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Confindustria, Bonomi: "L'Italia è tenuta in piedi dalle imprese: il Governo ci ascolti"

- di: Daniele Minuti
 
Confindustria, Bonomi: 'L'Italia è tenuta in piedi dalle imprese: il Governo ci ascolti'
Il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha parlato del delicato momento che le imprese stanno vivendo in una lunga intervista rilasciata su un noto quotidiano nazionale. E il tema di fondo era piuttosto chiaro: l'esecutivo non può più rimandare un confronto serio con le aziende.

"Suggerimenti alla politica? Bisogna uscire dalla gabbia dei personalismi" - ha spiegato Bonomi - "Ieri ci aspettavamo di vedere i documenti sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, non la crisi. Purtroppo si tende ancora a personalizzare e cercare lo scontro ideologico, nessuno parla più della realtà. Confindustria ha ottimi rapporti con i ministri ma questo Governo nel complesso non ci ha mai dato risposte né sul piano Italia 2030, né sul piano 2030-2050. Ci piacerebbe essere consultati visto che l'industria manifatturiera è quella che tiene in piedi l'Italia".

Inevitabile parlare della crisi di Governo: "Spero che qualsiasi Governo ci sarà, abbia voglia di ascoltare noi che abbiamo dimostrato di poter far crescere il paese. Se vogliamo una decrescita felice è un conto, se vogliamo la ripresa invece tutta l'industria deve essere ascoltata. Ad esempio, abbiamo detto di poter mettere in discussione gli sgravi fiscali ma per generare risorse per la competitività, non per cercare dividendi elettorali. Il Recovery Fund? Non è il progetto adatto, è stato approvato senza neanche interpellarci e non si parla di riforme, percorso per il Sud, di modernizzazione della società".

Il presidente di Confindustria continua a criticare le mosse del Governo: "Non si parla più di progetti, questa cosa sfibra gli italiani stanchi delle decisioni che cambiano di continuo, la proroga dello stato di emergenza per esempio va oltre i limiti di legge ma ormai viene data per scontata".

Il Presidente ha poi espresso alcune considerazioni riguardo la stabilità finanziaria dell'Italia nel momento in cui la Banca centrale europea ridurrà il suo sostegno: “Il problema del debito lo ricordiamo da mesi, ma siamo stati attaccati da tutti. Poi però, anche qui, c'è la realtà. Siamo appena al 12 gennaio e stiamo già facendo uno scostamento di bilancio da 24 miliardi. Usiamo 65 miliardi del Recovery a copertura di provvedimenti già presi. L'Europa non sarà disposta ad accettare per sempre un continuo aumento del debito. Chiediamoci ora cosa succederà quando gli altri Paesi ripartiranno, se noi restiamo fermi come in passato”.

Chiusa sul tema del lavoro e sui dati Istat che vedono un terzo delle imprese italiane a rischio chiusura: "La risposta del Governo sul lavoro è stata la proposta di 11.200 asunzioni fra Andpal, Navigator e centro per l'impiego ma così non ci siamo: è impensabile fare una riforma simile senza aver interpellato industria e sindacati. Bisogna aprirsi alle agenzie private che vivono a contatto delle imprese e ne conoscono le esigenze. I dati Istat? Sono preoccupato, numeri del genere devono spingere la politicaa uscire dalla gabbia dei personalismi e affrontare la realtà anche perché la crisi non inizia oggi".
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