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Dombrovskis avverte gli Usa: “Pronti al dialogo, ma anche a contromisure”

- di: Redazione
 
Dombrovskis avverte gli Usa: “Pronti al dialogo, ma anche a contromisure”

L’Europa tende la mano agli Stati Uniti, ma prepara anche lo scudo. Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis, con delega all’Economia, ha dichiarato da Varsavia che l’Unione è pronta a impegnarsi per “soluzioni costruttive e accettabili da entrambe le parti”, ma che allo stesso tempo è determinata a difendere i propri interessi se Washington dovesse persistere nella linea protezionista. L’intervento arriva in un momento cruciale, a poche ore dalla decisione unilaterale dell’amministrazione Trump di introdurre nuovi dazi contro la Cina, che indirettamente rischiano di colpire anche le filiere europee.

Dombrovskis avverte gli Usa: “Pronti al dialogo, ma anche a contromisure”

Dombrovskis è stato chiaro: “Una guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea non è lo scenario che preferiamo, ma dobbiamo essere pronti a tutto per difendere le imprese europee e l’economia del nostro continente”. La Commissione Ue ha sospeso per tre mesi l’introduzione di eventuali contromisure, nella speranza di una de-escalation. Ma nel frattempo Bruxelles tiene pronte le sue armi: da tariffe di ritorsione su beni americani a restrizioni su servizi e investimenti. La linea è netta: dialogo sì, ma senza cedere su questioni di principio come la reciprocità commerciale e il rispetto delle regole del WTO.

Un equilibrio difficile da mantenere
La posizione europea riflette un equilibrio delicato tra fermezza e diplomazia. Da un lato, il Vecchio Continente vuole evitare lo scontro aperto con il suo principale alleato storico. Dall’altro, non può permettersi di subire passivamente gli effetti di una politica americana sempre più assertiva, che minaccia settori chiave dell’industria europea, dalla meccanica alla chimica, dal lusso all’agroalimentare. Gli effetti delle nuove tariffe, anche se indirizzate alla Cina, potrebbero infatti colpire indirettamente le imprese europee attraverso le catene globali del valore, l’aumento dei prezzi delle materie prime e la perdita di competitività sui mercati terzi.

Il precedente delle dispute commerciali
Non è la prima volta che l’Ue si trova a fronteggiare l’unilateralismo americano. Già durante il primo mandato di Trump, l’imposizione di dazi su acciaio e alluminio aveva innescato un braccio di ferro durato mesi, culminato con un accordo temporaneo nel 2021. In quell’occasione, Bruxelles riuscì a negoziare una soluzione parziale che prevedeva quote e contingenti tariffari. Oggi, però, il contesto è più fragile: l’Europa è alle prese con la lenta ripresa post-pandemica, con le tensioni geopolitiche alle frontiere orientali e con un rallentamento della domanda globale. Il rischio è che un’escalation commerciale possa compromettere il fragile slancio della crescita.

Il ruolo dell’Eurogruppo
La dichiarazione di Dombrovskis arriva al termine di una riunione informale dell’Eurogruppo a Varsavia, dove i ministri delle Finanze dei Paesi membri hanno discusso gli effetti delle nuove tensioni sul commercio internazionale. Secondo fonti interne, alcuni Paesi – in particolare Francia e Italia – hanno chiesto un atteggiamento più deciso nei confronti degli Stati Uniti, temendo che la tregua attuale possa essere interpretata come un segnale di debolezza. Altri, come Germania e Paesi Bassi, restano più cauti, temendo ripercussioni negative su esportazioni sensibili come l’auto e la componentistica. Il compromesso trovato è quello di mantenere aperto il dialogo, ma preparare un “pacchetto di misure pronte all’uso”.

L’incertezza che pesa sui mercati
Nel frattempo, i mercati finanziari europei reagiscono in modo altalenante. Se da un lato le Borse hanno accolto positivamente la sospensione dei contro-dazi, dall’altro permane un clima di nervosismo e instabilità. L’azionario resta volatile, mentre l’euro mostra segni di indebolimento rispetto al dollaro. Gli investitori temono che l’assenza di una strategia comune possa indebolire la posizione europea nel confronto con Washington. E nel frattempo le imprese chiedono certezze: senza una cornice commerciale stabile, i piani di investimento rischiano di essere congelati, con effetti a cascata sull’occupazione e sulla crescita.

L’Europa cerca una voce unica
Il prossimo passo sarà politico: nei prossimi giorni, il tema dei dazi sarà affrontato anche dai leader europei in sede di Consiglio. L’obiettivo sarà rafforzare una posizione comune e inviare a Washington un segnale chiaro: l’Europa è disponibile al confronto, ma non tollererà un ritorno al protezionismo. La visita in Cina della presidente Ursula von der Leyen e del presidente del Consiglio Ue António Costa, prevista per luglio, sarà l’occasione per rilanciare una visione multilaterale del commercio globale, in contrasto con l’approccio bilaterale e muscolare portato avanti dagli Stati Uniti. L’Europa si trova così a dover giocare una partita a due tavoli, cercando di tenere aperti i canali con Washington senza rinunciare al proprio ruolo di attore globale indipendente.

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