Coldiretti, Copernicus: in Italia inverno bollente con +1,7°, SOS siccità

- di: Barbara Bizzarri
 

L’inverno bollente manda la natura in tilt, in un inverno che ha fatto segnare fino ad ora una temperatura superiore di 1,7 gradi la media storica dei mesi del periodo 1991-2020 accompagnata da una preoccupante siccità: è quanto emerge dall’analisi, sulla base di elaborazioni, di Coldiretti su dati Copernicus di Isac Cnr rilevati nei mesi di dicembre e gennaio.

Coldiretti, Copernicus: in Italia inverno bollente con +1,7°, SOS siccità

Nel gennaio 2024, secondo Copernicus, le temperature europee sono infatti variate da molto al di sotto della media in riferimento al periodo compreso tra il 1991 e il 2020 nei Paesi nordici, a molto al di sopra della media nel sud del continente, come in Italia. Il caldo fuori stagione favorisce il risveglio anticipato della vegetazione e anche le fioriture, come accaduto per le mimose, in anticipo di oltre un mese rispetto alla data dell’8 marzo, con il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un successivo, prevedibile e forte abbassamento delle temperature con la conseguente perdita dei raccolti.

Preoccupa parecchio anche la siccità, che mette a rischio le semine di cereali, legumi, ortaggi ma anche il foraggio nei pascoli che risulta in netto calo. Inoltre, la mancanza di acqua provoca ripercussioni sui costi per le imprese, in aumento anche per il rialzo delle quotazioni del foraggio, mentre in Puglia siccità e venti di scirocco con alti tassi di umidità hanno ridotto la produzione di carciofi del 60%, e in Sicilia e Sardegna si segnalano difficoltà per lo sviluppo di frutta e ortaggi, come arance o insalate che non riescono a crescere adeguatamente per la carenza di acqua.

La scarsità della neve in diversi settori dell’arco alpino e su gran parte della dorsale appenninica crea una situazione di stress idrico in salita soprattutto nel Sud e nelle isole, certamente anomala nel mese di gennaio. Negli invasi della regione Sardegna, a gennaio c’era il 21% di acqua in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e addirittura, secondo le analisi Coldiretti sui dati dei Dipartimenti Idrografici Regionali, in quelli della Sicilia a gennaio 2024 il deficit è del 13% rispetto all’anno precedente. Preoccupante anche la situazione dei bacini della Puglia, dove secondo l’Anbi si registrano oltre 119 milioni di metri cubi in meno rispetto all’anno scorso, criticità che affligge anche il Centro Italia, dall’Abruzzo, dove non c’è neve, al Lazio in cui i laghi rimangono in condizioni critiche così come la condizione del fiume Tevere, dall’ Umbria dove il lago Trasimeno resta 18 centimetri più basso rispetto al minimo livello “vitale” alle Marche, dove scendono i livelli dei fiumi Potenza, Esino, Sentino, Tronto e Nera e sui monti non c’è neve, fino alla Toscana dove, secondo l’Osservatorio Anbi, si aggrava la situazione dei fiumi.

L’agricoltura italiana è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli” afferma la Coldiretti, sottolineando che “i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”. Un obiettivo che richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare l’innovazione dall’agricoltura 5.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green e priva di Ogm. Tuttavia, conclude Coldiretti, sono necessari investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, con un sistema diffuso di piccoli invasi che possano raccogliere l’acqua in eccesso, per poi distribuirla nel momento del bisogno.

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