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Panetta: “Dazi e guerre minano la fiducia globale e rallentano la crescita”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Panetta: “Dazi e guerre minano la fiducia globale e rallentano la crescita”
Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha lanciato un avvertimento netto e argomentato sulla fragilità dell’economia mondiale nel corso delle Considerazioni finali presentate a Roma. Le sue parole giungono in un momento delicato per la congiuntura internazionale e disegnano uno scenario complesso, in cui la geopolitica e il ritorno del protezionismo rischiano di compromettere le prospettive di sviluppo. Panetta non ha usato mezzi termini: le tensioni commerciali e i conflitti in corso “stanno incrinando la fiducia a livello internazionale”, con riflessi diretti e misurabili sul PIL globale. A conferma di questa valutazione, il governatore ha citato i dati del Fondo Monetario Internazionale, che ha recentemente tagliato le previsioni di crescita mondiale per il biennio in corso, portandole sotto la soglia del 3%, un livello ben lontano dalla media degli ultimi trent’anni.

Panetta: “Dazi e guerre minano la fiducia globale e rallentano la crescita”

Il quadro delineato da Panetta è quello di un mondo che si sta chiudendo, dove le logiche della competizione stanno soppiantando quelle della cooperazione. Le barriere doganali introdotte da varie economie, in particolare dagli Stati Uniti, stanno generando effetti recessivi in catena. Il commercio globale, già provato dalle conseguenze della pandemia e dalle guerre in corso, si trova ora esposto a una nuova ondata di contrazioni. Secondo le analisi diffuse da Bankitalia, l’impatto cumulativo delle misure protezionistiche potrebbe costare fino a un punto percentuale di crescita all’economia mondiale. Nei paesi più esposti, come gli Stati Uniti, il danno atteso è persino doppio. Si tratta di stime che fanno tremare i mercati e che sollevano interrogativi sulle strategie da adottare per evitare un deterioramento duraturo degli scambi internazionali.

Dollaro dominante ma contestato

Le osservazioni di Panetta toccano anche un aspetto meno visibile ma fondamentale: la centralità del dollaro come valuta di riferimento nel sistema monetario globale. Le spinte centrifughe attivate dal conflitto russo-ucraino, le tensioni tra Washington e Pechino e la crescente instabilità in Medio Oriente stanno generando una ricerca di alternative. Alcune economie emergenti stanno studiando canali paralleli per i regolamenti internazionali. Se queste tendenze dovessero consolidarsi, si aprirebbe un’epoca di frammentazione monetaria con effetti imprevedibili sugli equilibri economici globali. Panetta non ha nascosto la preoccupazione per una transizione caotica che potrebbe colpire la libera circolazione dei capitali e alterare le condizioni di investimento a livello mondiale.

L’Europa tra fragilità e sfida

Nel suo discorso, il governatore ha evidenziato le vulnerabilità strutturali dell’economia europea. Il Vecchio Continente soffre una stagnazione industriale che si protrae da oltre un decennio. Alla base c’è una perdita di competitività aggravata dalla lentezza delle innovazioni, dalla dipendenza energetica e da un assetto fiscale poco armonizzato. In questo contesto, le turbolenze globali rischiano di avere un impatto amplificato. L’export, che rappresenta uno dei motori principali della crescita europea, è esposto in maniera diretta a ogni scossone geopolitico o tariffario. L’Italia, in particolare, si trova in una posizione delicata, con un debito pubblico elevato, margini fiscali ridotti e una popolazione in rapido invecchiamento.

Investire, riformare, negoziare


Di fronte a questo scenario, Panetta ha invitato a non cedere alla logica delle chiusure. Ha ribadito la necessità di perseguire con coerenza la strada della cooperazione multilaterale, sollecitando una riforma profonda delle istituzioni finanziarie internazionali e la creazione di strumenti più efficaci per affrontare il sovraindebitamento dei paesi poveri. Sul piano interno, ha indicato come prioritaria una strategia di rilancio della crescita basata su investimenti pubblici in infrastrutture, transizione ecologica e digitale, innovazione e capitale umano. La solidità dell’Unione Europea – ha detto Panetta – non si costruisce solo con il rigore nei conti, ma anche con una visione condivisa che ponga al centro equità, competitività e solidarietà. Ha infine auspicato un maggiore impegno politico nella costruzione di un’Europa capace di parlare con una sola voce nei tavoli globali e di tutelare i propri interessi senza rinunciare ai principi del dialogo e del libero mercato.
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