La manovra 2026 è formalmente stata depositata al Senato, ma il percorso parlamentare che si apre ora è quello decisivo non tanto sul piano dei saldi – già fissati – quanto sulla concreta definizione delle misure. Il passaggio al Parlamento, infatti, non consiste soltanto nell’approvazione o nel respingimento del testo: è la fase in cui il disegno politico della manovra prende forma operativa, articolo per articolo, in gran parte attraverso modifiche tecniche che produrranno effetti ben visibili all’esterno. L’impianto resta vincolato, ma il contenuto “vivo” è ancora in costruzione.
Legge di Bilancio 2026, cosa contiene davvero e dove si decide
Dal punto di vista macroeconomico il governo ha già definito il quadro delle risorse e la loro distribuzione principale. Questo significa che non possono essere inserite nuove misure espansive e non ci sarà spazio per interventi che alterino i saldi. Ma all’interno delle voci già previste, ciò che verrà privilegiato – se la sanità, se le famiglie, se la casa, se l’impresa – non è ancora stabilito in modo definitivo. Le priorità politiche devono ancora sedimentarsi e questo avverrà nelle prossime settimane, durante il lavoro in Commissione, dove i capitoli vengono rivisti con maggiore precisione tecnica e sostanziale.
Fisco e lavoro: aggiustamenti senza proclami
Sul fronte fiscale il governo intende proseguire il percorso già avviato sulla riduzione del prelievo, in particolare nei confronti del lavoro dipendente. Tuttavia, il modo in cui queste misure verranno calibrate dipenderà dagli aggiustamenti che il Parlamento riuscirà a costruire. Gli spazi sono stretti, ma esistono. La partita non riguarda la filosofia dell’intervento – che resterà invariata – quanto la definizione di soglie, platee e tempi di applicazione. È qui che la Commissione potrà incidere in modo misurato ma concreto, determinando chi beneficerà in misura maggiore rispetto ad altri.
Famiglie: sostegno confermato, perimetro in via di definizione
Le politiche familiari vengono confermate, con un rafforzamento della componente lavoro-figli. Ma il punto politico sarà capire con quale profondità e in quale direzione. La finalità generale – cioè sostenere i nuclei dove sono presenti figli – è indiscussa, ma resta aperta la questione delle modalità: se concentrare le risorse sulle lavoratrici, sulle fasce ISEE più basse o su un’estensione più orizzontale. Questa scelta non è contenuta nel testo tecnico: verrà plasmata negli emendamenti negoziati in Commissione, il vero crocevia dove si bilanciano le spinte dei diversi gruppi parlamentari.
Sanità: capitolo visibile, ripartizione ancora fluida
Anche per il sistema sanitario ciò che oggi appare definito è in realtà una cornice di massima. Le risorse aggiuntive sono previste, ma non ancora ripartite tra personale, servizi territoriali, liste d’attesa e nuove strutture. È proprio questa ripartizione che diventerà materia politica nelle prossime settimane. Formalmente il testo assegna il denaro al comparto; sostanzialmente, sarà la Commissione a trasformare la cifra in scelte: quanto andrà agli stipendi, quanto ai servizi, quanto all'organizzazione interna delle regioni. La distanza tra norma e impatto concreto si gioca esattamente qui.
Il tema casa è quello più mobile
Il capitolo abitativo è forse il più esposto alle revisioni. La norma sugli affitti brevi è entrata in Parlamento in una forma volutamente non definitiva, con un perimetro tracciato ma non dettagliato. Il nodo non è soltanto fiscale, ma riguarda la gestione del mercato immobiliare nelle città: un terreno in cui gli interessi dei territori divergono significativamente. Per questa ragione la misura verrà quasi certamente riscritta, e sarà proprio il lavoro parlamentare a stabilire il punto di equilibrio tra finalità residenziale e funzione turistica. È uno dei luoghi dove il negoziato interno alla maggioranza sarà più evidente, pur senza manifestarsi in forma esplicita.
Imprese, continuità vigilata
Il capitolo imprese resta in linea con le indicazioni degli anni precedenti, puntando a consolidare gli strumenti già operativi. Non ci sono margini per nuovi incentivi diffusi, ma rimane aperto il fronte delle rimodulazioni: alcune filiere stanno chiedendo una gestione più mirata, soprattutto nei comparti a bassa marginalità o più esposti ai costi energetici. Anche qui la Commissione rappresenta il punto di passaggio decisivo: eventuali segnali di riequilibrio potranno essere inseriti solo in questa fase intermedia, prima del voto finale.
Dove si fanno davvero i giochi
È in questa fase che emerge la vera dinamica della manovra: ciò che l’Aula voterà tra alcune settimane sarà la versione finale di un testo già plasmato altrove. Le decisioni non vengono prese nel dibattito pubblico, ma nel lavoro di riformulazione, quando i testi vengono corretti articolo per articolo e gli equilibri trovano traduzione normativa. L’Aula certifica, la Commissione definisce. La prova di forza non è nel voto, ma nelle riformulazioni accettate o respinte. È in questo passaggio silenzioso che la manovra “si scrive davvero”.