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Zelensky attacca Putin: "Non vuole la pace"

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Zelensky attacca Putin: 'Non vuole la pace'

“Lanciare attacchi su larga scala dopo colloqui di cessate il fuoco è un segnale chiaro: Mosca non vuole una vera pace”. Sono parole dure quelle usate dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un messaggio pubblicato sul social X (ex Twitter), in cui ha condannato i nuovi raid russi che nelle ultime 24 ore hanno colpito diverse regioni dell’Ucraina. I droni lanciati da Mosca hanno preso di mira obiettivi sia civili che infrastrutturali, in un’escalation che, secondo Kyiv, ha lo scopo di alzare la pressione psicologica e militare alla vigilia del vertice di Parigi.

Zelensky attacca Putin: "Non vuole la pace"

Proprio domani, infatti, si svolgerà nella capitale francese il summit dei “volenterosi”, al quale parteciperà anche Zelensky, dopo un incontro bilaterale previsto oggi con il presidente Emmanuel Macron. L’Ucraina intende portare all’attenzione della comunità internazionale il continuo deterioramento della situazione sul campo e l’assenza di segnali concreti da parte russa per un reale processo negoziale. Il presidente ucraino, pur aperto a soluzioni diplomatiche, ha più volte ribadito che non accetterà compromessi sull'integrità territoriale del Paese.

Anna Prokofieva uccisa da una mina a Belgorod
A rendere ancora più tesa l’atmosfera è la notizia, confermata dai media russi, della morte di Anna Prokofieva, corrispondente di guerra del principale canale statale Rossija 24. La giornalista sarebbe rimasta uccisa a causa dell’esplosione di una mina nella regione di Belgorod, una zona russa al confine con l’Ucraina. Le circostanze dell’incidente non sono ancora del tutto chiare, ma la vicenda è già stata caricata di significati politici: da Mosca si parla di “attacco terroristico”, mentre Kyiv non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali. L’episodio accende i riflettori sul crescente numero di vittime civili e professionisti dell’informazione coinvolti nel conflitto.

Le condanne del tribunale militare russo
A queste tensioni si aggiungono le decisioni di un tribunale militare russo, che ha condannato da 13 a 23 anni di carcere 23 prigionieri o ex prigionieri di guerra ucraini, etichettati come “membri del battaglione Azov”. Le accuse vanno dalla partecipazione a gruppi armati estremisti al presunto coinvolgimento in atti di sabotaggio. Kyiv considera questi processi una violazione del diritto internazionale e denuncia l’uso della giustizia militare russa come strumento di propaganda. I familiari dei condannati hanno lanciato un appello agli organismi internazionali per ottenere chiarimenti e monitoraggio.

La guerra dell’informazione e il fronte interno russo
L’uccisione della giornalista e le condanne contro i militari ucraini rientrano in quella che molti osservatori definiscono “guerra dell’informazione”, un fronte parallelo a quello bellico dove si combatte per il consenso interno e per la legittimità internazionale. Mosca continua a presentarsi come vittima di provocazioni e atti terroristici, mentre accusa l’Occidente di ipocrisia e doppi standard. Dall’altra parte, Kyiv denuncia i crimini di guerra, il targeting deliberato di civili e la sistematica repressione delle voci dissidenti nei territori occupati.

Una visita strategica a Parigi
Zelensky arriva oggi a Parigi con un’agenda precisa: ottenere garanzie politiche e nuovi pacchetti di aiuti, militari e finanziari. Il vertice con Macron precederà l’incontro più ampio dei volenterosi, durante il quale si cercherà di rilanciare una roadmap condivisa per affrontare il conflitto. In gioco c’è la credibilità del fronte occidentale, sempre più diviso tra falchi e colombe, tra chi preme per una soluzione militare e chi vorrebbe accelerare verso un compromesso. L’Ucraina, dal canto suo, non vuole restare schiacciata tra le divergenze dei suoi alleati.

Un equilibrio fragile e il rischio di escalation
Le ultime ore dimostrano quanto sia fragile il confine tra diplomazia e nuova escalation. Gli attacchi russi, le morti civili, le condanne giudiziarie e le tensioni internazionali convergono in un clima sempre più teso. Il summit di Parigi sarà quindi un appuntamento decisivo non solo per l’Ucraina, ma per l’intera architettura della sicurezza europea. Se e come si potrà riaprire un canale negoziale concreto resta ancora una domanda senza risposta.

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