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Perché Nvidia punta anche su Alibaba nella corsa all’IA globale

- di: Marta Giannoni
 
Perché Nvidia punta anche su Alibaba nella corsa all’IA globale
Perché Nvidia punta anche su Alibaba nella corsa all’IA globale
Un’alleanza strategica che supera barriere politiche e tecnologiche — e ridefinisce il combattimento tra Cina e Usa per il dominio dell’intelligenza artificiale.

Dopo aver già stretto accordi di investimento con Intel (5 miliardi di dollari) e con OpenAI (fino a 100 miliardi) – una strategia per rafforzare la propria catena del valore nel mondo dell’IA –, Nvidia ha annunciato un’alleanza anche con Alibaba, il gigante cinese dell’e-commerce e del cloud.

Una mossa da scacchi: Nvidia + Alibaba, non solo Intel e OpenAI

La novità è stata presentata durante l’Apsara Conference di Alibaba Cloud, l’evento annuale dedicato alle tecnologie cloud e all’intelligenza artificiale. In quell’occasione, Eddie Wu, amministratore delegato di Alibaba Cloud, ha comunicato che le due aziende lavoreranno insieme su aspetti cruciali dell’IA: addestramento di modelli linguistici, sintesi dei dati, simulazioni ambientali, validazione e test.

In particolare, Alibaba integrerà nella propria infrastruttura il pacchetto software di Physical AI di Nvidia, pensato per abilitare ambienti 3D virtuali utili in robotica, guida autonoma e “spazi intelligenti” come magazzini e fabbriche.

Questa combinazione – hardware + software, capacità infrastrutturali + modelli – rappresenta una mossa audace in una partita geopolitica ad alto rischio tecnologico.

Tra ostacoli politici e ambizioni globali

Le restrizioni USA e la reticenza cinese

Pur essendo leader incontrastata nei chip per l’IA (controllando circa l’80-90 % del mercato globale dell’hardware per modelli avanzati), Nvidia non può vendere liberamente i suoi processori più sofisticati in Cina a causa delle sanzioni sull’export imposte dagli Stati Uniti. Questo limita l’accesso diretto a chip come l’H20.

In risposta, le autorità cinesi hanno imposto divieti più stringenti: tra questi, la proibizione per grandi aziende tecnologiche (tra cui Alibaba) di acquistare chip Nvidia come il RTX Pro 6000D, pensati per il mercato cinese.

Nonostante ciò, Alibaba fa trapelare che l’accordo con Nvidia è “software-oriented”, cioè senza trasferimento diretto di chip proibiti, e concentrato sull’integrazione del livello applicativo e infrastrutturale.

Una rete globale di data center

Alibaba ha già annunciato piani ambiziosi per l’infrastruttura: intende aprire data center in Francia, Paesi Bassi, Brasile, e altri in Giappone, Corea del Sud, Malesia, Dubai, Messico. Nel complesso, il gruppo cinese punta a operare in 91 centri dati in 29 regioni geografiche. Non è però chiaro se tali strutture utilizzeranno componenti hardware Nvidia o soluzioni alternative.

All’evento Apsara, Wu ha ribadito che gli investimenti in IA supereranno quelli già stanziati, senza però quantificare con precisione l’incremento. È noto che Alibaba aveva in programma 380 miliardi di yuan (circa 53-54 miliardi di dollari) per potenziare infrastrutture e ricerca nei prossimi tre anni.

Il colpo forte: Qwen3-Max e la rincorsa ai modelli top

Parallelamente all’accordo con Nvidia, Alibaba ha presentato il suo modello linguistico più avanzato: Qwen3-Max, con oltre 1 trilione di parametri.

Si tratta di un risultato non banale: il modello è stato addestrato su 36 trilioni di token, supporta contesti lunghissimi e migliora notevolmente la generazione di codice, il ragionamento e le capacità “agentiche” (cioè la capacità di operare con minor input umano).

Alibaba sostiene che Qwen3-Max abbia prestazioni comparabili o superiori ai modelli più avanzati di concorrenti come Anthropic, DeepSeek e OpenAI.

Oltre a Qwen3-Max, è stato annunciato anche Qwen3-Omni, un modello multimodale in grado di trattare testo, immagini, audio e video senza degradare le prestazioni rispetto a modelli specializzati.

Questa strategia sottolinea quanto Alibaba voglia controllare non solo l’infrastruttura cloud ma anche l’intero stack dell’IA: hardware, software, modelli, applicazioni.

Reazioni del mercato e impatti finanziari

Le dichiarazioni e le mosse hanno generato entusiasmo tra gli investitori: le azioni Alibaba alla Borsa di Hong Kong hanno guadagnato quasi il 10 %, segnando valori record mai visti da quattro anni.

Il coinvolgimento di Nvidia ha fatto muovere anche il mercato statunitense: il titolo Nvidia ha registrato un aumento, spinto dall’ottimismo su nuove linee di collaborazione.

Tuttavia, c’è cautela: l’impatto sui flussi di cassa nel breve termine potrebbe essere negativo, dato che gli investimenti infrastrutturali sono costosi e le entrate dirette non garantite. Alcuni analisti sostengono che la crescita, se ben gestita, può ripagare nel medio-lungo termine.

Scenari futuri: chi vince e chi rischia?

Cina vs USA: la sfida continua

L’accordo tra Nvidia e Alibaba mostra che, anche quando le barriere commerciali e politiche sembrano invalicabili, le aziende cercano soluzioni per aggirarle.

La Cina continua a spingere per l’autosufficienza nei semiconduttori: aziende come Cambricon stanno emergendo come concorrenti nazionali credibili agli hardware Nvidia.

Non è escluso che Pechino possa consentire, sotto stretti vincoli, l’uso di tecnologie straniere in ambiti limitati o multilaterali, se ciò avvantaggia la crescita del settore nazionale.

Il ruolo chiave degli alleati strategici

L’alleanza con Intel e OpenAI permette a Nvidia di coprire ampi segmenti della sua catena del valore: da processori e architetture hardware, fino alla sovrastruttura del software e dei modelli di IA. In questo contesto, Alibaba garantisce accesso alla domanda cinese e internazionale.

Anche altri colossi cloud potrebbero muoversi simili passi: pensiamo ad Amazon Web Services (AWS), Google Cloud, Microsoft Azure, che già collaborano con Nvidia per l’offerta AI.

Il requisito del “full stack”

La grande lezione che traspare è che vincerà chi riuscirà a controllare l’intero stack tecnologico: chip, interfacce, modelli, applicazioni. Non basta dominare su uno di questi livelli: serve coordinare tutti gli anelli della catena.

Alibaba, con la sua capacità finanziaria e la volontà politica, intende diventare uno dei poli globali di questa struttura: non solo cliente, ma creatore e concorrente.

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