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Argento alle stelle: perché il prezzo esplode nel 2025

- di: Jole Rosati
 
Argento alle stelle: perché il prezzo esplode nel 2025
Un viaggio vivace fra numeri, tecnologia, geopolitica e futuro del mercato del “metallo bianco”.

2025 è l’anno in cui l’argento si è trasformato da metallo prezioso “minore” a protagonista globale dei mercati: il suo prezzo ha raggiunto livelli record storici, superando i 66-69 dollari per oncia con crescite sul +120/140% rispetto all’anno scorso e performance migliori perfino dell’oro, a sua volta in rally eccezionale.

Cos’è successo davvero al prezzo dell’argento

Nel 2025 il metallo bianco ha rotto vecchi record con una corsa che pochi avevano previsto solo pochi anni fa. A dicembre le quotazioni hanno toccato livelli tra i ~65 e ~70 dollari per oncia, segnando una performance percentuale annuale “mostruosa”, la migliore da decenni.

1. Deficit strutturale: la causa numero uno

Il mercato dell’argento soffre di un deficit persistente: la domanda globale supera l’offerta da almeno cinque anni e questa tendenza non accenna a invertirsi.

  • Offerta stagnante: la maggior parte dell’argento è un sottoprodotto di miniere di rame, piombo e zinco e non aumenta rapidamente con i prezzi.
  • Stock limitati: le riserve commerciali scarseggiano e gli inventari sono compressi, creando tensione sui mercati.

2. Domanda industriale travolgente

L’argento non è solo investimento e monile: è fondamentale per tecnologie moderne che vanno ben oltre la gioielleria:

  • Energia solare: pannelli fotovoltaici consumano centinaia di milioni di once ogni anno.
  • Veicoli elettrici e data center: componenti elettronici integrano l’argento per la sua elevata conducibilità.
  • Telecomunicazioni, RFID e sensori: usi in crescita in vari settori industriali.
  • Applicazioni mediche e militari: dall’affidabilità in sistemi avanzati alla conduzione nei circuiti.

Questa domanda legata ai “megatrend” tecnologici e green spinge la domanda strutturale, non solo ciclica, e crea una domanda poco comprimibile.

3. Geopolitica e rischio

La tensione internazionale, i conflitti, le spese militari e la ridefinizione delle catene di approvvigionamento globali hanno reso i metalli preziosi — oro e argento — rifugi sicuri, con investitori pronti a spostare capitali nei beni tangibili.

Eventi geopolitici recenti, come l’escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Venezuela, hanno aumentato l’attrattiva dei metalli come protezione contro l’incertezza finanziaria.

4. Fed e condizioni monetarie globali

Le aspettative di riduzione dei tassi da parte della Federal Reserve e la debolezza del dollaro hanno infiammato l’interesse per gli asset rifugio. Con rendimenti reali negativi sui titoli obbligazionari, gli investitori si sono rivolti ai metalli preziosi per proteggere il capitale.

5. Il ruolo degli investitori

L’aumento delle posizioni in ETF e prodotti finanziari legati all’argento ha amplificato il trend di prezzo, creando flussi di domanda che si auto-alimentano.

Che cosa significa per i cittadini e le imprese?

Per consumatori e settori che utilizzano argento nei prodotti finali, i costi di produzione possono aumentare. In settori come l’elettronica e il solare, questa dinamica può tradursi in prezzi più elevati per beni finiti.

D’altra parte, per gli investitori l’argento ha offerto rendimenti eccezionali nel 2025, superando molte asset class tradizionali. Tuttavia, la volatilità resta alta e gli esperti mettono in guardia su possibili correzioni dopo rally così intensi.

Prospettive per il futuro

Secondo le stime di mercato e gli analisti, se il deficit continuerà e la domanda tecnologica crescerà, i prezzi dell’argento potrebbero restare elevati o addirittura avanzare ulteriormente nel 2026, con target fino a 80-100 dollari l’oncia in scenari ottimistici.

Tuttavia, la volatilità e il rischio di correzioni non vanno sottovalutati: rally dopo forti guadagni possono subire pause tecniche o prese di profitto degli investitori.

In sintesi: il boom dell’argento nel 2025 è il risultato di una combinazione di deficit strutturale, domanda industriale crescente, tensioni geopolitiche e dinamiche monetarie globali. Il risultato è un metallo che riveste oggi un ruolo centrale sia nell’industria che come asset finanziario.

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