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Banche in allerta: “accordo già scritto”, ma la manovra è un’incognita

- di: Bruno Legni
 
Banche in allerta: “accordo già scritto”, ma la manovra è un’incognita
Banche in allerta: “accordo già scritto”, ma la manovra resta un’incognita
Solidarietà biennale firmata, Dta sotto la lente, politici in rotta sugli extraprofitti: il futuro della partita si decide entro il 2 ottobre.

(Foto: Antonio Patuelli, presidente Abi).

L’aria che tira fra governo, banche e opposizione è densa di promesse formali, incroci stringenti e attese che potrebbero cambiare il volto della manovra economica italiana. Al centro del dibattito, temi chiave come il contributo degli istituti di credito tramite le imposte differite attive (Dta), la definizione degli “extraprofitti” bancari, e la rincorsa al deficit/Pil da portare – forse anche prima del previsto – sotto la soglia del 3%. Ecco cosa si sa finora, cosa si sta dicendo, e quali sono le variabili su cui tutto potrebbe saltare.

Qual è l’accordo già firmato

Le banche insistono su un patto già siglato lo scorso anno per il biennio 2025-2026: impegno di solidarietà al bilancio dello Stato, che include il congelamento delle Dta. Gli istituti non vogliono riscrivere ciò che è stato concordato, ma restano pronti a negoziare se il governo presenterà una proposta diversa.

“Quell’accordo per noi è un impegno serio”, ha ricordato Massimo Tononi, presidente di Banco Bpm.

La linea è stata ribadita dal comitato esecutivo dell’Abi, riunitosi sotto la presidenza di Antonio Patuelli: “Confermiamo l’impegno biennale a sostegno del bilancio pubblico”, è il messaggio politico e industriale che filtra.

Le dta: cosa sono e perché pesano

Le Dta rappresentano crediti fiscali che le banche potranno utilizzare in futuro: congelarle o prorogarne il blocco significa rinviare benefici contabili con ricadute su patrimonializzazione e redditività. Di qui la cautela degli istituti sulla possibile proroga di un anno del congelamento.

“Aspettiamo di vedere che cosa proporrà il governo”, ha detto Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo.

La politica e lo scontro sugli extraprofitti

Nella maggioranza la Lega spinge per usare gli extraprofitti delle banche a copertura della manovra. Forza Italia frena: “Definire ‘extraprofitti’ ciò che è già tassato significa falsare la realtà”, è l’obiezione di campo azzurro. La frattura non è accademica: l’incertezza ha già pesato sui listini, con le banche in calo e Piazza Affari fanalino di coda in Europa.

Il Dpfp: cosa contiene e le scadenze

Il Dpfp (Documento programmatico di finanza pubblica) è la cornice macro in cui confluiranno le previsioni aggiornate, gli obiettivi programmatici e un primo scheletro delle misure della legge di bilancio. La scadenza è chiara: entro il 2 ottobre il testo deve arrivare alle Camere. Prima, il 22 settembre, l’Istat pubblicherà i dati utili a rifinire il quadro del triennio.

Il deficit, il debito e gli scenari possibili

Deficit sotto il 3% già nel 2025? Le ipotesi più ottimistiche lo considerano raggiungibile se le entrate terranno e la spesa verrà contenuta. In ogni caso, la traiettoria resta vincolata alle nuove regole europee.

Debito e avanzi primari. Il miglioramento dei conti passa da un avanzo primario sostenibile e da una crescita che non si affidi solo ai saldi contabili: altrimenti il debito, ancora elevato, rimane esposto a shock di tassi e rallentamenti ciclici.

Reazioni, rischi e incertezze

Rischio mercato. Una stretta fiscale mirata alle banche potrebbe ridurre la capacità di erogare credito e pesare su investimenti e consumi. Misure mal congegnate rischiano di colpire proprio mentre l’economia prova a consolidare la ripresa.

Pressioni sociali. Se la coperta è corta, la scelta tra tagli e tasse avrà effetti concreti sui ceti medi, già provati da inflazione e caro-vita.

Vincoli europei. Bruxelles guarda ai numeri: deficit, debito e spesa netta sono i perimetri da rispettare. Previsioni troppo ottimistiche oggi possono significare correzioni domani.

Cosa aspettarsi da qui al 2 ottobre

Il passaggio chiave sarà capire quali misure il governo porterà nel Dpfp su Dta ed extraprofitti, se e quando il ministro dell’Economia riferirà in Aula prima della scadenza, e come i mercati reagiranno ai dati Istat del 22 settembre. La quadra politica dovrà tenere insieme esigenze di bilancio, competitività del credito e tutela di famiglie e imprese.

Manovra sul filo del rasoio

Siamo davanti a una manovra sul filo del rasoio: impegni formali e divisioni politiche coesistono, mentre i margini appaiono stretti. Se prevarranno misure punitive senza compensazioni, la “solidarietà” rischia di diventare un peso. Se invece si troverà un equilibrio credibile, l’Italia potrà presentarsi a Bruxelles con numeri più solidi e qualche sorpresa positiva sul fronte del deficit.

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