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Panetta e Georgieva suonano l’allarme: “Attenti, stiamo buttando via decenni”

- di: Jole Rosati
 
Panetta e Georgieva suonano l’allarme: “Attenti, stiamo buttando via decenni”

Dazi, guerre e incertezza globale: “Le aziende frenano, gli investimenti crollano”. Il FMI avverte: “Serve chiarezza, subito”. La Germania va in stagnazione, l’Italia dialoga con gli USA.
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È un campanello d’allarme potente, inequivocabile, quello che ha risuonato nelle stanze ovattate di Washington durante i lavori di primavera del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. A suonarlo, con toni netti, sono stati il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta (foto) e la direttrice del FMI Kristalina Georgieva. Il messaggio? Il mondo sta rischiando di gettare alle ortiche decenni di progressi economici e sociali.
“Conflitti e dazi mettono a rischio decenni di avanzamenti, soprattutto per i Paesi più fragili”, ha detto Panetta intervenendo davanti al Development Committee del FMI. “La povertà estrema è tornata a crescere dopo trent’anni: se non agiamo ora, la storia non sarà clemente”.
Il riferimento è diretto all’ondata protezionista lanciata dagli Stati Uniti con la nuova raffica di dazi, che ha già generato una reazione a catena tra le principali economie mondiali.
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Georgieva: “L’incertezza è veleno per la crescita, bisogna pedalare”
Dall’altra parte del tavolo, la voce di Georgieva è stata altrettanto chiara.
“C’è ansia tra i nostri membri. L’incertezza è costosa: le aziende tagliano gli investimenti, preferiscono risparmiare”, ha avvertito.
E, senza giri di parole:
“Serve chiarezza. E scusatemi se lo ripeto, ma bisogna davvero pedalare. E subito”.
La direttrice ha usato volutamente il verbo italiano per sottolineare, con una punta di ironia, l’urgenza di passare dalle parole ai fatti. E lo ha fatto davanti a una platea internazionale che, nonostante i sorrisi di circostanza, è apparsa tutt’altro che serena.
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Bessent e Giorgetti: riforme e dazi al centro del confronto
Nel pieno delle trattative transatlantiche, il segretario al Tesoro USA Scott Bessent ha incontrato il ministro dell’Economia italiano Giancarlo Giorgetti. Al centro del faccia a faccia, la linea dura dell’amministrazione Trump e il futuro dei rapporti commerciali USA-UE.
Bessent ha ribadito la volontà di riportare il Fondo “alla sua missione originaria”, accusandolo implicitamente di essersi troppo allargato su temi “laterali” come il cambiamento climatico.
“L’America sostiene il Fondo, ma servono riforme serie”, ha affermato. Georgieva ha risposto con diplomazia:
“Il mondo è cambiato, ma la nostra missione resta più che mai rilevante”.
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Berlino frena: crescita a zero. Kukies: “Accordo possibile in 90 giorni”
I segnali d’allarme arrivano anche dall’Europa. La Germania ha rivisto al ribasso le sue stime di crescita per il 2025: dallo 0,3% previsto in gennaio, si passa a zero secco.
“Il nuovo protezionismo americano potrebbe avere effetti devastanti sulla nostra economia”, ha detto il ministro dell’Economia uscente Robert Habeck, intervenendo a margine del summit.
Più ottimista il suo collega delle Finanze, Joerg Kukies, che ha aperto uno spiraglio:
Credo che un accordo sui dazi con Washington sia possibile entro 90 giorni. Ma il tempo stringe”.
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Panetta: “C’è chi torna alla logica del blocco, noi dobbiamo evitarlo”
Panetta ha affondato il colpo finale, avvertendo che la frammentazione finanziaria è già in atto e rischia di diventare irreversibile:
“Si stanno formando blocchi economici e finanziari alternativi. Dobbiamo evitare una nuova cortina di ferro del credito. Serve cooperazione, non chiusura”.
Le sue parole hanno fatto eco nel silenzio dell’auditorium. Perché oggi, nel mondo che sogna una ripresa post-Covid e post-guerra, quel che manca davvero è una bussola. E soprattutto, la volontà di usarla.

Il mondo è a un bivio 
Il mondo è a un bivio: pedalare o deragliare. L’appello lanciato da Panetta e Georgieva non è solo tecnico, è politico. L’incertezza, i dazi, la logica del muro contro muro stanno riscrivendo la geografia economica globale. E, se non si cambia rotta, il conto potrebbe arrivare molto prima del previsto.

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