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Un voto decide l'immunità di Ilaria Salis: Strasburgo si spacca

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Un voto decide l'immunità di Ilaria Salis: Strasburgo si spacca

A Strasburgo il risultato arriva dopo una conta tesa, con i numeri che restano appesi fino all’ultimo.
306 a favore, 305 contrari, 17 astenuti. Per un solo voto il Parlamento europeo conferma l’immunità parlamentare di Ilaria Salis, respingendo la richiesta delle autorità ungheresi di processarla per gli scontri avvenuti a Budapest nel 2023.

Un voto decide l'immunità di Ilaria Salis: Strasburgo si spacca

Il voto è stato a scrutinio segreto, come già in commissione Giuridica, e ha messo in luce un Parlamento profondamente diviso. La scelta di molti eurodeputati, soprattutto nel Ppe, di non seguire la linea del gruppo non è stata un atto di ribellione, ma di coscienza individuale.
L’anonimato del voto ha dato a ciascun parlamentare la libertà di decidere senza pressioni di partito, portando alcuni a sostenere la difesa dell’immunità di Salis.

Questo spiega perché, nonostante la leadership del Ppe fosse favorevole alla revoca, una parte del gruppo abbia scelto diversamente. La frattura non è stata dunque un tradimento politico, ma l’esito di una valutazione personale di fronte a un caso che intreccia giustizia e diritti fondamentali.

La voce di Salis

All’uscita dall’Aula, Salis si è fermata davanti ai giornalisti, visibilmente commossa: “Questo voto rappresenta una vittoria della libertà, della democrazia e dell’antifascismo”.

Poche parole, nessun trionfalismo. Un applauso da parte di alcuni colleghi ha accompagnato la sua dichiarazione, rivelando ancora una volta la spaccatura dell’Eurocamera.

L’ira di Salvini
A Roma la notizia ha acceso subito lo scontro politico. Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, ha scritto sui social: “Accusata di lesioni aggravate potenzialmente letali. Col trucchetto del voto segreto, voluto dalla sinistra, qualcuno che si dice di centrodestra l’ha salvata. Vergogna!”.

Un post accompagnato da un’immagine con la scritta: “Salis scappa dal processo”.
Per Salvini e per una parte del centrodestra, la decisione del Parlamento è stata un atto di indulgenza verso un’imputata di reati violenti.

La storia di Salis
Insegnante e attivista milanese, Salis era stata arrestata a Budapest nel febbraio 2023, accusata di aver partecipato a un’aggressione contro militanti di estrema destra durante la “Giornata dell’Onore”.
Detenuta per mesi in condizioni che avevano sollevato proteste in Italia e in Europa, è stata eletta eurodeputata nel giugno 2024 con Alleanza Verdi e Sinistra, trasformando il suo caso in un tema politico europeo.

Le autorità ungheresi chiedono da allora di poter procedere, ma l’elezione al Parlamento ha attivato le garanzie previste dall’immunità parlamentare.

Il peso politico del voto
Il risultato di Strasburgo non chiude la vicenda giudiziaria, ma la congela finché Salis resterà eurodeputata.
Rivela però il volto di un’Europa divisa: da un lato chi difende l’immunità come strumento di protezione contro processi che rischiano di avere una matrice politica, dall’altro chi teme che questa protezione diventi un privilegio ingiustificato.

Il voto segreto ha permesso una decisione autentica, lontana dalle logiche di appartenenza e dettata dal senso di responsabilità dei singoli.
Ed è forse questo l’aspetto più politico della vicenda: in un’Aula spaccata, il destino di una deputata italiana è stato deciso non dai partiti, ma dalle coscienze individuali.

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