DBA Group, De Bettin: "Puntiamo all'informatizzazione dei processi logistici"

- di: Redazione
 
La grande resilienza dimostrata durante la pandemia, i segnali positivi arrivati dal mercato nel 2021 e la previsione di un ulteriore, forte balzo in avanti nel biennio 2022/2023, la revisione del Piano industriale che era stato approvato, le Divisioni più performanti e in cui il Gruppo ha posizioni di leadership, la necessitò di una vera sburocratizzazione per dare più slancio al settore. Intervista Francesco De Bettin, Presidente di DBA Group.

Il bilancio 2020 di DBA Group è stato positivo, nonostante sia stato un anno molto difficile a causa degli effetti della pandemia: il valore della produzione, infatti, è cresciuto del 18,6% e l’Ebitda del 33,4%. Presidente De Bettin, come valuta questi risultati e quali divisioni hanno performato maggiormente? Inoltre, quali segnali giungono dai primi mesi del 2021?
Il 2020, nonostante una perdita di un milione e 200mila euro dovuta solamente ad una svalutazione di un credito che stiamo facendo fatica ad incassare, ma che incasseremo nel tempo, è stato un bilancio positivo. L’Ebitda è cresciuto, così come è cresciuto il valore della produzione, benché il 2020 sia stato l’anno della pandemia. A maggior ragione consideriamo i risultati raggiunti estremamente importanti e positivi che, addirittura, invertono il trend degli anni precedenti. Rispetto ad allora, infatti, recuperiamo redditività ed incrementiamo il margine operativo lordo: ciò dimostra che i mercati in cui siamo protagonisti hanno sofferto delle deficienze dovute al Covid-19, ma al tempo stesso hanno anche retto. Questo aspetto è estremamente positivo. È andato bene il mercato estero, che si è incrementato sia in termini di valore della produzione che di margine operativo lordo, soprattutto grazie alle sinergie che siamo riusciti a cogliere fra la società acquisite nel 2019 e tutta la parte di Ict dedicata alle infrastrutture, la quale ha registrato dei miglioramenti e dei segni positivi. È andata abbastanza bene, sia in Italia che all’estero, anche la parte di progettazione vera e propria, che rappresenta il nostro core business da sempre. Ha sofferto molto, invece, l’attività di Project e Construction management e di Direzione lavori in quanto, sempre per effetto della pandemia, i cantieri si sono di fatto fermati per quasi un anno. Il 2020 è stato un anno di grandi sacrifici, di paure e di timori ma che, nonostante tutto, si è concluso positivamente lasciandosi dietro anche un’eredità positiva per il 2021, che infatti sta andando bene ed è totalmente in linea con il budget che abbiamo approvato a gennaio. Stiamo registrando, infatti, segnali positivi a livello di mercato in tutti i 5 settori di riferimento nei quali siamo presenti, ovvero il settore delle Telecomunicazioni dove siamo leader da diversi anni; il settore Oil & Gas; il mercato Transport & Logistics (tramite la nostra S.J.S.) è andato benissimo nei primi tre mesi dell’anno grazie all’acquisizione di un’importante commessa da 5 milioni di dollari per la progettazione del porto di Abukir ad Alessandria d’Egitto; sta andando molto bene il settore energia grazie ad Enel e Terna e, infine, il settore retail è in piena ripresa grazie al superbonus 110%.
I segnali per il 2021 sono sicuramente positivi e ci aspettiamo il meglio che, secondo noi, deve ancora venire.
Relativamente alle nostre società controllate siamo contentissimi delle realtà estere, che stanno andando bene e stanno operando nell’ambito dei loro mercati di riferimento con ruoli di leadership assoluta: siamo leader, infatti, in Slovenia e nei Balcani nella produzione di software e rivendita di hardware e software di base. Sta andando molto bene S.J.S., che ha registrato delle perdite nel 2020 e nel 2019 per effetto della crisi dell’Ilva e per il blocco del mercato nel Transport & Logistics.
Grazie alle ultime due commesse che S.J.S. ha acquisito, la società sta totalmente recuperando i valori inespressi che aveva e anche l’impairment test che siamo andati ad effettuare prima di ricapitalizzarla ha registrato dei valori positivi che si sono verificati veritieri alla prova dei fatti. Siamo abbastanza contenti e sereni anche se ovviamente in tensione perché i costi rappresentano l’unica cosa certa nel nostro lavoro, come in tutte le imprese. Il nostro obiettivo, di conseguenza, rimane quello di avere dei ricavi e delle prospettive che siano tali da far sì che i costi siano minori di essi.

Quali sono gli obiettivi strategici del Piano industriale 2020/2023 che rappresentano di fatto i driver per le prospettive di medio periodo?
A causa del Covid-19 abbiamo riscritto il Piano industriale che avevamo in essere e lo abbiamo rielaborato cercando di essere il più conservativi e realisti possibili.
Ciò che non abbiamo snaturato del Piano industriale è lo ‘scope of work’ del Gruppo, ovvero erogare servizi a supporto della gestione del ciclo di vita delle infrastrutture nei settori dell’ingegneria, del project management e dell’Ict dedicato alle infrastrutture.
Abbiamo tagliato alcune attività dell’Ict legate all’automazione dei processi gestionali e punta molto sull’Internet of Things, sui Big data e sulla ‘intelligentizzazione’ delle infrastrutture per far sì che, soprattutto con l’avvento del 5G e della banda larga, le infrastrutture stesse possano interfacciarsi con i loro gestori a livello manutentivo e con i loro utenti a livello di assistenza richiesta.
Siamo parte di quel processo che mira alla sicurezza della gestione infrastrutturale e alla smartizzazione delle infrastrutture.
Tutto il Piano aggiornato ruota attorno a questi nuovi paradigmi di cui l’ingegneria è sempre la parte essenziale, perché il futuro è rappresentato dalle tecnologie.
Il quadro del Piano industriale 2020/2023 vede l’anno 2021 positivo, ma ancora con delle incertezze. Al contrario, per il biennio 2022/2023 ci aspettiamo grandi cose: saranno anni di grande ripresa in tutti i settori in quanto, quando abbiamo realizzato i piani, abbiamo ipotizzato che potesse nascere un Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) come poi effettivamente è avvenuto non solo in Italia, ma in tutta Europa: grazie a questi piani strategici stanno tornando i grandi investimenti e noi saremo in prima fila e protagonisti assoluti, perché chi si occupa di ingegneria e tecnologie avanzate è sempre il primo ad entrare in campo e l’ultimo ad uscirne.

Ricerca e Sviluppo. DBA Group ha sempre puntato su importanti investimenti. Qual è l’attuale impegno e quale sarà in prospettiva anche su questo fronte?
Ricerca e sviluppo, con i tempi che stiamo vivendo, sono temi che portiamo avanti soprattutto in tutti quegli ambiti nei quali riusciamo a finanziare parte dei costi con progetti europei o con progetti nazionali che ci aiutino a livello di conto capitale o con prestiti agevolati. Abbiamo, in questo momento, tre linee di ricerca e sviluppo attive e la più importante è quella elativa alla creazione di ‘digital twin’ nel settore infrastrutturale: ciò significa portale l’infrastruttura fisica all’interno di un’architettura informatica per poterla gestire al meglio. Questa attività di ricerca ci obbliga ad investigare e ad investire in tutte le tecnologie di internet e in tutto ciò che rappresenta il trattamento delle informazioni dei Big data e, soprattutto, nell’insegnare alle macchine ad utilizzare dei modelli operativi che scriviamo ed aggiorniamo di volta in volta. C’è molta ricerca dietro questi aspetti e richieste avanzate di know-how.
La seconda linea di sviluppo che abbiamo, quella a me più cara, è legata alla informatizzazione dei processi logistici: soprattutto all’estero siamo presenti con modelli di simulazione ambientale operativi all’interno dei porti e degli interporti.
La terza linea riguarda l’attività di asset management nel settore delle infrastrutture, ovvero il catasto degli elementi unitari che compongono le infrastrutture stesse nel loro complesso per una gestione ottimizzata e green di tutti i processi che hanno a che fare con la manutenzione operativa.

In merito alla S.J.S. Engineering, alla ricapitalizzazione e all’impairment test: quali sono gli obiettivi di questa ricapitalizzazione?
La ricapitalizzazione è servita, anzitutto, per sostenere l’attivo circolante di S.J.S. nelle ultime due commesse importanti che ha acquisito: una relativa alla diga foranea del porto di Taranto e l’altra riguardante tutta la gestione del project management nella realizzazione del porto di Abukir ad Alessandria d’Egitto.
Era necessario, di conseguenza, ricapitalizzare la società in quanto veniva da due anni di perdite abbastanza importanti dovute non da una cattiva gestione, bensì dalla mancanza operativa di progetti da realizzare. Gli obiettivi di S.J.S. sono estremamente ambiziosi per due motivi: il primo perché si tratta della società del nostro Gruppo che possiede delle specializzazioni vere nell’ambito dell’ingegneria delle infrastrutture legate ai trasporti e alla logistica (quindi porti, interporti, strade, ferrovie…); in secondo luogo, il management di S.J.S. è costituito tuttora dai fondatori che fanno capo alla famiglia Lentini: persone ambiziose, estremamente preparate e focalizzate sui loro obiettivi. Per questi motivi contiamo di avere grandi soddisfazioni da questa società entro il 2023.

Cosa si potrebbe fare in Italia per dare maggior slancio ai settori in cui operate, un settore strategico per lo sviluppo del Paese sotto tanti punti di vista?
La buona notizia in merito è che abbiamo un Governo che ha le idee abbastanza chiare: sembrerebbe ci siano dei piani di investimento legati alle riforme. Fare delle riforme è un bene perché incideranno sulla semplificazione burocratica del quadro operativo, cosa che io reputo di fondamentale importanza. Noi potremmo raggiungere degli ottimi risultati semplificando tutta quella filiera di controllo che esiste nel nostro Paese: tanto vale darci i giusti parametri di libertà da quando un’opera viene studiata a quando viene realizzata e poi avere dei controlli certi alla conclusione dei lavori. Ciò vorrebbe dire lavorare, proteggere chi lavora bene e penalizzare chi invece non si comporta correttamente. Tutti questi processi si incastrano attorno alla mancanza di trasparenza e alla corruzione che sono, purtroppo, due caratteristiche del nostro Paese e che, nonostante la Tangentopoli di ormai trent’anni fa, sono rimaste radicate.
Noi ci auguriamo che, così come sono stati realizzati dei piani ambiziosi e sono stati trovati i fondi, si riesca anche a trovare un modo per semplificare e velocizzare lo svolgimento dei vari processi.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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