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Francia: multa da 220 milioni a Google per abuso di posizione dominante

- di: Jean Aroche
 
Francia: multa da 220 milioni a Google per abuso di posizione dominante
È una multa record quella inflitta, in Francia, a Google, sanzionata per 220 milioni di euro per avere abusato della sua posizione dominante.
"Si tratta di una decisione storica", ha commentato Isabelle de Silva, presidente dell'Autorità francese per la concorrenza, in relazione alla posizione dominante nella pubblicità di cui Google avrebbe abusato. È la prima volta che una autorità regolatrice nazionale interviene, e con questa durezza, nel complesso mercato delle aste di pubblicità on line. Il caso è senza precedenti soprattutto perché Google ha scelto una procedura di transazione negoziata con l'autorità, piuttosto che contestare le conclusioni.

Le accuse sono "particolarmente gravi", ha detto De Silva. Google ha utilizzato il suo "modello di integrazione verticale" di diversi servizi "per mantenere il proprio dominio nel mercato della pubblicità display, e persino aumentarlo", a scapito dei suoi concorrenti. Concretamente, il caso non riguarda l'attività pubblicitaria per la quale Google è più conosciuto, quello dei link sponsorizzati sul suo motore di ricerca, né la vendita di spazi pubblicitari sulla sua controllata video di YouTube.

La controversia, riferiscono oggi i media francesi, riguarda l'attività, meno nota, di intermediario tecnico svolto da Google nell'ambito del settore, divenuto cruciale nella pubblicità online, dell'acquisto e della vendita, attraverso un sistema di aste in tempo reale, di annunci pubblicitari personalizzati.
A Google viene addebitato di avere, grazie a due sistemi che controlla, DoubleClick For Publishers (DFP) e AdX, messo in piedi un "doppio favoritismo", con il primo che forniva al secondo informazioni di cui altre piattaforme di vendita di spazi non disponevano. Questo ha impedito la concorrenza degli ad server che interrogano contemporaneamente le diverse piattaforme d'asta e confrontano i prezzi offerti. Questo scenario, secondo l'autority per la concorrenza, ha permesso alla società di adeguare il suo prezzo al rialzo abbassando automaticamente la sua commissione per vincere l'asta, oppure di diminuire l'importo della sua proposta, puntando solo il minimo, o qualche centesimo sopra la migliore offerta del concorrente.
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