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Blackout e fame a Cuba: Marianao alza le pentole. Sfida ai divieti

- di: Vittorio Massi
 
Blackout e fame a Cuba: Marianao alza le pentole. Sfida ai divieti
A L’Avana scoppia la protesta per blackout e cibo: cacerolazo, blocco della 51ª Avenida, fermi e minacce di sanzioni. Sullo sfondo un Paese stremato da cinque blackout nazionali in un anno e da oltre mille azioni civiche solo a settembre.

(Foto: il presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel). 

È iniziata con il rumore metallico delle pentole e si è trasformata in un corteo improvvisato che ha occupato la 51ª Avenida, nel quartiere di Santa Felicia (Marianao), a L’Avana. “Vogliamo luce, cibo e libertà”, hanno gridato decine di residenti martedì sera, sfidando l’annuncio del presidente Miguel Díaz-Canel che aveva minacciato sanzioni per chi blocca le strade. Poche ore dopo, la polizia è intervenuta e sono scattati i primi fermi, secondo più testimonianze indipendenti.

Repressione lampo e diritti calpestati

L’intervento delle forze dell’ordine è stato rapido: agenti hanno disperso i manifestanti, tentando di impedire riprese e dirette dai telefoni. Per organizzazioni indipendenti, è l’ennesima conferma di violazioni della libertà di pensiero ed espressione. Un residente ha sintetizzato il malessere: “Segnalo la mia situazione da quattro anni e nessuno mi ascolta”.

Il contesto: un Paese al buio

La protesta esplode dopo mesi di blackout a singhiozzo e a poche settimane dal quinto blackout nazionale in meno di un anno, che ha lasciato milioni di persone senza elettricità. La rete elettrica, basata su centrali a olio combustibile obsolete, opera sotto la domanda e soffre cronica scarsità di carburante.

Numeri in crescita: oltre mille proteste in un mese

Settembre ha segnato un record di azioni civiche: proteste, cacerolazos, sit-in e denunce pubbliche, spinti da mancanza di luce e acqua, servizi essenziali in crisi e prezzi in aumento. Dal 2021 si è consolidata una nuova grammatica del dissenso: meno grandi cortei nazionali, più fiammate locali ma ripetute.

Il messaggio del potere: niente strade bloccate

Díaz-Canel ha ribadito che non saranno tollerati blocchi e che i reclami “devono passare per le istituzioni del Partito”. Intanto, a L’Avana resta la rotazione dei blackout e l’appello alla “pazienza”. “I problemi sono gravi e non si risolvono in un fine settimana”, ha scandito il capo dello Stato.

Voci e immagini dal quartiere

Video geolocalizzati mostrano la protesta davanti alla panetteria “Cuba Italia” a Santa Felicia: pentole che battono, auto ferme, sirene in lontananza, agenti che arrivano a disperdere. Alcuni media culturali indipendenti hanno diffuso il cacerolazo del 7 ottobre e il blocco della 51ª.

La frattura del 2021 come spartiacque

Dallo storico 11 luglio 2021 la mobilitazione civica, pur tra arresti e processi, è entrata nel repertorio pubblico. L’uso dei social e dei video ha reso le proteste più reticolari e intermittenti, riducendo la possibilità di prevenzione e aumentando il costo della repressione selettiva.

Cosa aspettarsi

Senza interventi strutturali sugli impianti e senza carburante sufficiente, è verosimile che interruzioni e tensioni proseguano. Se non arriveranno migliorie tangibili—acqua, luce, alimenti—le fiammate locali come Marianao potrebbero moltiplicarsi nelle prossime settimane.

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