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LOL, Geppi: sei ore infernali

- di: Giulia Caiola
 
LOL, Geppi: sei ore infernali

Sembra assurdo, eppure a dirlo è proprio una che Sanremo lo ha calcato con grazia e ironia. E che ora, dopo aver partecipato a LOL – Chi ride è fuori, Geppi Cucciari confessa senza esitazioni: «È molto più faticoso di Sanremo. In sei ore c'è tutto il tempo di conoscersi, capirsi e autodistruggersi». E chi siamo noi per contraddirla?

LOL, Geppi: sei ore infernali

Nel format Amazon diventato ormai cult, i comici vengono chiusi in una stanza senza pubblico, con una sola regola: non ridere. In palio, la gloria e la sopravvivenza psicologica. «È una gara contro te stesso – dice Cucciari – più che contro gli altri. A un certo punto, anche una sedia ti sembra esilarante».

Il paradosso del mestiere
Fa ridere, no? Una comica che non può ridere. Ma LOL gioca proprio su questo paradosso: togliere ai professionisti del riso l’unico sfogo emotivo che dà senso al loro lavoro. Cucciari la prende con la consueta filosofia: «Ti spogli della tua comicità per resistere a quella degli altri. È come se ti svuotassi per riempirti di nuovo». Psicodramma o risata zen?

Cucciari e l’arte dell’autoironia
A salvarla, come sempre, è l’intelligenza tagliente. Anche in un contesto surreale come LOL, Geppi non perde la bussola: osserva, commenta, analizza. E alla fine si conferma non solo comica, ma anche fine osservatrice dell’animo umano. «LOL è uno specchio deforme che ti mostra chi sei quando non puoi più aggrapparti alle battute», conclude.

E alla fine, si ride
Perché sì, ci si autodistrugge. Ma ridendo. Magari dentro. Magari dopo. Ma tanto basta, perché, come insegna Cucciari, l’ironia è più forte di tutto. Anche delle sei ore più lunghe della tua vita.

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