Quello che le donne non dicono

- di: Barbara Leone
 
Non c’è niente da fare. Uomini e donne non si capiscono. Rectius… Gli uomini non capiscono le donne. Del resto com’è che si dice? Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere. Tradotto: parliamo due lingue diverse. In pratica è come mettere nella stessa stanza un indiano yanomami con un pechinese. Nel senso di abitante di Pechino, non di cane. Che poi, per inciso, ci capisce molto di più un cane di un fidanzato/marito/compagno/amante o quello che sia. Questione di empatia. A dirlo è la scienza, mica pizziefichi! E più precisamente un gruppo di ricercatori dell'Università di Bochum, in Germania, secondo cui l’incomunicabilità fra uomo e donna è colpa delle “reti neurali alterate nella lettura del linguaggio degli occhi di uomini e donne”. Che vor dì? Che gli uomini, a detta dei ricercatori, hanno difficoltà a capire le donne perché non riescono a riconoscere gli stati d’animo che esprimono attraverso gli occhi che, lo sanno pure i sassi, sono lo specchio dell’anima. E per dimostrare sta frescaccia, pardon, questa rivoluzionarissima tesi, hanno sottoposto 22 volontari di sesso maschile a un esperimento: gli hanno mostrato le immagini in bianco e nero di 36 paia di occhi, chiedendogli di individuare quali emozioni celavano. Diciotto delle foto appartenevano ad uomini e diciotto a donne, ma questo i partecipanti non lo sapevano. E gli hanno chiesto di scegliere tra due parole quella che meglio descriveva l'emozione o lo stato mentale della persona che stavano guardando, mentre li sottoponevano ad una risonanza magnetica funzionale per avere un quadro completo di ciò che accadeva nel loro cervello. Risultato: i volontari sono stati molto più bravi a leggere l’espressione degli occhi quando appartenevano a un maschio. Tutto bello, bellissimo e illuminante. Peccato che non ci voleva un esperimento per saperlo. Basta avere un fidanzato/marito/compagno/amante o quello che sia (come sopra). Sempre la scienza ci dice poi che, udite udite, siamo biologicamente diversi. Ad esempio, le donne hanno l’11% in più di neuroni nella parte riguardante l’ascolto attivo e prendono decisioni utilizzando la parte più emotiva del cervello. Mentre gli uomini sono più pratici e passano direttamente all’azione. Azione che, manco a dirlo, per noi donne è quasi sempre sbagliata. Della serie: meglio che vi stavate fermi.

E ancora: la scienza, sempre lei che ci illumina d’immenso, dice che la zona del cervello maschile in cui si genera l’ansia è quattro volte inferiore rispetto alla donna. Mo’ quattro… io direi almeno otto, ma vabbè.  Per l’uomo, insomma, va sempre tutto bene. E anche qui, lo sperimentiamo ogni santo giorno che Dio manda in terra. C’è un problema? Ma sì, ci pensiamo dopo, poi vediamo, cosa vuoi che sia… E nel frattempo succede il finimondo. Ma non basta. Perché un altro illuminante studio effettuato nel Karolinska Institute di Stoccolma ci informa che il sesso femminile sopporterebbe meglio la sofferenza fisica e, di conseguenza, anche la fatica. Cioè, questi ci hanno veramente fatto uno studio su questa cosa? Scena di ordinaria amministrazione in una coppia qualunque in qualunque parte del mondo. Lui: “Ho 38 di febbre”. Lei: “Ho 38 di febbre”. Sottotesto. Lui: “Sto per morire, ti prego amore preparami il brodino, chiama il mio capo, mia madre, mio cugino e pure le pompe funebri perché non credo di sopravvivere”. Lei: “Prendo un’aspirina, vado a stendere il bucato, poi a fare la spesa e a pisciare il cane (quello che mi capisce, sottotesto del sottotesto”. Vi risuona familiare, sì? Rassegniamoci: non ci capiamo. Abbiamo proprio due approcci diversi al mondo, alla vita, ai problemi… E naturalmente all’amore. Inizio di una storia. Scena di ordinaria amministrazione in una coppia qualunque in qualunque parte del mondo. Lui: “Ho paura di innamorarmi”. Lei: “Ho paura di innamorarmi”. Sottotesto. Lui: “Non voglio impegnarmi”. Lei: “Non vedo l’ora che mi dici ti amo”. E poi un classico, in una coppia qualunque in qualunque parte del mondo. Lui: “Non ho niente”. Lei: “Non ho niente”. Sottotesto. Lui: “Non sto pensando assolutamente a niente, ho i neuroni in standby e voglio solo guardare in santa pace la partita”. Lei: “Stammi alla larga che sto per sbroccare”. Oppure, altro classico dei classici… in una coppia qualunque in qualunque parte del mondo. Lui: “Hai ragione tu”. Lei: “Hai ragione tu”. Sottotesto. Lui: “Hai ragione tu”. Lei: “Vafff….”. E ancora. Lui: “Ok”. Lei: “Ok”. Sottotesto. Lui: “Va bene”. Lei: “Sto meditando come fartela pagare ma lentamente perché la vendetta è un piatto che va servito freddo”. Vogliamo poi parlare della parolina magica? Crisi. Sottotesto, sempre in una coppia qualunque in qualunque parte del mondo. Lui: “Ma quale crisi, va tutto bene, dammela e non ne parliamo più”. Lei: “Domani chiamo l’avvocato, faccio le valigie e me ne torno da mia madre”. Dulcis, si fa per dire, in fondo i silenzi. Qui si apre proprio un mondo. Perché quando un uomo sta in silenzio molto semplicemente non ha niente da dire. E molto spesso, come sopra, non sta pensando assolutamente a niente. Noi no. Dietro ai silenzi di una donna si celano discorsi strozzati in gola, lacrime trattenute, sos rimandati al mittente, paure, ansie, angosce, desideri, nostalgie… Quello che le donne non dicono. La verità è che potrei andare avanti all’infinito. Perché infinite sono le pagine di questo dizionario che nessun uomo decifrerà mai.
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