Frena l’attività industriale: auto in panne, scorte in crescita e sbalzi sui mercati. Tra inflazione ostinata e tariffe americane, il Giappone naviga in acque mosse.
Un luglio in ombra: cosa dicono i dati ufficiali
I dati preliminari del Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria (METI) rivelano una battuta d’arresto significativa per l’industria giapponese: la produzione industriale a luglio è calata del 1,6% rispetto a giugno, in termini destagionalizzati, con un calo tendenziale annuo dello 0,9%.
In parallelo, le spedizioni industriali sono diminuite del 2,5% su base mensile e del 2,1% su base annua, mentre le scorte hanno registrato un +0,8% sul mese, ma un calo del 2,5% rispetto all’anno precedente.
I settori in affanno e quelli in ripresa
L’analisi per settore mostra una perdita netta, trainata principalmente da:
- Veicoli a motore: il comparto ha registrato la maggiore contrazione.
- Macchinari per la produzione e macchine per uso generico e commerciale: tra i settori più penalizzati.
In controtendenza, si segnala una buona tenuta (e qualche segnale positivo) in:
- Apparecchiature elettroniche e ICT
- Prodotti chimici (esclusi quelli inorganici, organici e farmaceutici)
- Componenti elettronici e dispositivi
Che cosa ci si aspetta da agosto e settembre
Secondo le stime elaborate nel sondaggio METI di agosto, la produzione industriale dovrebbe riprendersi con una crescita del 2,8% su base mensile in agosto, seguita da un lieve contraccolpo a settembre, con un atteso −0,3% rispetto ad agosto.
Quadro macro: inflazione, lavoro e politica monetaria
Il calo della produzione industriale si inserisce in un contesto economico complesso:
- Automobili sotto pressione: la caduta del 6,7% nella produzione automobilistica è legata alle tensioni sui dazi USA, che continuano a pesare su costi e domanda estera.
- Inflazione persistente: l’indice dei prezzi al consumo core di Tokyo è rallentato al 2,5% ad agosto (da 2,9% di luglio), restando però sopra l’obiettivo della Banca del Giappone. L’indice core che esclude alimentari freschi e carburante si è attestato al 3,0%, confermando pressioni sottostanti robuste.
- Consumi in affanno: le vendite al dettaglio a luglio hanno registrato solo un +0,3% su base tendenziale, ben sotto le attese del +1,8%.
- Mercato del lavoro solido: il tasso di disoccupazione è sceso al 2,3%, il livello più basso da dicembre 2019, segnale di un mercato teso e di potenziali pressioni sui salari.
Tutto ciò complica i piani della BOJ: se da una parte l’inflazione resta sopra il target, dall’altra la debolezza di consumi e industria frena la svolta. Secondo alcuni analisti, la banca centrale potrebbe attendere fino a fine anno prima del prossimo rialzo dei tassi.
Un campanello d'allarme
La frenata della produzione industriale di luglio suona come un campanello d’allarme. La caduta, più marcata rispetto alle attese, è stata guidata da settori strategici come l’automotive, pesantemente impattati dai dazi americani. Il miglioramento previsto ad agosto, seguito da un nuovo calo a settembre, segnala un’economia ancora in cerca di stabilità.
Il quadro è reso più complicato da un’inflazione ostinata nonostante i sussidi governativi, consumi tiepidi e mercato del lavoro teso. Il dilemma che si pone alla BOJ è arduo: proseguire con i rialzi per contrastare l’inflazione oppure fermarsi per non soffocare un’economia fragile?