La Bce taglia i tassi di 25 punti base, ma la cautela resta alta
- di: Redazione

Con una decisione ampiamente attesa dai mercati, la Banca Centrale Europea ha tagliato il tasso sui depositi di 25 punti base, portandolo dal 2,25% al 2%. È la prima mossa al ribasso dal 2019 e segna un'inversione di tendenza rispetto al ciclo restrittivo che aveva portato i tassi ai massimi storici nel tentativo di contenere l’inflazione. L’annuncio arriva in un momento in cui l’economia dell’Eurozona mostra segnali di rallentamento, e le spinte inflazionistiche si stanno attenuando: l’Eurostat ha certificato un’inflazione scesa al 2,6% a maggio, con una dinamica dei prezzi in calo rispetto ai picchi del biennio precedente. La scelta del board di Francoforte rispecchia la fiducia in un raffreddamento strutturale dei prezzi, pur con la consapevolezza che la strada verso la stabilità non è ancora completamente tracciata.
La Bce taglia i tassi di 25 punti base, ma la cautela resta alta
Durante la conferenza stampa che ha seguito la decisione, la presidente Christine Lagarde ha presentato le nuove proiezioni macroeconomiche dell’istituto: il Pil è stato rivisto al ribasso per il 2025 e il 2026, rispettivamente allo 0,9% e all’1,4%, mentre l’inflazione è stimata al 2,5% quest’anno e al 2,2% nel 2025, prima di scendere al target del 2% solo nel 2026. La stessa Lagarde ha sottolineato che l’incertezza resta elevata e che i progressi compiuti sul fronte dell’inflazione non significano ancora un ritorno definitivo alla normalità. Le pressioni salariali e le dinamiche geopolitiche restano elementi di rischio, così come i venti protezionistici che arrivano dagli Stati Uniti e che rischiano di avere ripercussioni sugli scambi e sulla competitività europea. La decisione, dunque, è stata definita “coerente” ma non “irreversibile”.
Mercati prudenti, mutui in discesa ma BCE attenta alle prossime mosse
L’effetto immediato del taglio sarà avvertito dai titolari di mutui a tasso variabile, che potranno beneficiare di una riduzione delle rate, anche se i livelli restano più alti rispetto al biennio pre-pandemico. I mercati finanziari hanno reagito in modo misurato, scontando già in parte la decisione. L’euro si è mantenuto stabile e i titoli di Stato dei Paesi periferici hanno registrato un modesto calo dei rendimenti. Gli analisti si interrogano ora su quanto la BCE sarà disposta a proseguire con ulteriori tagli nei prossimi mesi. La cautela del comunicato finale lascia intendere che ogni decisione sarà presa “riunione per riunione”, valutando i dati disponibili. È probabile che, dopo questo primo intervento, Francoforte si conceda una pausa durante l’estate, in attesa di nuove conferme sul fronte macroeconomico.
Lagarde ferma: nessun automatismo, solo gradualità
Nel corso dell’intervento, la presidente della Banca Centrale ha ribadito l’assenza di automatismi nella politica monetaria della BCE. “Non ci impegniamo in una traiettoria prestabilita”, ha spiegato, aggiungendo che il Consiglio continuerà a valutare con attenzione i dati in arrivo. In particolare, saranno osservati da vicino i salari, i prezzi energetici e le aspettative di inflazione, oltre all’evoluzione della politica commerciale statunitense. Con le elezioni europee alle porte e un quadro geopolitico in costante mutamento, la BCE preferisce adottare un approccio graduale e non compromettere la propria credibilità acquisita a fatica nella lotta all’inflazione. Il taglio odierno è, dunque, un segnale, ma non ancora l’inizio di una nuova fase espansiva a tutti gli effetti.
Il contesto globale: tra ripresa moderata e tensioni commerciali
La decisione della BCE si inserisce in un contesto globale ancora instabile. Negli Stati Uniti, la Federal Reserve non ha ancora avviato un ciclo di tagli, e le tensioni commerciali tra Washington e Pechino — così come le recenti uscite protezioniste dell’amministrazione statunitense — rischiano di alimentare nuove pressioni inflazionistiche su scala globale. In Europa, la crescita resta fragile e gli investimenti ancora frenati dall’incertezza. La speranza del board guidato da Lagarde è che la riduzione dei tassi possa stimolare una ripresa più decisa nel secondo semestre del 2025, ma resta chiaro che la BCE intende mantenere margini di manovra e non offrire certezze premature.