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OPEC+ alza le quote di produzione: 137 mila barili al giorno in più a novembre

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
OPEC+ alza le quote di produzione: 137 mila barili al giorno in più a novembre

La riunione di ottobre dei Paesi produttori di petrolio si è chiusa con una decisione che i mercati attendevano con ansia: l’alleanza OPEC+, che comprende Arabia Saudita, Russia e altri sei produttori di rilievo, aumenterà la produzione complessiva di 137 mila barili al giorno a partire da novembre.

OPEC+ alza le quote di produzione: 137 mila barili al giorno in più a novembre

Si tratta di un incremento modesto in termini assoluti, ma significativo come segnale politico: la mossa indica che l’organizzazione ritiene le prospettive economiche globali abbastanza stabili da consentire un allentamento dei tagli adottati negli ultimi due anni per sostenere i prezzi.

Equilibri interni al cartello
La decisione riflette un compromesso tra le esigenze dei grandi produttori del Golfo e quelle di Mosca. Riyadh, principale attore dell’OPEC tradizionale, teme che un aumento troppo brusco dell’offerta possa deprimere i prezzi, mettendo a rischio il bilancio statale saudita fondato su un prezzo del greggio attorno ai 80-85 dollari al barile.
La Russia, alle prese con i costi della guerra e con le sanzioni occidentali, spinge per maggiori entrate valutarie grazie a volumi di export più alti. L’aumento limitato serve a preservare il fragile equilibrio tra le due capitali, evitando una rottura all’interno del cartello.

Reazione dei mercati e impatto sui prezzi
Nei primi scambi dopo l’annuncio, i prezzi del Brent sono rimasti sostanzialmente stabili, oscillando poco sopra i 83 dollari al barile. Gli operatori leggono la decisione come un segnale di fiducia nella tenuta della domanda globale, ma non sufficiente a innescare un eccesso di offerta.
Gli analisti prevedono che, se l’economia mondiale non subirà scossoni nei prossimi mesi, l’incremento produttivo potrebbe tradursi in un lieve alleggerimento dei prezzi nella prima parte del 2026, con un impatto positivo sui costi energetici per le economie importatrici.

Prospettive per Europa e Asia
Per l’Europa, alle prese con inflazione energetica e transizione verde, il segnale è positivo ma non risolutivo: la dipendenza dal gas naturale resta un fattore critico, mentre il greggio incide soprattutto sul comparto trasporti e sulla chimica di base.
Per la Cina e l’India, grandi acquirenti di greggio a basso prezzo, la mossa dell’OPEC+ è vista come un passo verso la normalizzazione del mercato, utile a sostenere la ripresa industriale. Tuttavia, entrambi i Paesi mantengono alta l’attenzione sulla volatilità geopolitica in Medio Oriente e sul rischio di shock legati a conflitti regionali.

Variabili geopolitiche ancora aperte
Il nuovo equilibrio non cancella le incognite: il conflitto in Medio Oriente, l’evoluzione della guerra in Ucraina e le tensioni tra Washington e Pechino possono influenzare la domanda e l’offerta di greggio con rapide oscillazioni di prezzo.
La scelta dell’OPEC+ di muoversi con prudenza, attraverso un aumento graduale e limitato, segnala la volontà di evitare una destabilizzazione del mercato, ma conferma al tempo stesso la centralità geopolitica dell’energia: il petrolio resta strumento di influenza e leva finanziaria in un sistema globale ancora fragile.

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