Confcommercio: l’economia rallenta, consumi fermi e inflazione in calo all’1,8%
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Il clima di incertezza a livello globale, alimentato da instabilità geopolitiche, conflitti e tensioni commerciali, si riflette anche sull’andamento dell’economia italiana. A certificarlo è Confcommercio, che nella sua consueta analisi congiunturale descrive un sistema economico nazionale che, dopo un avvio d’anno incoraggiante, sta mostrando segnali di progressivo indebolimento.
Confcommercio: l’economia rallenta, consumi fermi e inflazione in calo all’1,8%
Nel primo trimestre del 2025 il PIL italiano è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, una dinamica che ha suscitato cauto ottimismo. Tuttavia, secondo Confcommercio, gli indicatori ad alta frequenza di marzo e aprile hanno registrato un peggioramento, sia della fiducia delle famiglie che di quella delle imprese. Questo peggioramento è legato in parte alle turbolenze esterne e ai cosiddetti “effetti di calendario”, ma rappresenta comunque un segnale di preoccupazione in vista del secondo trimestre, per cui si prevedono dinamiche produttive più contenute.
Consumi stagnanti: le famiglie restano prudenti
Sul fronte dei consumi, l’indicatore ICC (Indicatore Consumi Confcommercio) mostra che ad aprile si è tornati in territorio positivo con un incremento dell’1,1% su base annua, trainato da una crescita dello 0,6% nei beni e dell’1,9% nei servizi. Tuttavia, al netto degli effetti stagionali, la dinamica dei consumi da novembre 2024 appare sostanzialmente ferma. Le famiglie privilegiano ancora spese legate al tempo libero, alla cultura e alla ricreazione, confermando una tendenza ormai consolidata verso l’esperienza piuttosto che l’acquisto di beni materiali.
I settori più tradizionali – abbigliamento, mobili, elettrodomestici e auto – continuano ad attraversare una fase difficile, senza segnali di inversione di tendenza. Solo in casi isolati, come ad aprile nel comparto alimentare, si registrano miglioramenti temporanei che però non sembrano in grado di modificare strutturalmente l’orientamento della domanda.
Inflazione in lieve calo, attesa all’1,8% a maggio
Un altro elemento analizzato da Confcommercio riguarda l’andamento dei prezzi. A maggio l’inflazione è stimata in crescita dello 0,1% rispetto al mese precedente, portando il tasso annuo all’1,8%, in calo rispetto al 2% di aprile. Un dato che conferma il rallentamento dei prezzi al consumo registrato dall’autunno 2024 e destinato a mantenersi su livelli contenuti anche nei prossimi mesi. Questo fenomeno viene interpretato come segno di una normalizzazione post-pandemica e post-energetica, pur con qualche residuo di volatilità.
Il PIL cresce poco: +0,1% ad aprile e maggio
Le stime sul PIL per i mesi di aprile e maggio indicano una crescita congiunturale dello 0,1%, che porta il dato tendenziale annuo allo 0,8%. Un livello che, se mantenuto, potrebbe rendere plausibile una crescita dell’1% circa per l’intero anno 2025. Tuttavia, la principale incognita resta la difficoltà delle famiglie a tornare su un sentiero di espansione stabile della domanda interna, nonostante redditi in aumento e inflazione più contenuta.
Fiducia e aspettative in calo: l’ostacolo più grande
La lentezza nella ripresa dei consumi non dipende tanto dalla situazione attuale dei bilanci familiari – che in molti casi restano solidi – quanto dalla percezione del futuro. Le aspettative si sono deteriorate negli ultimi mesi e questo spinge le famiglie a comportamenti prudenti, che si riflettono su tutta la filiera produttiva. È una dinamica che rischia di indebolire ulteriormente la ripresa, in assenza di segnali chiari e rassicuranti sul piano economico e politico.
Confcommercio sottolinea infine che, pur in un contesto incerto, i fondamentali dell’economia italiana restano complessivamente buoni. Ma affinché questi si traducano in una ripresa stabile e duratura, sarà necessario ricostruire la fiducia e sostenere con decisione i consumi e gli investimenti.