Dal tavolo saltato con i sindacati all’incognita dei 6.000 in cig da gennaio: governo e parti sociali si accusano, cokerie verso lo stop per i lavori di decarbonizzazione e dossier cessione tra offerte ritirate, cordate americane e un “nuovo soggetto” coperto dal riserbo.
(Foto: uno dei tanti tavoli su ex Ilva).
Cosa è successo, davvero
La riunione si è chiusa senza un’intesa operativa. L’esecutivo ha espresso rammarico per lo strappo, mentre i sindacati hanno denunciato un percorso che porta alla chiusura di fatto degli impianti. Nel frattempo l’asticella della cassa integrazione sale: circa 5.700 addetti entro fine dicembre e fino a 6.000 da gennaio, con integrazione del reddito legata alla rimodulazione dei reparti.
Le parole chiave del confronto
“Un piano che porta alla chiusura, senza risorse per rilancio e decarbonizzazione”, sostiene la rappresentanza dei metalmeccanici. “Non c’è un vero piano industriale: si allarga la cassa integrazione e si fermano le batterie”, osserva un altro dirigente sindacale. “Inaccettabile discutere un progetto ‘corto’ che prepara la serrata”, è la terza accusa. Le tre posizioni fotografano una linea comune: prima il piano, poi i tagli.
Perché si fermano le cokerie
La fermata delle cokerie è funzionale ai cantieri della decarbonizzazione: senza quegli interventi non si apre il percorso verso tecnologie meno emissive. Nell’immediato, però, lo stop riduce la capacità e alimenta l’uso della cig, con effetti sull’indotto tarantino e sui tempi di consegna.
Chi può davvero comprare
Il perimetro degli interessati è cambiato nel corso dell’anno. Sul tavolo sono rimaste proposte di operatori statunitensi e offerte per singoli asset da parte di gruppi industriali italiani. In parallelo, viene evocato un “nuovo soggetto” in riservatezza. Per chi subentrerà, il punto non sarà solo il prezzo, ma capex, milestones, penali e tempi certi.
Il conto industriale
Tra domanda fiacca e costi energetici, Taranto resta un tassello chiave per l’acciaio piano europeo. Un’uscita disordinata peserebbe su meccanica, automotive ed edilizia. La bussola è un piano ponte: cantieri di transizione, salvaguardia occupazionale, volumi minimi e governance stabile.
Che cosa aspettarsi adesso
Primo: un nuovo confronto tecnico su tempi e numeri della cig durante le fermate. Secondo: la verifica dell’effettiva esistenza di un acquirente con spalle finanziarie e track record industriale. Terzo: un cronoprogramma cantierabile della decarbonizzazione, per evitare il limbo operativo.