Inquinamento: Francia, lo Stato condanna sé stesso

- di: Jean Aroche
 
Fa riflettere apprendere che un Stato condanna sé stesso. E lo fa soprattutto quando, come nel caso della multa da dieci milioni di euro, inflitta dal Consiglio di Stato francese al governo, alla base della decisione c'è un vero e proprio atto d'accusa per l'incapacità dell'esecutivo di portare, sull'intero territorio nazionale, i livelli di inquinamento atmosferico al di sotto degli standard sanitari.

Mai il giudice amministrativo aveva mai imposto un importo simile per costringere lo Stato a eseguire una decisione. Questa multa (dall'importo record) ha alla base la "gravità delle conseguenze in termini di salute pubblica" e l'urgenza che ne deriva. Secondo alcune stime, l'inquinamento atmosferico è causa di 48.000-67.000 morti premature all'anno in Francia. La decisione del Consiglio di Stato giunge a conclusione di un iter cominciato nel 2015, quando l'ong Les Amis de la Terre si rivolse alla massima istanza di giustizia amministrativa del Paese per ottenere l'applicazione della direttiva europea 2008 sulla qualità dell'aria.

Segnatamente, il ricorso riguardava le soglie di biossido di azoto, che non venivano rispettate già dal 2010. Stessa richiesta per le polveri sottili PM 10 . Il Consiglio di Stato, nel luglio di quattro anni fa, intimò al governo di adottare in tempi brevi le misure necessarie per riportare le concentrazioni di NO 2 e PM 10 entro i valori limite. Cosa che non è stata fatta tanto che, in otto agglomerati urbani (Parigi, Marsiglia-Aix, Lione, Strasburgo, Grenoble, Tolosa, Reims e Fort-de-France), i limiti non sono stati rispettati.

L'ultimatum di agire entro sei mesi, pena il pagamento di una sanzione di 54 mila euro al giorno, non è stato rispettato. Da qui la multa, che corrisponde solo al primo semestre del 2021. Quindi tra sei mesi il Consiglio di Stato si riunirà nuovamente per valutare l'operato dello Stato che, se fosse ritenuto insufficiente, potrebbe essere nuovamente sanzionato.
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