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Trump spinge sui dazi: 25% sui camion esteri dal 1° novembre

- di: Matteo Borrelli
 
Trump spinge sui dazi: 25% sui camion esteri dal 1° novembre
Trump spinge sui dazi: 25% sui camion esteri dal 1° novembre
Annuncio su Truth: stretta su mezzi medi e pesanti importati. Pressione su Messico e Canada, incognite su componenti e deroghe. L’industria teme rincari e ritardi, la Casa Bianca parla di “produzione nazionale”.

Cosa cambia davvero dal 1° novembre

Donald Trump rende operativa la stretta: dal 1° novembre 2025 tutti i veicoli medi e pesanti che entrano negli Stati Uniti saranno gravati da un dazio del 25%. L’annuncio è arrivato su Truth Social con la frase in inglese: “Beginning November 1st, 2025, all Medium and Heavy Duty Trucks coming into the United States from other Countries will be Tariffed at the Rate of 25%.” Obiettivo dichiarato: riportare quote di produzione sul suolo americano e proteggere i costruttori domestici.

Perché è un cambio di passo

Il provvedimento slitta di circa un mese rispetto alla finestra ipotizzata per inizio ottobre, ma allarga il perimetro anche ai veicoli medium-duty. Mancano, per ora, le regole attuative complete: restano da definire i confini tra classi di veicoli, le esenzioni e il trattamento di parti e componenti.

Catene del valore sotto pressione

Il colpo più duro può abbattersi sul Messico, primo fornitore di camion per gli Stati Uniti. Negli ultimi anni le importazioni di mezzi medi e pesanti sono aumentate rapidamente, dentro filiere nelle quali i veicoli esportati includono in media una quota rilevante di contenuto USA. L’architettura dell’area nordamericana prevede l’ingresso a dazio zero per i veicoli con alto contenuto regionale: il nuovo balzello apre un fronte di frizione che richiede deroghe chiare.

Le aziende più esposte

Peterbilt, Kenworth, Freightliner, Mack potrebbero vedere un vantaggio competitivo nel mercato interno. Ma i gruppi con assemblaggi o forniture in Nord America fuori dagli USA rischiano ritardi e aumenti di costo. Nel mirino anche Stellantis e Volvo Group per gli investimenti in Messico, mentre le stime sugli impatti per i grandi player evidenziano pressione sui margini che potrebbe tradursi in rialzi di listino.

Canada in allerta

La visita del primo ministro Mark Carney si carica di valenze economiche: Ottawa teme un impatto sulle filiere integrate del Great Lakes e chiede chiarimenti su eventuali esenzioni per componenti e veicoli con alto contenuto regionale.

Resistenze del business

La Casa Bianca richiama la sicurezza nazionale, ma le principali organizzazioni imprenditoriali americane contestano i dazi generalizzati, ricordando che colpiscono alleati e PMI lungo la catena di fornitura. Nel trasporto merci si teme un effetto domino su prezzi dei veicoli, tempi di consegna e, in ultima analisi, sui costi logistici e sull’inflazione dei beni durevoli.

Nodi tecnici e transitori

Resta da chiarire che cosa rientri esattamente in medium-duty e heavy-duty ai fini applicativi; se e come saranno trattati pezzi di ricambio, kit di assemblaggio e sottoassiemi; quali periodi transitori verranno concessi per gli ordini in corso. Senza istruzioni chiare, i costruttori potrebbero sospendere gli ordini o rivedere i listini già nel quarto trimestre.

Possibili scenari

Proclamazione attuativa con codici tariffari e deroghe; reazioni di Messico e Canada tra ricorsi e intese tecniche; dinamica dei listini tra fine anno e inizio 2026; shock logistici da riallocazione dei volumi e capacità produttiva statunitense da rafforzare.

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