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Lagarde svela due inquietudini che scuotono l’eurozona

- di: Marta Giannoni
 
Lagarde svela due inquietudini che scuotono l’eurozona
Lagarde svela due inquietudini che scuotono l’eurozona
Instabilità francese e attacchi stranieri alla Fed: perché Lagarde (foto) teme il peggio.

Lagarde e le paure dell’eurozona

Perché Christine Lagarde non dorme sonni tranquilli? Non basta più parlare di tassi e inflazione: la presidente della Banca centrale europea ha acceso i riflettori su due timori cruciali che minacciano la stabilità dell’eurozona, intrecciando politica e mercati.

Francia sotto pressione: un governo sul filo del rasoio

Il primo campanello d’allarme riguarda l’instabilità politica francese. Il premier François Bayrou si avvicina a un voto di fiducia decisivo l’8 settembre 2025, in un clima che agita investitori e imprese. Lagarde ha definito “preoccupante” l’eventualità della caduta di qualunque governo nell’area euro, perché un simile scossone politica-mercati può innescare reazioni a catena.

La presidente della BCE ha però distinto tra rischio politico e solidità finanziaria, ribadendo che il sistema bancario francese è “ben strutturato” e “ben capitalizzato”. “Non credo che il sistema bancario, di per sé, sia la fonte del rischio attuale”, ha detto Lagarde, chiarendo che il nodo è la sensibilità dei mercati alle incertezze di governo.

In questo contesto, l’attenzione resta alta su rendimenti e differenziali tra titoli sovrani, con gli operatori concentrati sulla traiettoria della finanza pubblica francese e sulle implicazioni per l’intera area euro.

La Fed sotto attacco: un rischio per il mondo intero

Il secondo motivo di mal di testa per Francoforte è l’indipendenza della Federal Reserve. Lagarde ha avvertito che pressioni politiche esercitate negli Stati Uniti sulla banca centrale guidata da Jerome Powell costituirebbero “un pericolo molto serio”, con effetti che non si fermerebbero ai confini americani. “Se la politica monetaria smettesse di essere indipendente e diventasse dipendente dai diktat di questa o quella persona, l’equilibrio dell’economia più grande del mondo ne risentirebbe, e con esso il resto del pianeta”, ha sottolineato la numero uno della BCE.

Nel mirino non ci sono solo i vertici della Fed: Lagarde ha difeso il principio secondo cui i banchieri centrali devono restare al riparo dalle interferenze, affinché le decisioni su tassi e liquidità si fondino su analisi tecniche e mandato di stabilità, non su cicli elettorali.

Dalle paure alle mosse della Bce

Tra scosse politiche e incertezze globali, la BCE mantiene una postura di prudenza operativa. Dopo l’ultimo appuntamento in cui i tassi sono rimasti invariati, il mercato soppesa se confermare l’attesa oppure valutare nuove mosse nei prossimi mesi, tenendo conto dei dati su inflazione, crescita e condizioni finanziarie.

Tassi nel limbo e vedute ravvicinate

Molti analisti ritengono che, al rientro dalla pausa estiva, si siano rafforzati gli argomenti per una posizione attendista: la tenuta del PIL, il clima di fiducia in graduale recupero e il tentativo di evitare mosse che possano alimentare volatilità eccessiva. Al tempo stesso, nessuno esclude a priori interventi mirati se i prossimi numeri dovessero sorprendere.

Il contesto finanziario e le pressioni europee

Al di là dei tassi, Lagarde ha richiamato l’attenzione sui rischi emergenti: dall’evoluzione dei mercati digitali e delle stablecoin alla necessità di un quadro regolatorio coerente nell’Unione europea. L’obiettivo è evitare che vuoti normativi o arbitraggi giurisdizionali generino squilibri nella trasmissione della politica monetaria e, in ultima istanza, rischi sistemici.

Un equilibrio fragile tra euro e mondo

Il quadro che emerge è netto: l’eurozona è stretta tra tensioni interne e pressioni esterne. Da un lato, le vicende francesi; dall’altro, il dibattito sull’autonomia della Fed. In mezzo, una BCE che, per restare credibile, deve tenere la rotta su due capisaldi: finanze pubbliche sostenibili e indipendenza delle istituzioni monetarie. La strada è stretta, ma è l’unica che consente di proteggere crescita e stabilità in un mondo più instabile.

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