata nel biennio 2022-2023, legata al caro energia e alla guerra in Ucraina, ha inciso in modo permanente sui listini.

Energia e carburanti: rincari a più ondate
Elettricità e gas sono aumentati di circa il 50% rispetto al 2004, con picchi record dopo il 2021. Il passaggio dal mercato tutelato a quello libero, la dipendenza dall’importazione e le tensioni geopolitiche hanno contribuito a un quadro di prezzi strutturalmente più alti. La benzina, al netto delle oscillazioni dovute al prezzo del petrolio, costa oggi mediamente il 30% in più rispetto a vent’anni fa.

Abitazioni e affitti: il peso del mattone
L’abitazione è diventata una voce sempre più gravosa. Gli affitti sono cresciuti in media del 25% in Italia, ma nelle principali città l’aumento ha superato il 50%, spinto dalla domanda turistica e dalla carenza di offerta residenziale. Sul fronte dell’acquisto, ai prezzi al metro quadro più alti si somma l’impatto dei tassi d’interesse in risalita, che ha aumentato la rata media di un mutuo a parità di capitale finanziato.

Trasporti e servizi: rincari diffusi

I servizi di trasporto pubblico hanno registrato un +30% dal 2004, mentre i costi legati all’auto – assicurazione, manutenzione, ricambi – sono saliti di oltre il 40%. Anche il settore ricreativo e turistico ha visto una crescita dei listini, con un +35% per pacchetti vacanza e attività culturali, sostenuto da una domanda interna e internazionale che non ha rallentato dopo la pandemia.

Perché i prezzi non tornano indietro
Il fenomeno dell’“inflazione permanente” è spiegato dagli economisti come l’effetto di fattori strutturali: aumento dei salari minimi in diversi settori, investimenti obbligatori nella transizione ecologica e digitale, pressione fiscale e costi finanziari più alti. Anche la riorganizzazione delle catene di approvvigionamento globali – accorciate per ridurre la dipendenza da fornitori lontani – comporta costi maggiori che si riflettono sui prezzi finali.

Il potere d’acquisto e le scelte delle famiglie
Il risultato di vent’anni di rincari è una contrazione del potere d’acquisto, in particolare per le famiglie a reddito fisso. La risposta è stata una progressiva modifica delle abitudini di consumo: più prodotti a marchio del distributore, riduzione delle spese non essenziali, rinvio di acquisti importanti. Anche il risparmio precauzionale è aumentato in certi periodi, rallentando la propensione ai consumi e influenzando la crescita economica complessiva.

L’orizzonte

Gli analisti prevedono che l’inflazione italiana, pur destinata a scendere rispetto ai picchi del 2022, resterà su livelli superiori alla media del decennio pre-pandemia. Ciò implica una stabilizzazione dei prezzi su soglie più alte, con il rischio che il recupero dei salari reali sia lento e disomogeneo tra settori. In questo scenario, le politiche di sostegno al reddito e di incentivo alla produttività saranno determinanti per evitare un ulteriore indebolimento della domanda interna.

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