Listini in rosso con i rendimenti che corrono. Francoforte cede oltre il 2%, Piazza Affari scivola all’1,6%. Oro ai massimi storici, petrolio in rialzo, euro e sterlina in flessione. Spread Btp-Bund verso 100 punti. A Wall Street (ore 17:40 italiane) indici in netto calo.
Seduta da “risk off” senza attenuanti. Con le guerre che non mollano la presa e l’incognita dei dazi che torna a mordere i margini delle multinazionali, le Borse europee hanno chiuso in territorio negativo per la seconda volta di fila a settembre. Maglia nera a Francoforte: il Dax inchioda a 23.487 punti (-2,29%), Parigi limita i danni (Cac 40 -0,70% a 7.654), Londra scivola a 9.116 (-0,87%, Ftse 100), mentre Madrid arretra più dell’1% (Ibex 35 -1,57%). A Milano il Ftse Mib chiude a 41.728 (-1,61%), Mid Cap -2,07%, Star -2,26%: la percezione è netta, i desk stanno ribilanciando verso asset difensivi e duration corta.
Perché scappano i capitali
La fotografia macro offre due flash: l’inflazione dell’Eurozona ad agosto è risalita al 2,1% tendenziale (core 2,3%), abbastanza per blindare la prudenza della Bce; e i rendimenti sulle scadenze lunghe europee sono tornati ai top di periodo, alimentando vendite su utility e real estate. “L’inflazione è ampiamente sotto controllo”, ha detto il governatore della Banque de France François Villeroy de Galhau, ma senza concedere sconti sull’idea di tagli imminenti. Ancora più netto il messaggio di Isabel Schnabel (Board Bce): “Non vedo il motivo per un ulteriore taglio dei tassi nella situazione attuale”.
Milano: banche e difesa sotto tiro, resiste il lusso “di casa”
Piazza Affari archivia la seduta in rosso con Leonardo (-3,93%) fanalino di coda e un’ondata di prese di beneficio su StMicroelectronics (-3,92%) e Interpump (-3,92%). Debole anche Banca Popolare di Sondrio (-3,74%). Sul fronte opposto brillano Ferrari (+1,9%) e, più defilata, Buzzi, in lieve rialzo. Nel lusso, il ribasso è contenuto per Cucinelli (-0,37%) e Moncler (-1,01%), trascinate dall’ottimismo su Parigi dove corrono Kering e Lvmh. Gli esperti di Hsbc vedono “una leggera ripresa delle vendite nel secondo semestre 2025 e un ritorno a una crescita redditizia e soddisfacente nel 2026”.
Mps–Mediobanca, rilancio in contanti e volatilità
Il dossier che monopolizza gli schermi italiani resta l’OPS di Mps su Mediobanca. Siena ha alzato la posta inserendo 0,90 euro cash per ogni azione Mediobanca oltre allo scambio 2,533 azioni Mps: componente cash complessiva fino a 750 milioni e valorizzazione implicita del titolo Piazzetta Cuccia a circa 20,33 euro, con premio a doppia cifra rispetto ai livelli di inizio anno. Il mercato però oggi ha venduto entrambi: Mps -3% a 7,63 euro e Mediobanca -2,85% a 20,11.
Effetto Nestlé in Europa
A Zurigo il sentiment è stato indebolito dal terremoto ai vertici Nestlé: il board ha licenziato il CEO per una relazione non dichiarata con una subordinata e ha nominato Philipp Navratil (ex Nespresso) nuovo amministratore delegato. Il titolo ha oscillato in ribasso nella prima parte, alimentando l’inerzia negativa del settore alimentare.
Valute e materie prime: oro record, petrolio e gas in salita
Lo scatto verso beni rifugio spinge l’oro su nuovi massimi storici: nel tardo pomeriggio europeo lo spot gravita intorno a 3.541 $/oncia. L’euro scivola a 1,1650 sul dollaro e la sterlina a 1,3387 (Londra paga rendimenti ai massimi dal 1998). In energia, Brent in area 68,9 $/barile e WTI intorno a 65,6 $, entrambi in rialzo; il gas TTF europeo scambia attorno a 31,9 €/MWh.
Spread e governativi
Il differenziale Btp–Bund risale verso 100 punti base (intorno a 97 pb) con il decennale italiano vicino al 3,68%: il movimento, in scia al repricing europeo, irrigidisce i multipli dei settori più sensibili al tasso.
Wall Street alle 17:40 (ora italiana)
Quando in Italia erano le 17:40, Wall Street viaggiava in deciso calo: S&P 500 circa -1,5%, Nasdaq -1,9%, Dow Jones -1,2%. Il mercato sconta il mix fra nervosismo fiscale globale, rendimenti lunghi in rialzo e incertezza sui dazi.
Chi ha fatto meglio e peggio: Mib, Mid Cap, Small Cap
Sul Ftse Mib i migliori sono Ferrari (+1,9%) e, in tenuta, Buzzi; peggiori Leonardo (-3,93%), StMicroelectronics (-3,92%), Interpump (-3,92%), Banca Popolare di Sondrio (-3,74%).
Nel Ftse Italia Mid Cap spiccano Comer Industries (+3,16%), Ferragamo (+2,25%), Intercos (+1,17%) e Caltagirone (+1,09%); in coda Webuild (-5,88%), Technoprobe (-4,66%), Cementir (-3,97%), Sesa (-3,90%).
Per il Ftse Italia Small Cap la seduta è stata complessivamente negativa (indice -1,62% a 34.098), con vendite diffuse tra manifatturiero, tech e servizi. In assenza di dati ufficiali, preferiamo non elencare singoli best/worst per evitare imprecisioni: confermiamo però il calo del paniere e i livelli di chiusura.
Cosa guardare adesso
Curve: se i trentennali tedeschi e francesi restano tirati, proseguiranno le rotazioni value–defensive e la fragilità dei settori tassi–sensibili.
Dazi: la partita legale e politica resta al centro del flusso notizie e del positioning su export europee e lusso.
Flussi su rifugi: oro forte e dollaro tonico segnalano un elevato risk premium sulle azioni europee.