Un mosaico sorprendente: i Paperoni vivono anche in paesi minuscoli, e la finanza batte la Silicon Valley nella creazione della ricchezza.
Il ritratto inedito dei miliardari negli Stati Uniti
Da un panorama che invita a pensare a Elon Musk o Jeff Bezos a una mappa più sfaccettata e sorprendente: i miliardari americani non si concentrano solo nelle grandi città o nella celebre Silicon Valley. Oggi negli Stati Uniti si contano 1.135 miliardari (erano 927 nel 2020) con un patrimonio aggregato che raggiunge circa 5.700 miliardi di dollari. Il divario interno è enorme: i 100 più ricchi detengono circa 3.860 miliardi, oltre metà del totale, e la triade Musk, Bezos e Mark Zuckerberg vale quasi 1.000 miliardi.
Una ricchezza complessiva da urlo
La concentrazione è evidente ma non banale: la California primeggia con circa 255 miliardari, ma il fenomeno si spinge ben oltre i fari di Los Angeles e San Francisco. Nella geografia del lusso compaiono anche cittadine e borghi lontani dai riflettori, segno che l’ultra-ricchezza non abita solo i grattacieli.
Geografia del lusso: non solo metropoli
Ridgeland, in Mississippi, e Waunakee, nel Wisconsin, sono esempi di comunità che ospitano patrimoni a nove zeri. A Cashiers, nelle Blue Ridge Mountains della North Carolina, vivono quattro famiglie miliardarie. E poi c’è Winifred, in Montana: un paese di appena 172 abitanti, legato al nome dell’imprenditore dell’aria condizionata Norman Asbjornson. Non è un’anomalia: è il segno che l’America dei grandissimi patrimoni è una costellazione fatta di grandi metropoli e di piccole enclavi, a volte in luoghi inattesi.
Da dove nasce la ricchezza
Nonostante il peso simbolico della Silicon Valley, la maggior parte dei patrimoni nasce da banche e finanza (circa 300 miliardari). Seguono il real estate (circa 75) e la tecnologia. Nel gotha compaiono dinastie come i Walton (Walmart) e i Pritzker (Hyatt), mentre tra le grandi famiglie storiche resiste un solo Rockefeller. Spiccano figure meno note al grande pubblico, come Diane Hendricks, co-fondatrice di ABC Supply, e gli eredi dei cioccolatini-regalo Russell Stover. Anche star dello spettacolo e dello sport — LeBron James e Beyoncé — oscillano attorno alla soglia del miliardo.
Eredità e donazioni
Circa un terzo dei miliardari ha ereditato la propria ricchezza. Cinquanta eredi di cinque grandi gruppi — Walton, Pritzker, Koch, Cargill-McMillan e Mars — detengono insieme all’incirca 830 miliardi, pari a circa il 15% del totale. Dal 2015, i miliardari hanno annunciato o effettuato donazioni per circa 185 miliardi di dollari, dirette soprattutto a istruzione e medicina. Ma non tutti brillano per mecenatismo: circa un quarto ha donato meno di 1 milione nell’ultimo decennio.
Quante donne? E quante giovani?
Il club resta a netta prevalenza maschile: l’86% sono uomini. Tra circa 150 donne miliardarie spiccano le più giovani, come Selena Gomez (33) e Taylor Swift (35). La miliardaria più giovane è Mary Julia Koch, giornalista del New York Sun ed erede di una parte della fortuna di famiglia.
La ricchezza oltre gli stereotipi
La mappa dei patrimoni estremi scardina i luoghi comuni. Non è solo una questione di grattacieli e venture capital: la finanza pesa più della tecnologia, e l’epicentro non coincide sempre con le capitali dell’innovazione. Le eredità continuano a contare, la filantropia mostra luci e ombre, e la rappresentanza femminile cresce ma resta insufficiente. Se si guarda oltre i titoli, emerge un’America in cui l’ultra-ricchezza si distribuisce in modo sorprendente e, talvolta, inaspettato.