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Accordo tra Boeing e il Dipartimento di Giustizia Usa: chiesta l’archiviazione del procedimento penale per frode

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Accordo tra Boeing e il Dipartimento di Giustizia Usa: chiesta l’archiviazione del procedimento penale per frode

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha chiesto ufficialmente a un giudice federale di archiviare l’accusa penale per frode nei confronti di Boeing, la storica compagnia americana al centro del caso dei due disastri aerei che causarono la morte di 346 persone tra il 2018 e il 2019. Si tratta delle tragedie dei voli Lion Air 610 e Ethiopian Airlines 302, entrambi precipitati poco dopo il decollo per malfunzionamenti legati al sistema di controllo automatizzato del 737 MAX. L’accusa era stata formalizzata in relazione alla presunta omissione da parte della società di informazioni fondamentali alle autorità di certificazione. L’accordo tra la procura e l’azienda, definito nelle ultime ore, punta a chiudere definitivamente il fascicolo penale con un'intesa extragiudiziale.

Accordo tra Boeing e il Dipartimento di Giustizia Usa: chiesta l’archiviazione del procedimento penale per frode

La mossa del Dipartimento arriva dopo mesi di trattative e tiene conto dell’impegno manifestato da Boeing nel cooperare con le autorità federali e nell’adottare misure di compliance più stringenti all’interno del proprio sistema di governance. Già nel 2021 l’azienda aveva raggiunto un primo patteggiamento con il governo americano, accettando una sanzione da 2,5 miliardi di dollari, che includeva una componente di risarcimento per le vittime e una parte destinata a rafforzare i controlli interni. Ora, con la richiesta di archiviazione dell'accusa penale formale, la società prova a voltare pagina anche sotto il profilo giudiziario, evitando un processo pubblico che avrebbe potuto riaprire ferite mai rimarginate.

La reazione delle famiglie: "È un’ingiustizia"

L’annuncio dell’intesa è stato accolto con rabbia dalle famiglie delle vittime. Alcune di esse, sostenute da gruppi legali e associazioni indipendenti, hanno definito la decisione un “abbandono della giustizia” da parte dello Stato. Nei documenti depositati in tribunale, il governo ha però sottolineato che l’accordo tiene conto delle garanzie costituzionali e delle linee guida federali in materia di responsabilità penale delle imprese. La questione resta altamente simbolica: la mancata apertura di un dibattimento viene letta da molti come un compromesso a favore della stabilità industriale e finanziaria di uno dei giganti dell’aviazione globale.

Rischi reputazionali e riflessi sull’industria americana


Per Boeing, l’accordo evita un’escalation legale che avrebbe potuto causare gravi ripercussioni sulla sua capacità di operare in ambito pubblico e militare. L’azienda è infatti uno dei principali contractor del governo Usa per la difesa, oltre a essere tra i leader mondiali nella produzione di aerei civili. Sul piano reputazionale, tuttavia, il colpo resta pesante: nonostante le revisioni interne, il marchio resta associato al più grave scandalo aeronautico dell’ultimo decennio. In parallelo, il caso ha alimentato un dibattito sulla regolazione del settore e sulla necessità di maggiore indipendenza tra enti certificatori e aziende produttrici.

Boeing tra presente e futuro: ricostruire la fiducia

Archiviata la fase penale, almeno per ora, Boeing guarda avanti cercando di ricostruire la fiducia degli utenti, dei regolatori e dei mercati. I vertici aziendali hanno più volte ribadito di voler rilanciare una cultura della sicurezza e della trasparenza, anche attraverso nuove figure dirigenziali e un riassetto dei processi di verifica interna. Tuttavia, la strada per il pieno recupero resta lunga: la fiducia, come il volo, è un equilibrio precario. E per un colosso come Boeing, anche un singolo cedimento può avere effetti globali.

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