Il rapporto tra Carrefour e il mercato italiano torna nuovamente in discussione. Dopo un quinquennio segnato da perdite consistenti, pari a oltre 874 milioni di euro tra il 2019 e il 2023, la casa madre francese sta valutando un possibile disimpegno definitivo dal nostro Paese. L’Italia, a dispetto di essere stata uno dei primi mercati di espansione internazionale per il colosso della grande distribuzione, appare sempre più marginale nelle strategie del gruppo. Le indiscrezioni, riportate dal settimanale specializzato Lebensmittel Zeitung e rilanciate dalla stampa nazionale, parlano di un processo di vendita già in valutazione, con l’interessamento di attori come Conad, Lidl, Penny Market ed Esselunga.
Carrefour verso l’addio all’Italia: strategia o fallimento annunciato?
L’evoluzione del gruppo Carrefour in Italia si è mostrata nel tempo incerta e spesso poco coerente. Dopo una fase iniziale di espansione aggressiva, culminata con l’acquisizione degli ipermercati GS e con una forte presenza soprattutto nel Nord Italia, il gruppo ha via via dismesso asset, ristrutturato punti vendita e affidato porzioni crescenti della rete al franchising. Una strategia difensiva che ha contrastato con i numeri positivi registrati altrove. Nel primo trimestre del 2025, infatti, il gruppo ha registrato una crescita organica del 5% e un incremento delle vendite comparabili del 2,9%, trainati soprattutto dal mercato francese e da quello latinoamericano, dove il Brasile ha segnato un +5,4%. In forte espansione anche il canale digitale, cresciuto del 19%, oggi pari al 7,5% del fatturato totale.
Un’Italia silenziosa nei report ufficiali
La marginalizzazione dell’Italia emerge anche nei documenti finanziari ufficiali. Da anni, Carrefour non pubblica più dati disaggregati sul nostro Paese, segnale di un ridimensionamento ormai strutturale. L’ultimo report dettagliato risale al 2021, quando le vendite like for like avevano registrato una ripresa contenuta del 2,5% nel quarto trimestre. In assenza di investimenti significativi e con una rete in parte affidata a terzi, l’Italia sembra ormai aver perso ogni centralità nelle dinamiche del gruppo.
Il nodo franchising e il malessere occupazionale
Il modello franchising, adottato su larga scala da Carrefour per ridurre costi di gestione e responsabilità diretta, è stato per anni presentato come una possibile soluzione. Già nel 2021 si contavano oltre mille punti vendita in affiliazione. Tuttavia, secondo i sindacati di categoria (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs), questo modello ha portato a un peggioramento delle condizioni lavorative, con trasferimenti frequenti di personale, appalti a ribasso e una progressiva precarizzazione. Negli ultimi mesi, i rappresentanti sindacali hanno lanciato l’allarme sulla mancanza di trasparenza nei processi di esternalizzazione e sulla necessità di garantire maggiore controllo sui nuovi datori di lavoro subentrati nei passaggi in franchising.
Strategie in cerca d’identità tra Europa e Sud America
Mentre l’Italia appare in via di abbandono, Carrefour continua a investire su altri fronti. La Francia resta il mercato di riferimento con performance positive, mentre l’America Latina si conferma un pilastro di crescita. Il Brasile, in particolare, registra numeri consistenti e trainanti. L’Europa dell’Est e il digitale consolidano l’espansione, con un e-commerce che inizia a incidere in maniera significativa sui margini. In questo contesto, la scelta di dismettere il mercato italiano appare come un tentativo di razionalizzazione geografica, con l’obiettivo di concentrare le risorse su segmenti ad alta redditività.
I possibili compratori e lo stato del mercato GDO
In un mercato della grande distribuzione che in Italia si sta concentrando su pochi attori di grandi dimensioni, l’uscita di Carrefour rappresenterebbe un colpo importante per l’equilibrio competitivo. Il gruppo francese detiene oggi una quota di mercato inferiore al 5%, distante dai leader nazionali. Le ipotesi di acquisto da parte di Conad – già protagonista dell’assorbimento di Auchan nel 2019 – o di operatori del discount come Lidl e Penny, segnalano un interesse crescente verso una rete che, se ben riorganizzata, potrebbe tornare a essere profittevole. Anche Esselunga osserva da vicino l’evolversi della situazione, con l’obiettivo di rafforzare la propria presenza nel Centro-Sud.
Il bivio di Carrefour: uscita definitiva o ultima ristrutturazione?
In assenza di comunicazioni ufficiali da parte della sede centrale, lo scenario più probabile appare quello di una graduale dismissione, attraverso vendite scaglionate e accordi con diversi acquirenti. Ma non si può escludere, in presenza di offerte poco soddisfacenti, un’ulteriore ristrutturazione, centrata sul franchising e sul digitale. In entrambi i casi, il destino dei lavoratori e dei territori coinvolti resta appeso a decisioni che verranno prese a Parigi. E se l’uscita dell’azienda si confermasse, il caso Carrefour diventerebbe un ulteriore segnale della difficoltà, per molti gruppi stranieri, di costruire una strategia vincente e sostenibile nel contesto italiano della grande distribuzione.