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Confindustria: manovra non spinge il Pil, export frenato dai dazi

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Confindustria: manovra non spinge il Pil, export frenato dai dazi
Confindustria: manovra non spinge il Pil, export frenato dai dazi
La Congiuntura flash descrive una legge di bilancio costruita per non fare danni, ma anche per non fare passi in avanti sul piano della crescita. La manovra “sarà quasi a saldo zero” e “non avrà impatto sul Pil”. La traiettoria del deficit – “2,8% nel 2026 e 2,6% nel 2027” – conferma che l’obiettivo principale è l’uscita dalla procedura per disavanzi eccessivi, non l’espansione dell’economia. Le risorse vanno a “taglio aliquote Irpef, sanità, investimenti, politiche per la famiglia”, ma il loro effetto netto è neutro.

(Foto: Emanuele Orsini, presidente Confindustria)

Manovra a saldo zero

Confindustria registra che la legge di bilancio non modifica il passo dell’economia: accompagna il rientro dei conti pubblici senza generare impulso aggiuntivo. Si tratta di un impianto prudente e calibrato esclusivamente sulla stabilizzazione, non sul rafforzamento della dinamica del Pil.

“Sarà quasi a saldo zero”, “non avrà impatto sul Pil”, “obiettivo principale: uscita dalla procedura per disavanzi eccessivi”Confindustria.

Investimenti: segnale positivo

Sul fronte degli investimenti, invece, i segnali sono migliori. Dopo “un ottimo secondo trimestre (+1,6%)” la fiducia “dei produttori di beni strumentali” sale a settembre, specialmente nelle “attese su ordini e produzione”. Il credito sostiene il ciclo: “+1,2% annuo in agosto”. Restano margini più deboli nelle costruzioni: “si attenua la fiducia” per “giudizi negativi sugli ordini”, anche se “i piani di costruzione recuperano”. Il quadro per le imprese rimane quindi di avanzamento, ma non uniforme.

“Fiducia in recupero e credito in crescita”Confindustria.

Consumi: ripartenza fragile

Sul versante della domanda interna, la fotografia è di cautela. Nel secondo trimestre “il reddito reale delle famiglie è cresciuto (+0,3%)” ma il risparmio è salito “al 9,5%”, frenando la spesa. Nel terzo trimestre emergono segnali di ritorno graduale dei consumi: “l’occupazione registra una pausa”, così come “le vendite al dettaglio”, ma la variazione acquisita rimane positiva “(+0,1% e +0,3%)”. A settembre migliora la fiducia dei nuclei familiari: “96,8 da 96,2”. E tornano a crescere anche le immatricolazioni di auto “(+0,4% annuo)”. Ripartenza sì, ma condizionata da prudenza e incertezza.

“Redditi in lieve aumento, risparmio elevato, consumi in ripresa graduale”Confindustria.

Export: il nodo dei dazi

Il fronte esterno è quello più critico. Confindustria evidenzia che “i dazi abbattono l’export italiano verso gli Usa” e che l’effetto è amplificato da un “dollaro svalutato”, che erode la competitività delle imprese. Sullo scenario globale, “la recente tregua tra Israele e Palestina attenua l’incertezza” e “il rientro del prezzo del petrolio abbassa i costi”, ma il peso delle barriere commerciali resta prevalente. In Italia “l’industria è ancora in difficoltà” e “i servizi continuano a crescere poco”, con l’export che continua a sottrarre energia al ciclo interno.

Export sotto pressione: “dazi e cambio sfavorevole riducono la competitività”Confindustria.

Il quadro in sintesi       

Il quadro è quello di un’economia che tiene ma non accelera. Manovra neutra, investimenti in tenuta, famiglie caute, export sotto pressione. L’analisi di Confindustria resta coerente dall’inizio alla fine: la crescita non è spinta dalla legge di bilancio e la dinamica esterna peggiora. Senza politiche che sblocchino la domanda estera o riducano il freno commerciale, il ciclo rimane piatto. È un profilo di stabilizzazione, non di espansione. Finale chiuso. 

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