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Asia in modalità “thin trading”: Tokyo su, Cina avanza, oro record

- di: Matteo Borrelli
 
Asia in modalità “thin trading”: Tokyo su, Cina avanza, oro record
Asia in modalità “thin trading”: Tokyo su, Cina avanza, oro record
Natale con volumi leggeri: tech in vetrina a Tokyo, Pechino sostiene la liquidità, molte piazze chiuse. Lo yen si rafforza.

Tokyo quasi immobile, ma con un’idea chiara: tecnologia

La seduta natalizia a Tokyo è stata un esercizio di equilibrio: pochi scambi, poche accelerazioni, ma un filo conduttore netto. Il Nikkei 225 ha chiuso in lieve rialzo a 50.407,79 punti (+0,13%), con acquisti concentrati sui titoli tecnologici.

Sullo sfondo hanno pesato due elementi: la scia positiva arrivata da Wall Street (dove gli indici hanno ritoccato nuovi massimi in un clima pre-festivo) e la partita geopolitico-industriale dei semiconduttori, riaccesa dalle notizie su concessioni statunitensi in materia di export verso la Cina.

Sul fronte valutario, lo yen ha mostrato i muscoli: 155,80 sul dollaro e 183,60 sull’euro, in rafforzamento rispetto ai livelli dei giorni precedenti. In un mercato rarefatto, anche piccoli flussi possono fare rumore: il messaggio è che il cambio resta un termometro sensibile del differenziale tassi e delle aspettative sulle banche centrali.

Cina positiva: Shanghai e Shenzhen in rialzo, occhi sulla liquidità

Se l’Asia “a tema Natale” viaggia a scartamento ridotto, la Cina è l’eccezione operativa. A fine seduta, lo Shanghai Composite è salito a 3.959,62 punti (+0,47%) e lo Shenzhen Component a 13.531,41 (+0,33%).

Il motore, più che l’euforia, è stato il rassicurante lavoro “di manutenzione” della politica monetaria: la banca centrale cinese ha ribadito l’obiettivo di mantenere una liquidità adeguata per sostenere finanziamento, crescita e target di inflazione. Tradotto in linguaggio da trading floor: meno ansia da rubinetti chiusi, più disponibilità a restare investiti.

Hong Kong ferma, i listini domestici cinesi finiscono per diventare un barometro ancora più visibile del sentiment regionale.

L’elenco completo delle Borse asiatiche: chi ha scambiato e chi era in pausa

Giappone (Tokyo) – Nikkei 225: 50.407,79 (+0,13%)

Cina (Shanghai) – Shanghai Composite: 3.959,62 (+0,47%)

Cina (Shenzhen) – Shenzhen Component: 13.531,41 (+0,33%)

Thailandia (Bangkok) – SET Index: 1.266,12 (-0,72%)

Vietnam (Ho Chi Minh City) – VN-Index: 1.792 punti circa (+0,49%)

Hong Kong – Hang Seng: chiusa per festività; ultima seduta (24 dicembre): 25.818,93 (+0,2%)

Corea del Sud (Seul) – KOSPI: chiusa per festività; ultima seduta (24 dicembre): 4.108,62 (-0,21%)

Australia (Sydney) – S&P/ASX 200: chiusa per festività; ultima seduta (24 dicembre): 8.762,70 (-0,38%)

Taiwan (Taipei) – TAIEX: chiusa (Constitution Day); ultima seduta (24 dicembre): 28.371,98 (+0,22%)

Singapore – Straits Times Index (STI): chiusa per festività; ultima seduta (24 dicembre, seduta ridotta): 4.636,34 (-0,06%)

Indonesia (Jakarta) – IDX Composite / IHSG: chiusa per Natale; ultima seduta (24 dicembre): 8.597,39 (-0,55%)

India (Mumbai) – BSE Sensex / NSE Nifty: chiusa per Natale; ultima seduta disponibile: 24 dicembre (mercati chiusi il 25)

Malesia (Kuala Lumpur): chiusa per Natale

Filippine (Manila) – PSEi: chiusa (pausa natalizia 24-25 dicembre)

In giornate come questa, il “pieno” informativo non sta solo nei numeri di chiusura, ma anche nei vuoti di calendario: quando metà regione è ferma, i movimenti dei pochi mercati aperti tendono a essere più “puri” (e talvolta più nervosi) perché manca il contrappeso dei flussi incrociati.

Valute: yen in evidenza, euro stabile sul dollaro

Il mercato dei cambi ha raccontato una storia semplice: yen in rafforzamento e euro su livelli alti contro dollaro. In Asia, la coppia USD/JPY è stata indicata in area 155,8, mentre EUR/JPY intorno a 183,6.

Sul fronte del biglietto verde, l’EUR/USD si è mosso attorno a 1,1787–1,1788. In un contesto di scambi ridotti, il cambio diventa spesso il canale più reattivo alle aspettative sui tassi: meno volatilità di listino, più “micro-spinte” sul forex.

Materie prime: petrolio stabile, gas TTF a 28,07 €/MWh, oro su livelli record

Sul fronte energia, il WTI si è attestato in area 58,35 dollari al barile (riferimento di chiusura della vigilia), mentre il mercato continua a misurare domanda, scorte e segnali macro in modalità “year-end”.

In Europa, il gas naturale TTF ad Amsterdam è stato indicato a 28,07 euro/MWh (rilevazione mattutina), livello che conferma un inverno fin qui gestibile sul piano delle tensioni di prezzo, pur con la solita sensibilità a meteo e flussi.

Il capitolo più rumoroso resta però quello dei metalli preziosi: l’oro viaggia su quota 4.480 dollari l’oncia circa, con prezzi che hanno aggiornato i massimi in un mix di domanda “rifugio”, aspettative sui tassi e dollaro meno tonico. In area euro, la quotazione al grammo è stata indicata intorno a 122,28 €/g (rilevazione mattutina).

E sullo sfondo c’è un altro protagonista: il rame, che ha toccato record storici oltre i 12.000 dollari/tonnellata nelle sedute recenti, alimentando la narrativa “metalli + transizione + domanda tech”.

Futures Europa: indicazioni per la prossima riapertura

Con molte Borse europee chiuse per Natale, il radar degli operatori si sposta sui derivati, che funzionano da “trailer” della prossima seduta utile. Le indicazioni più osservate:

Euro Stoxx 50 futures: area 5.750–5.778 (range della giornata)

DAX futures: area 24.504 (range indicativo 24.416–24.527)

FTSE 100 futures: area 9.882–9.920 (range indicativo della giornata)

CAC 40 futures: area 8.135–8.143 (indicazioni intraday)

Il quadro che ne esce è coerente con la seduta globale pre-festiva: tono costruttivo ma senza strappi. In altre parole: il mercato sembra voler arrivare “intero” a fine anno, con l’attenzione già proiettata su inflazione, tassi e rotazioni settoriali del 2026.

Che cosa dicono le piazze: il commento del giorno

La fotografia del 25 dicembre è un paradosso solo apparente: pochi scambi, molte informazioni. Quando i volumi si assottigliano, i prezzi tendono a muoversi “per convinzione” (o per assenza di controparte), e ogni segnale esterno pesa di più: dal tono delle banche centrali alle frizioni sui chip, fino al linguaggio dei metalli preziosi.

Il filo rosso è la ricerca di equilibrio tra crescita e tassi: se l’azionario resta sostenuto dall’idea di un atterraggio morbido, l’oro ricorda che una quota di portafoglio continua a cercare protezione. E lo yen, con il suo recupero, segnala che il mercato non ha affatto archiviato la questione “divergenze monetarie”.

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