• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia

Turismo Usa 2025: la frenata che Washington non vuole chiamare crisi

- di: Vittorio Massi
 
Turismo Usa 2025: la frenata che Washington non vuole chiamare crisi
Turismo Usa 2025: la frenata che nessuno vuole chiamare crisi
Dollaro forte, Canada in fuga e hotel sotto pressione: cosa dicono i numeri (e chi li legge).

(Foto: una veduta di New York dal mare).

Una parola che a Washington evitano: “rallentamento”

Se nel turismo esistesse un semaforo, negli Stati Uniti nel 2025 starebbe lampeggiando giallo fisso: non è lo stop totale, ma il messaggio è chiaro. I segnali più netti arrivano dall’inbound internazionale, che invece di completare la rincorsa post-pandemia sembra aver perso fiato.

La U.S. Travel Association, nel suo Travel Recovery Insights Dashboard (pubblicazione del 3 dicembre 2025), parla di un trend discendente da sei mesi e di una prima stima che indica visite “overseas” -3,1%. Nello stesso aggiornamento compaiono anche le prime indicazioni canadesi: inbound dal Canada giù tra -20% e -30% in ottobre secondo i dati preliminari citati.       

I numeri che fanno rumore: spesa estera e arrivi

Il colpo più pesante non è solo nei volumi, ma nel portafoglio: il World Travel & Tourism Council (WTTC) stima che la spesa dei visitatori internazionali negli USA scenda a poco meno di 169 miliardi di dollari nel 2025, da 181 miliardi nel 2024, per una perdita quantificata in 12,5 miliardi.       

Sulla stessa linea, Reuters collega il calo previsto a un mix di politica, dollaro forte e “effetto confine”, riportando una frase che pesa come un macigno: la CEO del WTTC Julia Simpson sottolinea che, su un campione di 184 Paesi, gli Stati Uniti risultano un caso quasi isolato di contrazione della spesa internazionale.       

Anche i dati di flusso mostrano scricchiolii: secondo un riepilogo basato su dati NTTO pubblicato il 4 settembre 2025, gli arrivi internazionali a giugno 2025 sono 5.278.944, in calo del -6,2% su giugno 2024.       

Il Canada: quando “il vicino di casa” smette di venire a cena

Se c’è un mercato che sposta aghi e termometri, è il Canada. E nel 2025 la febbre si vede benissimo lungo i confini e nelle città del Nord-Ovest.

Axios racconta che nello Stato di Washington i passaggi in auto dal Canada da gennaio a ottobre risultano -24% rispetto al 2024 (contro un -20% nazionale), con ricadute su hotel, negozi e ristorazione. Nello stesso pezzo, Visit Seattle viene citata con una previsione di -27% di visitatori internazionali overnight nel 2025, “trainata” dal ritiro canadese.       

Sul lato statistico, Statistics Canada ha pubblicato il 22 dicembre 2025 l’aggiornamento su “Travel between Canada and other countries, October 2025”, rimandando anche alla dashboard “Frontier Counts”. È il tipo di documento che, per gli operatori, vale più di mille slogan: misura il flusso reale, quello che poi diventa pernottamenti e scontrini.       

E il tema è così grande da finire anche nella lettura politica: Fortune parla di imprese “strozzate” dal calo del turismo canadese e cita la flessione dei passaggi al confine nel periodo gennaio-ottobre.       

Perché succede: dollaro, confine, visti e percezione

La domanda chiave è una sola: perché proprio adesso? La risposta è un cocktail, e non è nemmeno tanto segreto: costa di più, sembra più complicato, e in certe narrazioni appare meno accogliente.

Un documento del Congressional Research Service mette in fila i fattori: attese per i colloqui visti, politiche di confine più rigide, possibili tariffe, forza del dollaro e restrizioni di viaggio per alcuni Paesi. Il CRS nota anche un segnale sintetico: arrivi internazionali year-to-date (fino a maggio 2025) -2,4% rispetto all’anno precedente.       

Nello stesso documento emerge un passaggio politicamente esplosivo: in un’audizione di aprile 2025, il capo della U.S. Travel Association sostiene che “America is no longer the top destination for global travel”. La frase compare anche nella trascrizione su Congress.gov della seduta del 8 aprile 2025.       

Intanto, la parte “percezione” si trasforma in numeri quando la modellistica aggiorna le previsioni: AP News (13 maggio 2025) racconta il taglio delle stime di Tourism Economics e riporta le parole del presidente Adam Sacks su tariffe, retorica e incidenti al confine come fattori di freno.       

A completare il quadro, la stessa Tourism Economics in un aggiornamento del 22 agosto 2025 parla di “sentiment headwinds” e di una revisione drastica: da crescita attesa a calo dell’inbound nel 2025.       

Hotel: la cartina di tornasole (RevPAR negativo)

Se vuoi capire come va il turismo, guarda gli hotel: sono il punto in cui le intenzioni diventano prenotazioni. E qui il 2025 non sorride.

Nel comunicato dell’11 novembre 2025, CoStar e Tourism Economics abbassano le stime: per il 2025 l’occupazione viene rivista a 62,3% e il RevPAR previsto scivola a -0,4%, un dato raro (gli ultimi anni di calo annuale citati: 2020 e 2009).       

E poi c’è Las Vegas, che nel 2025 è diventata un caso-studio: Travel Weekly (21 luglio 2025) riporta dati preliminari STR con un crollo di occupazione a giugno nell’ordine del -14,9% anno su anno.       

Dentro gli Stati Uniti si viaggia, ma da fuori si frena

Attenzione alla trappola: “turismo USA” non significa solo stranieri. Sul fronte domestico, la macchina dei viaggi interni continua a girare, e in certe finestre stagionali l’aereo resta pieno. Ma è proprio qui che si vede lo scarto: internamente regge, esternamente scricchiola.

U.S. Travel, nel forecast del 1 ottobre 2025, sintetizza la traiettoria con una frase secca: la travel to the United States nel 2025 è stimata in discesa a circa l’85% dei livelli 2019, e la spesa inbound complessiva è data in lieve calo.       

Sul medio periodo, invece, il governo federale mostra una narrativa più ottimista: l’International Trade Administration (Trade.gov) in una pagina di forecast indica che gli arrivi internazionali potrebbero superare il 2019 nel 2026. È la classica divergenza tra “fotografia del 2025” e “promessa del 2026”.       

Il grande paradosso: America pronta per i mega-eventi, ma deve convincere il mondo

Il turismo è anche una questione di reputazione e capacità amministrativa. E qui arriva il paradosso: mentre gli USA si preparano a ospitare eventi globali (tra cui la Coppa del Mondo 2026 e le Olimpiadi 2028), lo stesso CRS segnala preoccupazioni su visti, processi di ingresso e sul fatto che episodi di detenzione o controlli possano influenzare le scelte di viaggio.       

Tradotto: gli Stati Uniti hanno in calendario l’occasione perfetta per rilanciare la domanda internazionale, ma non possono permettersi di far percepire il viaggio come un percorso a ostacoli.

Il turismo Usa 2025 non crolla, ma perde slancio (e soldi)

Nel 2025 gli Stati Uniti non spariscono dalle mappe turistiche. Però l’inbound internazionale mostra una dinamica chiara: meno crescita, più attrito. Il combinato disposto di dollaro forte, sensibilità politica e frizioni ai confini pesa soprattutto sui mercati vicini e “facili” come il Canada, con effetti visibili nelle economie locali e nei conti dell’ospitalità.

La cartina di tornasole, oggi, è doppia: se le stime su spesa e flussi verranno confermate, il 2026 potrà essere l’anno del rimbalzo solo a una condizione: rendere l’esperienza di ingresso e permanenza semplice, prevedibile e competitiva. Il turismo non ama l’incertezza: sceglie sempre la porta più comoda.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 97 record
22/12/2025
Perché guardare oltre l’S&P 500: il tech cinese che corre
Cloud, intelligenza artificiale ed e-commerce: Alibaba, Baidu, JD.com e Pinduoduo spiegano...
22/12/2025
Il 2026 delle Borse: meno Usa, più Europa ed emergenti
Scenari 2026: Wall Street cara, opportunità in Europa ed emergenti, dollaro debole, Fed pr...
22/12/2025
Pub contro il Labour: la rivolta fiscale che scuote il Regno Unito
Nel Regno Unito esplode la protesta dei pub contro l’aumento delle tasse voluto dal govern...
22/12/2025
Asia in rally: chip e IA spingono Tokyo e Seul, Cina stabile
Le Borse asiatiche salgono mentre i chip tornano protagonisti grazie all’IA. Giappone e Co...
21/12/2025
Bonifici ai parenti: le mosse per non finire nel mirino
Bonifici a figli e familiari: causali corrette, documenti da conservare, donazioni indiret...
21/12/2025
Agenzia delle Entrate: allarme IA e sanzioni in vista
Stretta del Fisco sull’uso improprio dell’intelligenza artificiale: verifiche interne, san...
Trovati 97 record
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia