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La nuova élite finanziaria parla romano: l’ora delle holding capitoline

- di: Marta Giannoni
 
La nuova élite finanziaria parla romano: l’ora delle holding capitoline
Tra CDP, FS, TIM e le banche partecipate, Roma diventa il cuore pulsante del potere economico italiano – una rivoluzione silenziosa con nomine, investimenti e strategie d’impatto.
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La nuova élite finanziaria parla romano: è l’ora delle holding capitoline
Negli ultimi mesi, Roma non è più solo capitale politica, ma sta emergendo con forza come epicentro finanziario nazionale. Al centro di questa trasformazione, quattro giant della finanza italiana: Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Ferrovie dello Stato (FS), TIM e le banche partecipate. Un mix di poltrone, nomine e mosse strategiche che rimette in gioco il tradizionale asse Milano–Torino, riportando il baricentro economico verso la Città Eterna.
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CDP: da risparmio postale a regista finanziario
Con un utile record di 3,3 miliardi di euro e oltre 200 miliardi distribuiti in Italia negli ultimi tre anni, CDP è divenuta la holding finanziaria principale. Sotto la doppia leadership di Giovanni Gorno Tempini, presidente dal 2019, e Dario Scannapieco, ad confermato dal 2024, CDP muove dal cuore di Roma finanziamenti verso infrastrutture, social housing e imprese strategiche. Nel mirino anche l’espansione europea: il CdA si è radunato a Bruxelles per rafforzare sinergie con l’UE.
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FS: tra rotaie e investimenti urbani
Ferrovie dello Stato, controllata elettivamente dal MEF, si è trasformata in holding strategica, con cinque Business Unit, tra cui infrastrutture, trasporto e logistica. Con la nascita di FS Logistix (maggio 2025) e piani quinquennali da oltre 100 miliardi, FS guida città, merci e mobilità, convertendo i treni romani in trampolino strategico.
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TIM e CDP: mosse strategiche incrociate
La partita Telecom Italia è emblema dello spostamento di potere verso Roma. A febbraio 2025 CDP ha ceduto un 9,81% di TIM a Poste Italiane, ricevendone in cambio il 3,78% di Nexi. L’operazione, assistita da Hogan Lovells e Maisto, conferma il design di una rete di potere partecipato e incrociato tra Stato e operatori strategici. Intanto TIM resta strettamente legata alla governance capitolina.
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Banche: le partecipate in mano romana
Nel novero di società pubbliche, CDP detiene quote rilevanti in Fincantieri, Terna, Saipem, Poste Italiane (35 %) e persino Banca MPS (64 %), dando a Roma il controllo su un ampio spettro di asset industriali e bancari. A far da chioccia, le nomine del 2023 – oltre 600 poltrone tra FS, Trenitalia, RFI, Poste e CDP Equity – consolidano una classe di manager vicini al centro politico capitolino.
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Un potere cresciuto in silenzio, ma inesorabile
La Roma finanziaria non è rumorosa. Si espande tra convegni (vedi “Roma Attrazione Digitale”, 12 maggio 2025), accordi strategici con Bruxelles, investimenti immobiliari e iniziative digitali. L’obiettivo è chiaro: ridurre la dipendenza da Milano, costruire un hub pubblico-privato “made in Roma” dove denaro, politica e infrastrutture dialogano a pochi passi da Montecitorio.
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Opinioni dal campo
Gorno Tempini, presidente CDP (Roma, 2 febbraio 2025): “Siamo pronti a sostenere le aziende colpite dai dazi, con strutture robuste e una visione europea”.
Sindaco Gualtieri (Campidoglio, 12 maggio 2025): “Roma conquista terreno nel dialogo con investitori e tecnologia. Serve un’azione strategica a livello nazionale”.
Commentatore economico, La Repubblica (12 maggio 2025): “Una capitale che smette di rincorrere e comincia a pilotare big nazionali”.
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Le sfide: rischi, equilibrio e futuro
Roma può diventare hub globale, se eviterà i pericoli di politicizzazione, equilibri precari e conflitti interni. La gestione efficace passa da trasparenza nelle nomine e dialogo costante con l’UE. La posta in gioco? Rendere il “modello romano” un esempio europeo di holding finanziaria mista, capace di spingere crescita, sostenibilità e innovazione.
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La voce romana sempre più forte del potere economico
Il potere economico in Italia sta assumendo una voce romana. Da CDP a FS, da TIM alle banche pubbliche, Roma scala posizioni un tempo appannaggio del nord. Dietro a questa élite c’è una visione: centralizzare investimenti e infrastrutture, per trasformare la capitale in un motore strategico. La sfida è avviata: se saprà governare il mix tra pubblico e privato, Roma potrebbe diventare riferimento europeo. E voi, siete pronti a guardare a Roma come epicentro finanziario del futuro?

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