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Armi senza limiti a Kiev: l’Occidente spinge, Mosca minaccia

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Armi senza limiti a Kiev: l’Occidente spinge, Mosca minaccia

Una svolta nella guerra in Ucraina si è consumata in queste ore sul piano strategico e diplomatico. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha annunciato che le armi fornite a Kiev da Germania, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti non avranno più limiti di gittata. Ciò significa che l’esercito ucraino potrà ufficialmente colpire obiettivi anche all’interno del territorio russo, se ritenuti di rilevanza militare. Un cambiamento profondo rispetto alla dottrina finora condivisa, che prevedeva un uso “difensivo” delle forniture. “Non possiamo più imporre restrizioni unilaterali quando il nemico colpisce infrastrutture civili ogni notte”, ha affermato Merz. Le reazioni non si sono fatte attendere, in particolare da Mosca, che definisce la decisione “una provocazione pericolosa”.

Armi senza limiti a Kiev: l’Occidente spinge, Mosca minaccia

Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha condannato con fermezza l’annuncio, accusando i paesi occidentali di alimentare l’escalation e compromettere ogni speranza di soluzione politica. “Queste forniture, ora senza vincoli, rappresentano un passo ulteriore verso il coinvolgimento diretto della NATO”, ha dichiarato. Secondo Mosca, gli Stati Uniti e i loro alleati stanno armando Kiev non per difendersi ma per portare la guerra sul territorio russo. Il ministro degli Esteri Lavrov ha evocato possibili “risposte asimmetriche”, mentre il Consiglio di Sicurezza russo è stato convocato d’urgenza. Il timore è che la nuova autorizzazione possa spingere l’Ucraina a colpire depositi o centri di comando oltreconfine, aprendo a un inasprimento del conflitto mai visto prima.

L’Ue prepara nuove sanzioni contro l’economia russa
Nel frattempo, la Commissione Europea ha fatto sapere che è allo studio un nuovo pacchetto di sanzioni mirate a “paralizzare ulteriormente l’economia russa”, in risposta agli ultimi raid contro obiettivi civili in Ucraina. “Mosca capisce solo la forza”, ha affermato un portavoce europeo, sottolineando come le misure finora adottate non siano sufficienti a dissuadere il Cremlino. Le nuove sanzioni colpirebbero non solo settori bancari e tecnologici, ma anche trasporti e catene di approvvigionamento strategiche. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di sanzioni secondarie per i paesi che aiutano Mosca a eludere i divieti attuali, con un occhio particolare verso alcune imprese in Asia centrale.

Zelenskyj: “Il mondo parla, Putin bombarda”
Dal canto suo, il presidente dell’Ucraina ha accolto con favore la decisione occidentale, definendola “un passo necessario e tardivo”. In un videomessaggio trasmesso nella notte, Volodymyr Zelenskyj ha dichiarato: “Solo un senso di totale impunità può consentire alla Russia di infliggere simili colpi. Putin dimostra così quanto disprezzi un mondo che si impegna più nel dialogo con lui che a mettergli pressione”. Il presidente ha denunciato una nuova ondata di attacchi con droni e missili che hanno colpito almeno tre città ucraine nelle ultime 24 ore, causando morti e distruzione. “Non possiamo combattere con una mano legata dietro la schiena. La nostra sopravvivenza dipende dalla nostra capacità di rispondere, ovunque sia necessario”, ha aggiunto.

La reazione internazionale: preoccupazione e cautela
Se da una parte cresce il sostegno a Kiev, dall’altra aumentano anche i timori di un’escalation incontrollata. Alcuni analisti internazionali avvertono che l’autorizzazione a colpire il suolo russo potrebbe rappresentare una soglia critica. Le diplomazie di Paesi neutrali come Svizzera, India e Brasile hanno chiesto “massima prudenza” e “una rinnovata spinta al negoziato”. Anche all’interno dell’Alleanza Atlantica, alcune voci chiedono di tenere aperta una via diplomatica. Ma con la guerra al suo terzo anno e la Russia che continua a colpire infrastrutture civili, l’idea di un compromesso sembra sempre più distante. La possibilità che la guerra si allarghi oltre i confini ucraini, con attacchi mirati dentro la Federazione russa, non è più solo teorica.

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