Dal prossimo anno stop alla rateizzazione e addio all’esenzione con fermo: cosa significa davvero per gli automobilisti.
L’addio alle rate: un esborso “tutto insieme”
Dal 1° gennaio 2026 chi acquista una vettura dovrà pagare il bollo auto in un’unica soluzione, entro l’ultimo giorno del mese successivo all’immatricolazione. La scadenza si ripeterà ogni anno nello stesso mese.
Fino ad oggi erano possibili pagamenti mensili, semestrali o quadrimestrali, ma l’obiettivo dichiarato dal Governo – “semplificare il rapporto tra cittadino e amministrazione” – segna una svolta nel sistema di riscossione.
Scadenza “su misura”: addio date standard
Laddove oggi il bollo scade in date fisse (aprile, agosto, dicembre…), dal 2026 ogni veicolo seguirà un calendario personale. Se l’auto è immatricolata a marzo, il pagamento va effettuato entro fine aprile e così ogni anno.
Per i veicoli già in circolazione prima del 2026, rimangono le vecchie scadenze, salvo modifiche regionali.
Competenza completamente regionale
Restano alle Regioni le decisioni su aliquote, esenzioni, tempistiche e controlli. Il bollo va versato esclusivamente all’ente regionale della residenza. Ciò consente politiche “tailor made”: alcune regioni potrebbero mantenere o ampliare agevolazioni per veicoli ecologici, altre – al contrario – potrebbero tassare anche le auto elettriche.
Fermo amministrativo: l’esenzione sparisce
Forse la notizia più controversa: dal 2026 anche i veicoli sotto fermo amministrativo dovranno pagare il bollo, a prescindere dallo stato di circolazione.
Fino ad ora, il fermo era considerato causa di forza maggiore, con conseguente esonero. La nuova norma rompe con questa giurisprudenza.
Auto usate: chi paga e quando
Chi acquista una vettura usata pagherà il bollo il primo giorno del periodo tributario in cui compare come intestatario PRA, anche se il passaggio di proprietà avviene in seguito.
Il sistema punta a evitare buchi nella riscossione, ma pone l’acquirente di fronte a un onere immediato.
Superbollo e calcolo rimangono invariati
Non cambia il metodo di calcolo del bollo: restano valide le tariffe basate su potenza (kW/CV) e classe ambientale. Anche il superbollo per veicoli oltre i 185 kW resta in vigore.
Quali conseguenze per il cittadino
- Picco di esborso annuale: famiglie e possessori di vetture potenti potrebbero sentire il colpo finanziario. Pagare un’unica rata può incidere fortemente sul bilancio mensile.
- Diversificazione regionale: incentivi green dipenderanno dalla Regione di residenza: alcune premiate, altre penalizzate.
- Confusione doppio sistema: fino alla totale entrata in vigore, convivranno due calendari (pre/post 2026), con rischio di dimenticanze e sanzioni.
- Implicazioni sul mercato auto: l’onere immediato favorirà forse le auto usate o motorizzazioni più contenute nel bollo.
Alla luce dei numeri
Le ricerche online relative alla normativa sul bollo auto 2026 sono aumentate del 1000% negli ultimi giorni. Un segnale dell’ansia che circonda la novità e della necessità di una pianificazione preventiva.
Una cesura netta
Il bollo 2026 segna una cesura netta: più semplificazioni per le pubbliche amministrazioni, ma maggiore responsabilità per i contribuenti.
Esplode l’importo annuale, svanisce l’esenzione per i fermi, e il trasferimento alle Regioni apre a scenari molto diversi tra territori.
Per restare aggiornato, segnati queste scadenze: prima immatricolazione > fine mese successivo > pagamento annuale sempre nello stesso mese. E tieni d’occhio le scelte della tua Regione: saranno decisive.