Il castello di Windsor, in occasione del banchetto di Stato dedicato a Donald Trump, si è trasformato in un set fotografico dove il protocollo ha incontrato il teatro. E, come spesso accade in questi casi, i veri protagonisti non sono stati né i discorsi solenni né i piatti d’argento lucidati a specchio: bensì gli outfit scelti dalle due signore più osservate della serata, Kate Middleton e Melania Trump.
Regali sorrisi e tacchi strategici
Kate è arrivata avvolta in un bianco così immacolato da far impallidire le tovaglie della sala. Un abito lungo, elegante, pensato per trasmettere quell’aria da "principessa che conosce il galateo meglio di chiunque altro". Ogni piega era al posto giusto, ogni gioiello calcolato al millimetro. Guardarla significava avere la certezza che, se il mondo dovesse crollare, lei riuscirebbe comunque a mantenere un perfetto sorriso da catalogo reale.
Melania Trump ha invece scelto l’effetto opposto: rigore, linee nette, un’eleganza che sembrava progettata con squadra e compasso. Il suo look dava l’impressione di poter reggere un’intera conferenza stampa senza bisogno di microfono, tanto era autorevole. Più che un abito, una dichiarazione d’intenti: “non confondetemi con la tappezzeria, sono qui per farmi notare e ci riesco senza sforzo”.
Il confronto era inevitabile e quasi divertente: due scuole di stile che si fronteggiavano come se il banchetto fosse in realtà una passerella. Da un lato, la continuità regale, fatta di grazia e tradizione; dall’altro, la spettacolarità americana, che trasforma ogni comparsa in una scena da film.
E mentre i commensali si concentravano sul menù, fatto di pietanze che pochi comuni mortali riuscirebbero a pronunciare senza esitazione, il vero piatto forte era servito altrove: nelle foto ufficiali che hanno immortalato i due look, pronti a fare il giro del mondo.
Così Windsor, almeno per una notte, si è trasformato in un palcoscenico grottesco e irresistibile: tra inchini, sorrisi calibrati e tacchi che hanno camminato con più strategia di qualsiasi discorso diplomatico. Alla fine, la politica passa, ma gli outfit restano negli archivi fotografici — e lì, ironicamente, dureranno più a lungo di qualsiasi banchetto di Stato.