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Commercio, vendite ancora in calo: allarme Codacons per l’autunno

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Commercio, vendite ancora in calo: allarme Codacons per l’autunno
Commercio, vendite in calo: allarme Codacons per l’autunno
Nei primi sette mesi del 2025 -0,8% in volume. Rischio taglio dei consumi con il ritorno delle bollette.

L’andamento del commercio al dettaglio resta negativo. I dati di luglio segnalano che i volumi delle vendite sono diminuiti dello 0,2% rispetto al mese precedente, restando sostanzialmente fermi su base annua. Una fotografia che conferma la difficoltà di un settore che da mesi registra una dinamica stagnante.

Il Codacons, commentando i numeri, parla apertamente di “andamento preoccupante” e richiama l’attenzione sulle tendenze di medio periodo: nei primi sette mesi del 2025, il valore delle vendite è salito dello 0,8%, ma nello stesso arco temporale i volumi hanno segnato una flessione simmetrica, -0,8%.

Prezzi più alti, carrelli più leggeri

Il fenomeno mette in luce un paradosso: le famiglie spendono di più, ma comprano meno. Gli aumenti di prezzo registrati in settori chiave – dagli alimentari all’energia, fino ai trasporti – hanno eroso il potere d’acquisto, costringendo i consumatori a ridurre la quantità di beni acquistati pur destinando più risorse alla spesa quotidiana. In altre parole, i negozi incassano nominalmente di più, ma la quantità di merce venduta cala, segnalando un impoverimento reale dei consumi.

Le spese obbligate di settembre

Il vero banco di prova, sottolinea il Codacons, arriverà con l’autunno. Settembre è il mese del ritorno a scuola, con spese obbligate per libri e materiale didattico. A queste si aggiungono le prime bollette energetiche più pesanti dopo mesi di relativa tregua e i rincari stagionali su carburanti e generi alimentari. Tutti elementi che rischiano di comprimere ulteriormente il margine di spesa delle famiglie, già fiaccate da un anno di inflazione disomogenea e selettiva.

Un problema di fiducia

Accanto ai numeri pesa la sfiducia dei consumatori. Nonostante la relativa stabilità del mercato del lavoro, il timore di nuove stangate spinge molte famiglie a rinviare acquisti non essenziali. Il clima di incertezza incide anche sulle scelte di spesa di medio periodo: meno elettrodomestici, meno arredamento, meno abbigliamento di fascia medio-alta. Tutti settori che tradizionalmente trainano i consumi interni nei mesi autunnali.

Il confronto con gli anni precedenti

Negli ultimi cinque anni, l’autunno ha spesso rappresentato una fase di contrazione per i consumi. Nel 2020, complice la pandemia, il calo aveva toccato punte a due cifre. Nel 2021 si era registrato un rimbalzo, seguito nel 2022 da una nuova frenata dovuta all’impennata dei prezzi energetici. Nel 2023 e nel 2024 la dinamica era rimasta piatta: un apparente equilibrio che, però, mascherava il medesimo fenomeno attuale, ossia un aumento dei valori nominali compensato da un calo dei volumi. Il 2025 sembra riproporre lo stesso copione, ma con una variabile in più: l’esaurimento della resilienza delle famiglie, ormai meno disposte a comprimere ulteriormente i consumi.

Rischio per l’economia nazionale

Un calo prolungato dei consumi interni avrebbe effetti diretti sulla crescita. In Italia, il mercato interno rappresenta una componente essenziale del Pil: se la domanda rallenta, anche le imprese della distribuzione e del commercio faticano a sostenere l’attività, schiacciate da costi più elevati e da margini ridotti. “Siamo di fronte a un circolo vizioso in cui i rincari alimentano la riduzione dei volumi, e i volumi in calo rischiano di frenare la crescita complessiva del Paese”, osserva il Codacons.

Le richieste di intervento

Le associazioni dei consumatori chiedono un pacchetto di misure straordinarie: proroga dei bonus per energia e gas, incentivi fiscali per calmierare i beni di prima necessità, interventi di sostegno mirati alle famiglie più fragili. Una linea che, secondo i promotori, non è solo sociale ma anche economica: rilanciare i consumi significherebbe dare ossigeno a migliaia di piccole e medie imprese della distribuzione, oltre a sostenere il tessuto occupazionale.

Autunno decisivo

Il quadro resta fragile. Se le previsioni del Codacons troveranno conferma, il 2025 potrebbe chiudersi con un bilancio ancora una volta in rosso per i consumi. La differenza, rispetto agli anni precedenti, è che questa volta l’attenzione di istituzioni e osservatori è massima: la tenuta dei consumi interni rappresenta la variabile decisiva per la traiettoria economica dei prossimi mesi.

Per ora, la fotografia è chiara: più spese e meno acquisti. Un paradosso che racconta meglio di ogni altro indicatore la fragilità della ripresa italiana e l’urgenza di misure capaci di restituire fiducia e potere d’acquisto alle famiglie.

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