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Migranti in Italia: +16% di richieste d’asilo, l’OCSE fotografa i nuovi flussi del 2023

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Migranti in Italia: +16% di richieste d’asilo, l’OCSE fotografa i nuovi flussi del 2023

Nel 2023, le richieste d’asilo in Italia sono aumentate del 16% rispetto all’anno precedente, raggiungendo la quota di 151.000 domande. È quanto emerge dalla scheda italiana contenuta nel rapporto “Prospettive sulle migrazioni internazionali 2025” pubblicato oggi dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).

Migranti in Italia: +16% di richieste d’asilo, l’OCSE fotografa i nuovi flussi del 2023

Il documento evidenzia un quadro complesso: da un lato la continua pressione migratoria proveniente dai Paesi dell’Est Europa, dall’altro la crescita di flussi legati a motivazioni umanitarie, in particolare da Ucraina, Albania e Romania, che rappresentano i tre principali Paesi d’origine dei nuovi arrivati.

L’effetto della guerra e della crisi economica

Secondo l’OCSE, la guerra in Ucraina continua a esercitare un forte impatto sui movimenti migratori in tutta Europa. Nel caso italiano, i cittadini ucraini che hanno chiesto asilo o ottenuto protezione temporanea costituiscono una parte importante dell’aumento complessivo registrato nel 2023.

Accanto al fattore bellico, si segnala anche la pressione economica nei Balcani e nell’Europa orientale, che ha spinto migliaia di persone – in particolare dall’Albania e dalla Romania – a cercare opportunità di lavoro o a riunirsi ai familiari già residenti in Italia. Le reti di comunità già consolidate nel nostro Paese hanno facilitato nuovi arrivi, contribuendo alla stabilità dei flussi.

Italia crocevia europeo delle migrazioni
L’Italia, secondo l’OCSE, si conferma una delle principali porte d’ingresso verso l’Europa occidentale, sia per i migranti in transito sia per coloro che scelgono di stabilirsi in modo duraturo.
Nel 2023, oltre alle rotte dal Mediterraneo centrale, è cresciuto il numero di arrivi via terra dai Balcani e di ingressi regolari per motivi di lavoro o studio.

Nel complesso, la presenza straniera in Italia ha superato gli 5,3 milioni di residenti, pari a circa l’8,7% della popolazione totale. Un dato stabile, ma che mostra una trasformazione profonda nella composizione geografica e sociale dei flussi migratori, sempre più diversificati per provenienza, età e livello di istruzione.

Lavoro, integrazione e sfide del sistema d’accoglienza
Il rapporto OCSE dedica ampio spazio al tema dell’integrazione socioeconomica dei migranti. Nonostante un miglioramento negli ultimi anni, l’Italia continua a mostrare criticità nell’inserimento lavorativo, con un tasso di occupazione dei cittadini stranieri inferiore di circa 7 punti rispetto alla media europea.

Molti richiedenti asilo restano a lungo nei centri di accoglienza o in attesa di regolarizzazione, e solo una minoranza riesce a entrare nel mercato del lavoro con contratti stabili.
Secondo l’organizzazione internazionale, servono politiche di formazione linguistica, accesso all’istruzione e riconoscimento delle competenze professionali per accelerare i percorsi d’integrazione.

“L’immigrazione – si legge nel rapporto – rappresenta un’opportunità demografica ed economica, ma richiede strumenti efficaci per evitare che la marginalità sociale diventi una trappola permanente”.

Ucraini e balcanici, il nuovo volto dei flussi
Il 2023 segna un cambiamento nel profilo dei migranti in arrivo. Se negli anni precedenti la maggioranza proveniva dall’Africa subsahariana e dal Medio Oriente, oggi cresce la componente europea.
Gli ucraini continuano a essere sostenuti da programmi di protezione temporanea dell’Unione Europea, attivati dopo l’invasione russa del 2022. Gli albanesi e i romeni, invece, rappresentano una migrazione più “storica”, con legami consolidati nelle principali regioni italiane, dal Nord-Est alla Lombardia, fino al Lazio e alla Puglia.

Questo rinnovato equilibrio geografico porta con sé anche sfide culturali diverse: integrazione familiare, scolarizzazione dei minori, accesso ai servizi pubblici e ricongiungimenti in tempi più brevi.

Prospettive e raccomandazioni OCSE
Guardando al futuro, l’OCSE invita l’Italia a potenziare le politiche di accoglienza e integrazione, investendo su programmi di inserimento lavorativo e sostegno ai Comuni che gestiscono i nuovi arrivi.
Particolare attenzione viene richiesta per i minori non accompagnati e per le donne migranti, categorie più vulnerabili dal punto di vista sociale ed economico.

L’organizzazione suggerisce inoltre di semplificare le procedure burocratiche per la riconversione dei titoli di studio e di ampliare gli incentivi alle imprese che assumono rifugiati o richiedenti asilo. “L’inclusione – si legge – non è solo una questione etica, ma anche un investimento sul capitale umano e sulla sostenibilità del sistema produttivo”.

Un Paese di arrivo e di opportunità
Il quadro tracciato dall’OCSE mostra un’Italia che, nonostante le difficoltà, resta una terra di approdo e di speranza. I flussi migratori cambiano, ma la dinamica rimane viva: le crisi internazionali continuano a spingere persone verso l’Europa, e l’Italia, per posizione geografica e legami storici, è destinata a restare uno snodo centrale.

Tra emergenze, solidarietà e prospettive di crescita, il fenomeno migratorio rimane una delle grandi sfide del nostro tempo. E il dato del +16% nelle richieste d’asilo non è solo una statistica: è il segno concreto di un mondo che si muove, si mescola e cerca nuove strade per ricominciare.

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