Mimit annuncia prezzi ai minimi dal 2021, il Codacons applaude ma chiede di più — mentre le riserve petrolifere USA salgono, tra luci e ombre sul mercato.
Un tuffo nei numeri: carburanti ai livelli pre-guerra
A metà agosto, mentre gli ombrelloni diventano sempre più costosi, una boccata d’ossigeno arriva… al distributore di benzina. Nella settimana di Ferragosto, i prezzi alla pompa accennano un sorriso: la benzina cala di 0,3 cent/l, attestandosi a circa 1,71 €/l, mentre il gasolio scende di 0,5 cent/l, fermandosi su 1,64 €/l.
Secondo il Mimit, questi livelli rappresentano i prezzi più bassi registrati dal 2021, ovvero prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Il confronto con gli anni precedenti è impietoso: la benzina costa 11,6 cent/l in meno rispetto ad un anno fa, 23,3 cent/l in meno rispetto a due anni fa e 5,4 cent/l in meno rispetto a tre anni fa. Il gasolio non fa eccezione: -6,2, -19,9 e -10,9 cent/l rispettivamente sugli stessi intervalli temporali.
Il calo è un trend consolidato da inizio anno: anche se a giugno si è registrata una fiammata rialzista legata alle tensioni in Medio Oriente, i valori oggi restano significativamente inferiori rispetto al 23 gennaio, quando la benzina costava 1,83 €/l (oggi più bassa di circa 12 cent), e il gasolio 1,74 €/l (oggi più basso di circa 10 cent).
Il Codacons: buono, ma non basta
Il Codacons accoglie positivamente l’allentamento estivo dei prezzi: “È una buona notizia per i milioni di vacanzieri al volante” − commentano. Tuttavia, la soddisfazione è temperata: il calo dei prezzi alla pompa, pur positivo, resta troppo modesto se comparato alla discesa delle quotazioni petrolifere: -16,7 % da giugno a oggi, contro appena -2 % per benzina e gasolio.
Secondo l’associazione consumatori, questi margini indicano possibilità di ulteriori ribassi, pur riconoscendo che il greggio non è l’unico fattore in gioco, tra distribuzione, fisco e logistica. Tuttavia, insistono: una caduta così netta del prezzo dell’oro nero dovrebbe riflettersi più incisivamente nei prezzi finali.
Oltreoceano: riserve petrolifere che fanno riflettere
Sul fronte internazionale, gli Stati Uniti registrano un rafforzamento delle scorte di greggio: nella settimana chiusa al 1° agosto, le riserve americane sono scese inaspettatamente di circa 3 milioni di barili, contro l’atteso aumento di 0,2 milioni. In parallelo, sono calate anche le scorte di benzina (-1,323 milioni di barili) rispetto alla settimana precedente.
In più, il prezzo del petrolio a New York chiude la sessione del 6 agosto a 64,23 $ al barile, con un calo dell’1,43 %. Tutti segnali contrastanti: scorte in calo e quotazioni più basse potrebbero preannunciare tensioni in vista, o aprire la strada a nuove oscillazioni.
Riflessi per il consumatore
- Buona notizia per le vacanze: rifornirsi costa meno, e con percentuali a doppia cifra rispetto agli anni più difficili.
- Effetti attenuati: la discesa dei prezzi finali stenta a seguire quella delle materie prime, suscitando critiche da parte delle associazioni.
- Incertezza sul futuro: le dinamiche delle riserve occidentali e le quotazioni del greggio suggeriscono prudenza: i prezzi potrebbero riprendere fiato in vista.
Un Ferragosto dal pieno alleggerito, quindi, ma con riserva: i motori ringraziano, ma la corsa alla discesa dei prezzi non è ancora conclusa.