Morto il genetista Axel Khan, sconvolse la Francia annunciando la malattia terminale

- di: Jean Aroche
 
L'annuncio che aveva fatto l'11 maggio scorso, rivelando che il cancro stava per spegnere la sua vita, aveva colpito per la serenità, la pacatezza e la consapevolezza di cosa stava per accadergli. Un annuncio che aveva sconvolto la Francia, abituata a considerarlo, più che un saccente cattedratico che dispensava pillole di saggezza e di conoscenza, un amico a cui chiedere un parere o un consiglio.

Così, la morte di Axel Kahn, medico, genetista e saggista, spentosi all'età di 76 anni, non ha sorpreso nessuno, ed è forse proprio questo che lui - presidente dal giugno del 2019 della Lega francese per la lotta al cancro - voleva.
Dopo l'annuncio, aveva concesso una serie di interviste, in cui aveva espresso la sua serenità di fronte alla morte, testimoniando l'esperienza "avvincente" che viviamo quando sappiamo che la fine è molto vicina.

"La gioia di ogni momento di bellezza è decuplicata dall'ipotesi che non potremmo mai più godere della stessa cosa. Sensazione inaudita, felicità immensa", aveva scritto in un tweet il 14 maggio, accanto ad immagini di fiori e di un arcobaleno.
Axel Khan era nato il 5 settembre 1944 a Petit-Pressigny. Il padre Jean era un filosofo (morì suicida nel 1970); il fratello Jean-François Kahn, di sei anni più anziano di lui, è giornalista. Un altro fratello, Olivier Kahn, morto nel 1999, era un chimico. Perse la fede cattolica a contatto con i gesuiti, ma forgerà "una morale senza trascendenza", un umanesimo ateo "che in fondo è molto vicino a quello dei cristiani", osserverà alla fine della sua vita.

Negli ultimi mesi, Axel Kahn aveva incrementato le sue apparizioni sui media in occasione della pandemia di Covid-19, distillando i suoi consigli sulla gestione dell'emergenza sanitaria.
Questo impegno era stato da lui motivato in particolare dalla difesa delle persone malate di cancro: "Ritardi nella diagnosi, rinvii di operazioni, infezioni nosocomiali: sono vittime collaterali tra le più colpite", ha spiegato nell'ultima intervista a Le Monde, Si chiedeva cosa avesse "mancato" alla sua generazione affinché il discorso circostante nei confronti della pandemia fosse così contaminato dalla "più totale irrazionalità" e dal complotto.
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