I nuovi dati Abi: il risparmio "ozioso" detenuto in depositi bancari continua a crescere a ritmi sostenuti (+9,2%)

- di: Giuseppe Castellini
 
A marzo 2021 continuano a volare i depositi bancari (per gran parte le somme depositate sui conti correnti o comunque investite in strumenti di breve periodo) di famiglie e imprese, mentre gli impieghi crescono ma molto meno dei depositi e anzi mettono a segno l’incremento più basso da gennaio 2021. Insomma, l’incertezza continua a farla da padrona e determina il continuo incremento dei depositi dei risparmiatori italiani, sia delle imprese che delle famiglie. Risparmio ‘ozioso’, almeno al momento, che non diventa investimento e quindi crescita e sviluppo.
È il quadro, i cui trend non mutano rispetto al recente passato, che emerge dal Rapporto mensile dell’Abi (Associazione bancaria italiana) di aprile, che presenta le cifre del precedente mese di marzo.

Più in dettaglio, a marzo i prestiti bancari a imprese e famiglie sono aumentati del 4,5% rispetto a un anno fa, con un incremento di 26,4 miliardi di euro, ma la crescita dei depositi bancari è ancora una volta molto più alta (+9,2%), con un incremento di 146,6 miliardi. A livello di raccolta bancaria complessiva (comprendendo quindi, oltre ai depositi, anche le obbligazioni) la crescita, sempre a marzo, è stata del 7,1% (+129,9 miliardi), tutta trainata dall’aumento dei depositi perché la somma totale di risparmio detenuta in obbligazioni è scesa del 7,2% (-16,7 miliardi di euro).
Ed è da notare che l’aumento degli impieghi bancari registrato a marzo rispetto al precedente mese di febbraio (+3%) è, su base mensile, il più basso registrato dallo scorso ottobre.

Quanto alla qualità del credito, misurata dalle sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse), continua a migliorare, con le sofferenze nette che a febbraio 2021 sono 20,1 miliardi di euro, in riduzione rispetto ai 26,4 miliardi di febbraio 2020 (-6,3 miliardi pari a -23,8%) e ai 33,6 miliardi di febbraio 2019 (-13,5 miliardi, pari a -40,2%). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di circa 69 miliardi (pari a -77,3%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è l’1,16% a febbraio 2021, (era 1,55% a febbraio 2020, 1,95% a febbraio 2019 e 4,89% a novembre 2015).

Sul fronte dei tassi, a marzo 2021 i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento si mantengono su livelli particolarmente bassi, sui minimi storici, e registrano le seguenti dinamiche: il tasso medio sul totale dei prestiti è sceso al 2,24% (2,25% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l’1,20% (1,15% il mese precedente; 5,48% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è l’1,37% (1,30% a febbraio 2021, 5,72% a fine 2007).
Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie rimane in Italia su livelli particolarmente infimi: a marzo 2021 risulta di 175 punti base (177 punti base nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007). Su questo versante, pertanto, i guadagni delle banche sono al lumicino.
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