Martedì, a Riad, andrà in scena l’anteprima del Salone del Mobile: “Red in progress. Salone del Mobile. Milano meets Riyadh”. È una tre giorni che non presenta soltanto prodotti e creatività: mette in vetrina un settore che nel solo primo semestre del 2025 ha generato 10 miliardi di euro di export, confermandosi una delle locomotive silenziose dell’economia italiana.
È da quel dato, enorme nella sua concretezza, che bisogna partire per capire il senso industriale e geopolitico di questa missione.
Il design italiano sbarca a Riad: 38 aziende protagoniste del nuovo asse economico tra Italia e Arabia Saudita
A Riad non arrivano semplicemente 38 aziende del design: arriva un pezzo della bilancia commerciale italiana, una filiera che tiene insieme imprese storiche e nuovi player, distretti territoriali e innovazione digitale, saper fare artigiano e industria 4.0.
Il mercato saudita come nuova frontiera del Made in Italy
La capitale saudita apre le porte al Salone di Milano in attesa della prima edizione 2026, e lo fa accogliendo le imprese italiane in un momento di espansione senza precedenti. Nel 2024, le esportazioni italiane di legno-arredo verso il Regno hanno raggiunto 288,3 milioni di euro, con una crescita del +16,9%.
L’Arabia Saudita è oggi il secondo mercato del Medio Oriente e Nord Africa per il nostro arredo e, nel segmento di fascia alta, l’Italia detiene una quota del 36%: più di un terzo dei mobili e dei complementi premium scelti nel Paese è firmato Made in Italy.
Una presenza talmente forte da trasformare il design in una leva diplomatica, in un linguaggio condiviso che avvicina due mondi economici in rapido movimento.
Diplomazia culturale e strategia industriale
L’evento è sostenuto dalla Farnesina, dall’ICE Agenzia, e vede la collaborazione diretta del Ministero della Cultura saudita. A rappresentare l’Italia sarà il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in missione nel Regno proprio mentre il Paese accelera su Vision 2030 e investimenti miliardari in nuove città, distretti culturali e progetti di architettura futuristica.
In questo quadro, la presenza italiana assume un valore politico: non si tratta solo di vendere mobili, ma di presidiare uno dei cantieri più grandi del mondo.
Ogni albergo di lusso, ogni residenza, ogni museo in costruzione è una potenziale opportunità per aziende che, negli ultimi anni, hanno dimostrato di potersi affermare sui mercati emergenti grazie a qualità, sostenibilità e design riconoscibile.
Milano-Riad, un ponte costruito anche su affari concreti
La tre giorni a Riad è pensata come piattaforma B2B in cui aziende italiane e imprese saudite incrociano idee, contratti, prospettive di collaborazione. Nel Regno si stanno aprendo cantieri che richiedono produzioni massive ma raffinate: resort, distretti creativi, spazi pubblici, sedi istituzionali.
Il Salone porta con sé il meglio della filiera: dal mobile imbottito all’illuminazione, dai materiali innovativi ai sistemi integrati per l’interior design. L’obiettivo è chiaro: radicare il Made in Italy nel sistema di forniture di un Paese che, nei prossimi anni, investirà centinaia di miliardi nella costruzione di nuovi ambienti urbani.
Verso il Salone del 2026, la prima volta nel Medio Oriente
La vera svolta arriverà nel 2026, quando il Salone del Mobile di Milano debutterà ufficialmente a Riad. Per la prima volta nella sua storia, la manifestazione abbandonerà i confini europei e si installerà nel cuore di un mercato dove la domanda di arredo premium cresce a doppia cifra.
Il successo dell’anteprima di quest’anno determinerà anche la configurazione della futura edizione saudita: un laboratorio di cooperazione economica tra due mondi che si stanno osservando con interesse crescente, ciascuno portando ciò che l’altro cerca. L’Italia offre qualità, storia del design, capacità manifatturiera; l’Arabia Saudita mette sul tavolo risorse, ambizioni urbane e una spinta modernizzatrice senza precedenti.
Il peso reale del settore: numeri che contano
Il messaggio economico è cristallino: un comparto da 10 miliardi di export in sei mesi non può limitarsi alla dimensione simbolica.
E infatti non lo fa.
Il valore strategico del Made in Italy dell’arredo si misura su più livelli: capacità di presidiare i mercati globali, dialogo con architetti e developer internazionali, forza del brand nazionale nei segmenti premium.
A Riad, tutto questo si concentra in tre giorni. E si trasforma in un racconto in cui identità, diplomazia e bilancia commerciale si intrecciano.