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Iveco taglia le stime 2025: avanti con OPA Tata e cessione Defence

- di: Marta Giannoni
 
Iveco taglia le stime 2025: avanti con OPA Tata e cessione Defence
Iveco taglia le stime 2025, verso Tata e la cessione a Leonardo
Ricavi e utile adjusted in calo, ma ordini bus robusti. La società rivede la guidance, accelera sul perimetro industriale (vendita Defence e OPA di Tata) e punta a un quarto trimestre in miglioramento.

Trimestre in chiaroscuro

Il terzo trimestre 2025 di Iveco Group si chiude con ricavi consolidati nell’ordine dei 3,1 miliardi di euro, sotto i 3,23 miliardi dell’anno prima, e un utile netto adjusted più leggero. La fotografia riflette volumi più deboli nei truck, cambi sfavorevoli e un mix in miglioramento nei bus, mentre i veicoli commerciali leggeri mostrano segnali di risveglio. Nel conto economico pesa anche la disciplina sui prezzi e la gestione più attenta delle scorte: leve che sostengono i margini ma frenano i volumi.

Guidance abbassata, rotta confermata

Alla luce dell’andamento dei nove mesi, il management taglia la forchetta dell’Ebit adjusted 2025 del gruppo a 680–730 milioni di euro (da 880–980 milioni in precedenza) e stima per le attività industriali ricavi in calo del 4–6% sull’anno. Il free cash flow industriale non viene indicato. Nel messaggio agli investitori, l’amministratore delegato Olof Persson sottolinea: “Per il quarto trimestre ci aspettiamo una redditività in miglioramento anno su anno in tutte le business unit”, ribadendo il focus su efficienza e selettività degli ordini.

Difesa a Leonardo e OPA di Tata: la doppia partita

Il ridisegno del perimetro procede su due binari. Da un lato la cessione del business Defence (IDV e Astra) a Leonardo, valutata circa 1,7 miliardi di enterprise value, con completamento atteso entro il 31 marzo 2026, previo via libera regolamentare. Dall’altro la voluntary tender offer di Tata Motors sul resto di Iveco Group a 14,10 euro per azione (all-cash), per un controvalore di circa 3,8 miliardi. Il perfezionamento dell’OPA è condizionato al completamento dello spin-off/closing della Difesa e ai passaggi antitrust e FSR dell’Ue, con chiusura nella prima metà del 2026. Nel pacchetto sono previste covenants occupazionali e industriali e il mantenimento dell’headquarter a Torino.

Autobus, il motore verde che tira

Nel frattempo la BU Bus resta un pilastro della visibilità ordini: i recenti accordi quadro con Île-de-France Mobilités prevedono fino a 4.000 autobus e pullman a basse e zero emissioni da consegnare tra il 2026 e il 2032. Il ramp-up dello stabilimento di Annonay ha temporaneamente compresso la profittabilità del trimestre, ma la pipeline green resta un asse strategico, anche in sinergia con FPT Industrial per powertrain elettrici e a basse emissioni.

Truck, ciclo debole ma segnali dal light commercial

Il ciclo europeo dei camion resta fiacco, con pressioni competitive e clienti più guardinghi. Nel perimetro dei veicoli commerciali leggeri si intravede però un’inversione: volumi e ordinativi mostrano un primo rimbalzo, lettura che il gruppo vede come indicazione che la fase più dura potrebbe essere alle spalle. Il management insiste su pricing disciplinato e mix per difendere i margini.

Cosa cambia con Tata

L’eventuale combinazione con Tata Motors creerebbe un player con ricavi pro-forma intorno ai 22 miliardi, base clienti allargata e copertura geografica complementare (Europa, India, Americhe). La promessa è più scala negli investimenti su elettrificazione e software, continuità degli stabilimenti e un percorso di delisting da Euronext Milan a valle dell’OPA. La presidente Suzanne Heywood ha parlato di “passo strategico con una visione condivisa sulla mobilità sostenibile”, mentre Persson ha rimarcato l’obiettivo di “accelerare sull’innovazione a zero emissioni e ampliare la presenza nei mercati chiave”.

La posta in gioco per gli azionisti

La sequenza divestment Defence → OPA potrebbe tradursi in un extra-dividendo legato alla cessione della Difesa e in una valorizzazione cash del restante perimetro industriale. Con i tempi regolamentari che corrono e la guidance rivista, il 2026 si profila come l’anno del cambio di pelle del gruppo.

La frase chiave

Persson, agli analisti: “Restiamo concentrati sugli obiettivi di lungo periodo e sulla creazione di valore duraturo”. Tradotto: rigore operativo oggi per arrivare più forti all’appuntamento con la nuova Iveco di domani.

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