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Guerra commerciale, Asia giù: l’escalation Usa-Cina gela i listini

- di: Matteo Borrelli
 
Guerra commerciale, Asia giù: l’escalation Usa-Cina gela i listini
Guerra commerciale, Asia giù: l’escalation Usa-Cina gela i listini
Oro ai massimi storici, petrolio in frazionale rialzo, gas europeo in flessione. Euro poco mosso, yen debole. Futures europei cauti. Gli investitori temono nuovi dazi e controlli su terre rare: “Volatilità elevata finché Trump resta alla Casa Bianca”.

Le Borse asiatiche hanno archiviato una seduta nervosa, scosse da un nuovo strappo nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina che riporta in primo piano dazi potenziali al 100% e controlli più severi sulle terre rare. Il risultato è una chiusura in ordine sparso ma con prevalenza di segni meno, mentre l’oro vola a nuovi record e il petrolio prova un rimbalzo di corto respiro.

Chiusure in Asia

Nikkei 225 −2,67%; S&P/ASX 200 +0,19%; Shanghai −0,55%; SZSE Component −1,50%; China A50 −0,25%; DJ Shanghai −0,95%; Hang Seng −1,68%; Taiwan Weighted +0,88%; Kospi −0,68%; IDX Composite −0,68%; Nifty 50 −0,32%; BSE Sensex −0,36%; VN 30 +1,15%.

Il comparto tecnologico cinese paga l’inasprimento regolatorio e l’incertezza sulla catena di fornitura dei magneti alle terre rare; Tokyo soffre anche per la persistente debolezza dello yen. Hong Kong resta il barometro del rischio Cina, con vendite diffuse su internet e semiconduttori. A Taipei, i recuperi delle fonderie attenuano il colpo.

Valute e materie prime

L’euro/dollaro oscilla intorno a 1,158, mentre il dollaro/yen resta in area 151-152, segnale di una divisa giapponese ancora fragile.

L’oro aggiorna i massimi storici oltre 4.150-4.170 $/oz e l’argento supera 52-53 $/oz grazie alla domanda rifugio e alle attese di tagli Fed. Il Brent staziona in area 63,5 $/bbl (WTI poco sotto 60 $/bbl). In Europa il gas TTF si muove nel corridoio 31-32 €/MWh.

Futures e apertura europea

I futures europei segnalano un avvio cauto: Londra e Francoforte si muovono attorno alla parità nel pre-market, con leggere oscillazioni sul FTSE 100 e sul DAX, mentre il contratto sul Stoxx 600 resta la bussola del sentiment continentale. L’attenzione è tutta sulla traiettoria di dazi e licenze all’export.

Le voci del mercato

“L’incontro tra i leader è ancora in agenda e il dazio al 100% non deve per forza accadere”, ha assicurato il Tesoro statunitense, alimentando speranze di de-escalation tattica dopo giorni di toni muscolari.

Gli investitori restano guardinghi: come sintetizza un chief investment officer statunitense, “la minaccia di nuovi dazi è un promemoria: la volatilità resterà elevata finché Trump sarà alla Casa Bianca”. In questo contesto i desk preferiscono un approccio day-by-day a grandi scommesse direzionali.

Il nodo terre rare

Il tema più sensibile è l’estensione dei controlli cinesi sulle terre rare e sulle attrezzature di estrazione/raffinazione: per l’industria europea (auto, elettronica, difesa) è un potenziale shock di filiera, con effetti su prezzi e tempi di consegna. La risposta americana passa da dazi e nuove licenze su software critici, mentre i porti sono al centro di possibili misure di ritorsione.

Cosa aspettarsi

Con futures prudenti e agenda macro leggera, l’avvio europeo potrebbe giocarsi sui settori: energia in lieve recupero col Brent; lusso e auto più esposti al rischio Cina; banche sostenute dai rendimenti. Malgrado i record recenti dello Stoxx 600, la traiettoria resta ostaggio dei titoli geopolitici: ogni annuncio su dazi e controlli può cambiare il tono della seduta. Una grande banca d’affari ha intanto alzato a overweight il giudizio sull’azionario europeo, pur segnalando una volatilità strutturalmente più alta. 

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