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Osservatorio Cpi: Europa tra giganti, dove brilla e dove arranca

- di: Vittorio Massi
 
Osservatorio Cpi: Europa tra giganti, dove brilla e dove arranca
Europa tra giganti: energia e trasporti brillano, tecnologia arretra
Il nuovo report dell'Osservatorio conti pubblici italiani confronta Ue, Usa, Cina e Regno Unito: l’Europa primeggia su energia pulita e trasporti, ma resta indietro su tecnologia e difesa.

C’è un’Europa che sorprende e un’Europa che preoccupa. È questa l’immagine che emerge dall’ultima indagine, che amplia una precedente analisi sul confronto tra Stati Uniti e Cina includendo anche Unione Europea e Regno Unito, realizzata dall'Osservatorio Conti pubblici italiani, diretto dall'economista Giampaolo Galli. Il report è a firma di Gianmaria Olmastroni, junior economist. Il risultato è un ritratto a luci e ombre: da un lato un continente che eccelle nella manifattura tradizionale, nella transizione energetica e in alcuni settori dei trasporti; dall’altro un attore debole quando la sfida si sposta sul terreno della tecnologia avanzata, della difesa e dello spazio.

“Il quadro cambia radicalmente se allarghiamo lo sguardo oltre le due superpotenze”, afferma Olmastroni. “L’Europa ha carte importanti da giocare, ma non può permettersi di restare indietro proprio nei campi che plasmeranno il futuro”.

il Pil e la produttività

Il report parte dal Pil, con numeri che parlano da soli. In dollari correnti, gli Stati Uniti restano la locomotiva mondiale con 29,2 trilioni nel 2024, distanziando nettamente l’Unione Europea, ferma a 19,4. Sommando il Regno Unito si arriva a 23,1 trilioni, comunque a metà strada tra Washington e Pechino. La Cina, con 18,7 trilioni, resta di poco dietro ma a parità di potere d’acquisto ribalta la gerarchia: 38,2 trilioni, contro i 28,1 dell’Ue e i 29,1 americani.

Il Pil pro capite fotografa invece un divario difficile da colmare: 85.810 dollari negli Usa contro i 43.145 europei, appena la metà. “Anche correggendo per i prezzi interni più bassi, gli Stati Uniti mantengono un vantaggio superiore ai 20mila dollari pro capite”, puntualizza Olmastroni.

Manifattura: l’Europa c’è

Se si passa alla manifattura, l’Europa non è affatto marginale. L’indagine evidenzia che la quota Ue è del 16,2% sulla produzione globale, che diventa 17,9% includendo il Regno Unito, quindi superiore agli Usa. A fare la differenza sono i settori tradizionali: chimica, acciaio, alluminio e cemento, dove Bruxelles e dintorni surclassano Washington. La Cina resta comunque l’assoluto gigante mondiale, con il 27,7% e una supremazia in ogni comparto.

Energia: leadership verde

È sul fronte energetico che l’Europa può sventolare un primato. Nel 2024 il 45% della sua elettricità arriva da fonti rinnovabili, quota che sale al 68% sommando il nucleare. Gli Stati Uniti si fermano al 24% (42% con l’atomo), la Cina al 34% (38% con il nucleare). “Nessun’altra area industrializzata ha una simile incidenza di energia pulita”, evidenzia il report. Un primato che riflette decenni di investimenti e che rende l’Europa protagonista della transizione climatica.

Trasporti e infrastrutture: vecchio continente in movimento

Altro terreno fertile è quello dei trasporti. L’Europa produce più veicoli degli Stati Uniti (13,4 milioni contro 10,6), con una quota crescente di auto elettriche: 21%, più del doppio rispetto agli Usa, sebbene lontana dal 48% cinese. Nella ferrovia, l’Ue si attesta a 31,5 miliardi di ricavi, praticamente a pari con Pechino e ben sopra Washington. Nei porti, con 96 milioni di container movimentati, supera ampiamente gli Stati Uniti (54 milioni), pur restando dietro alla Cina. E la flotta mercantile europea, con quasi 14mila navi, è la più numerosa al mondo.

Ma il vero fiore all’occhiello è l’aeronautica: nel 2024 l’Europa ha prodotto 766 aerei, più del doppio degli Usa (348) e molto oltre i livelli cinesi (33). “È un settore dove l’Europa dimostra ancora di poter dettare standard mondiali”, afferma Olmastroni.

Tecnologia: il tallone d’Achille

Il rovescio della medaglia arriva quando si guarda all’innovazione. Gli Stati Uniti dominano i semiconduttori con il 50% del mercato, mentre l’Ue è ferma al 9,2% e la Cina al 4,5%. Nell’intelligenza artificiale, l’Europa investe 14 miliardi di dollari, più dei cinesi ma lontanissima dai 109 miliardi americani.

Ancora più netto il divario nei brevetti: appena 81mila richieste europee contro le 262mila americane e l’impressionante 1,43 milioni della Cina. Anche nell’uso dei robot industriali, l’Ue resta indietro, con 219 unità ogni 10mila occupati, rispetto ai 295 Usa e ai 470 cinesi. “La vera sfida per l’Europa è qui”, avverte Olmastroni. “Senza una strategia tecnologica coerente, rischia di perdere terreno irreversibile”.

Difesa e spazio: un passo indietro

Sul fronte militare la sproporzione è evidente. I Paesi dell’Ue spendono 370 miliardi di dollari l’anno, 451 includendo il Regno Unito. È più della Cina (314), ma un abisso rispetto agli Usa (997). A parità di potere d’acquisto, l’Europa con il Regno Unito si avvicina a Pechino, ma resta comunque lontana.

Ancora più marcato il ritardo nello spazio: solo 86 lanci europei nel 2024, contro i 266 cinesi e gli oltre 2.200 statunitensi. Un gap che racconta di un settore strategico ancora poco integrato e frammentato.

Agroalimentare: latte sì, cereali no

C’è però un primato che profuma di latte: l’Europa è il primo produttore mondiale con 127 milioni di tonnellate nel 2023, pari al 17,4% del totale. Ma su carne, mais e cereali i numeri si riducono e la distanza da Usa e Cina diventa evidente.

Un continente a metà

Il report non lascia spazio a dubbi: l’Europa è un gigante nelle produzioni tradizionali e nella sostenibilità energetica, ma resta un nano quando si tratta di innovazione tecnologica, robotica, difesa e spazio.

“Il vecchio continente brilla su energia pulita e trasporti, ma senza un salto deciso su ricerca e industria high-tech rischia di restare schiacciato tra le due superpotenze”, conclude Olmastroni.

Un monito forte, che mette l’Europa di fronte alla sua sfida più grande: essere protagonista del futuro o restare semplice comprimaria nel duello tra Stati Uniti e Cina.

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