Lo sport al centro della vita economica e sociale del Paese

- di: Germana Loizzi
 

Si sono tenuti a Roma il 20 e 21 novembre, presso il Salone d’Onore del CONI al Foro Italico, gli Stati Generali dello Sport Italiano. Due giorni intensi, 5 tavole rotonde ognuna distinta dal colore dei 5 cerchi olimpici, ospiti illustri che hanno affrontato importanti temi legato allo sport.  Abbiamo intervistato in questa occasione il Presidente del CONI Giovanni Malagò.

Il Coni è cambiato molto negli ultimi tempi, tanto si deve fare ancora, come lei ha detto. Da cosa partirebbe per esempio?
Sogno un CONI che sia in grado, anche con il coinvolgimento, la condivisione e la sollecitazione di nuove risorse, di creare valore non solo per lo sport ma per tutto il Paese. Vorrei fosse in grado di tramutare i costi in investimenti, di generare benefici sociali ed economici. In questi quattro anni ho messo in campo tutte le energie e non solo le mie, ma anche quelle di tutti coloro che hanno collaborato con me,  per  realizzare questo sogno che giorno dopo giorno, devo dire,  è sempre più vicino alla realtà. Sono stati fatti molti passi avanti. La pratica sportiva negli ultimi tre anni ha avuto un incremento rilevante: 20.485.000 gli uomini e le donne che hanno praticato sport nel 2016 con assiduità, secondo l’Istat, il 4,2% in più rispetto a tre anni fa. Una più diffusa pratica sportiva migliora le condizioni di salute quindi contribuisce a ridurre nel tempo la pressione sulle spese sanitarie del settore pubblico. Voglio ricordare uno studio dell’Università Bocconi, secondo cui ogni punto percentuale di incremento equivale ad un beneficio annuo per l’assistenza sanitaria di circa 80 milioni di Euro. Il bilancio 2016 del CONI si è chiuso con un risultato economico di pareggio (+ 0,26 € mln). Il valore della nostra produzione è stato pari a 458,1 € mln, di cui oltre il 10 % è stato frutto principalmente di attività di marketing e di attività organizzative. Anche qui abbiamo fatto registrare un incremento rispetto al passato. Ancora sul piano regolamentare c’è stata la riforma degli organi di Giustizia Sportiva con l’Istituzione della Alta Corte di Giustizia, ultimo grado per tutte le organizzazioni sportive riconosciute e l’assoluta indipendenza del settore antidoping con la costituzione e il riconoscimento internazionale della NADO – Italia.
Per il futuro ho tre obiettivi ancora da raggiungere: incrementare il trend di crescita della pratica sportiva, migliorare e consolidare i risultati di vertice, riformare il sistema armonizzando gli statuti federali e snellendo i regolamenti sportivi.
Anche per questo sono stati convocati gli Stati Generali dello Sport, due giorni di incontri e di dibattiti che hanno fornito valide indicazioni.

Quanto è importante lo sport nelle scuole? E che cosa si può fare per migliorare il rapporto tra scuola e sport?
Per promuovere lo sport sul territorio e contribuire in maniera diffusa al miglioramento delle condizioni di salute degli italiani occorre mettere un punto fisso nella pratica sportiva scolastica. Ci sono cose che non dipendono dalla nostra organizzazione. Ad esempio la parola sport non compare nella Costituzione quindi non è ancora sancito sia un diritto per i cittadini. A questo dovrà rimediare il Parlamento e mi auguro che lo faccia al più presto. Sulla scuola anche in passato il mondo sportivo ha avviato alcuni progetti e investito risorse. Collaboriamo con il Ministero dell’Istruzione che non ha mai dimostrato di essere geloso. Ma tutto questo non è sufficiente.  Non possiamo rimanere sordi al cospetto delle problematiche del settore. La prossima legislatura deve necessariamente chiarire il ruolo dell’organizzazione sportiva nella scuola finora rimasto un po’ equivoco. Il Coni deve essere coinvolto al 100% per quanto riguarda il numero di ore e di infrastrutture sportive. Penso che se si riuscisse ad adottare un provvedimento che aiutasse a sensibilizzare in questo senso sarebbe un segnale formidabile.

E il rapporto tra sport e tecnologia? Due settori sempre più vicini, non c’è il pericolo di interferenze ?
Lo sviluppo e la ricerca tecnologica hanno rivoluzionato le prestazioni sportive a tutti livelli. Nuove tecniche di allenamento e nuove attrezzature sportive, frutto dell’introduzione di materiali più avanzati, hanno permesso spesso di raggiungere risultati impossibili in passato. Il CONI ha da sempre favorito lo sviluppo tecnologico grazie all’Istituto di Scienza dello Sport, che da oltre 50 anni, svolge la sua attività di supporto alle Federazioni Sportive presso il complesso dell’Acqua Acetosa a Roma. E’ un centro di eccellenza nella ricerca e nella sperimentazione di tecnologie d’avanguardia che ha seguito nel tempo le atlete e gli atleti più prestigiosi per sperimentare e migliorare le proprie prestazioni. Gli studi sull’aerodinamica ad esempio hanno permesso a molti ciclisti, sciatori, bobbisti e quanti altri hanno necessità di misurarsi con la velocità, di conquistare vittorie e medaglie di alto valore, così come le ricerche fatte in acqua per nuotatori, ma anche per canottieri e velisti, sono state, nel recente passato, determinanti per molti dei risultati ottenuti. Anche le tecniche di allenamento sono cambiate grazie allo sviluppo tecnologico. Macchine sempre più intelligenti ci aiutano a mantenerci in forma anche senza dover puntare a grandi performance. Io penso che sia giusto utilizzare la ricerca tecnologica per migliorare la prestazione a patto di rimanere nei limiti del regolamento. Non possiamo aver paura del futuro ma nello stesso tempo non dobbiamo rinunciare ai criteri di correttezza e lealtà che sono alla base dell’etica sportiva.

Quanto incide lo sport a livello economico? Che impatto ha sull’economia in Italia?
Sono più di 117 mila gli occupati nello sport. Secondo l’Istat, attualmente, rappresentano lo 0,5% della forza lavoro del nostro Paese. La nostra nazione, inoltre, è seconda solo alla Germania per l’export di prodotti sportivi per un valore di € 1,8 miliardi, con un saldo attivo con l’estero di 240 milioni. Complessivamente lo sport genera un Pil del 1,7%, circa 25 miliardi di Euro, mentre il valore della produzione direttamente e indirettamente attivata è pari a € 53,2 miliardi. Tutto questo non è solo calcio. Contribuiscono a questo spaccato economico ad esempio i praticanti delle 385 diverse discipline sportive riconosciute dal CONI, che sono a vario titolo organizzate dalle 118.812 società sportive affiliate alle 44 Federazioni Nazionali, 19 Discipline Associate, 15 Enti di Promozione Sportiva. Tutto il sistema si regge anche grazie al milione di operatori sportivi dirigenti, tecnici, ufficiali di gara e altre figure, che collaborano a vario titolo all’interno delle organizzazioni societarie e federali. Tutto il Paese dovrebbe essere grato per il lavoro, per lo più volontario, che svolgono quotidianamente soprattutto tra i giovani.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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