IBM, l'Ad Rebattoni: "Il nostro cloud tutela cittadini, imprese e PA"

- di: Redazione
 
L’accelerazione digitale determinata dalla pandemia da Covid-19, il ruolo cruciale di un colosso come IBM nella rivoluzione digitale, le opportunità per l’Italia, la mission e gli impegni verso il nostro Paese, dove IBM è presente con forza dal 1927 contribuendo allo sviluppo del Paese. Intervista all’Ing. Stefano Rebattoni, da gennaio 2021 Amministratore Delegato di IBM Italia.

La pandemia ha impresso una forte accelerazione digitale. Un abbrivio che viene supportato a tutti i livelli, a cominciare dalle Istituzioni. Ingegner Rebattoni, sarà a suo parere un momento decisivo per quella rivoluzione digitale (e della sostenibilità, che è l’altra faccia della medaglia della digitalizzazione) che era già in corso? Usciremo alla fine migliorati da una delle crisi peggiori dal secondo dopoguerra ad oggi?
L’auspicio è proprio questo: uscirne migliori. La pandemia ha fatto aumentare la consapevolezza che tecnologia e capitale umano adeguatamente formato giocano un ruolo importantissimo nel rendere il Paese più resiliente e capace di intraprendere una crescita economica e sociale duratura e sostenibile. In quindici mesi, quelli terribili in cui l’Italia e il mondo hanno pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane, abbiamo anche assistito ad una accelerazione senza precedenti sul fronte della digitalizzazione. Cloud ibrido, intelligenza artificiale, competenze professionali nuove e le risorse economiche messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza offrono un’opportunità unica e irripetibile. Un’occasione di ripensare il Paese che non può andare sprecata.

Davvero, come lei ha affermato, grazie alla rivoluzione digitale l’Italia può uscire migliorata dalla crisi determinata dalla pandemia e guadagnare una posizione di rilievo nello scenario europeo e mondiale?
Alcuni dati che possono connotare i fronti su cui IBM è impegnata e il potenziale che l’Italia può cogliere: in un contesto di piena adozione del cloud computing, che fungerebbe da tecnologia abilitante per realizzare una trasformazione digitale del sistema produttivo italiano, alcuni studi stimano benefici per il fatturato delle imprese del nostro Paese fino a 620 miliardi, oltre la metà per le PMI ossatura del nostro sistema economico, e fino a un +1% di PIL oltre quello stimolato dal PNRR. Anche sul versante della Pubblica Amministrazione i vantaggi di una piena adozione del cloud computing sarebbero sensibili: oltre 1 miliardo di risparmi l’anno, derivanti da minori spese e da maggiore produttività del personale.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, è impegnato nella concertazione di un piano senza eguali che pone al centro della sua riuscita la transizione digitale e quella ecologica. Ebbene, in un contesto di sinergia tra pubblico e privati, mi preme precisare che il nostro cloud tutela cittadini, imprese e PA. Questo significa che come IBM non solo siamo pronti a sostenere la ripresa ma abbiamo anche tutti i requisiti per accompagnare imprese e Pubblica Amministrazione nel raggiungimento di una trasformazione digitale efficace ed efficiente.
Se l’Italia saprà cogliere le opportunità che ha di fronte, affrontare e vincere le sfide dei prossimi mesi, uscirà dalla pandemia come protagonista nello scenario internazionale.

IBM è presente in Italia dal 1927 ed è sempre stata tra i protagonisti dello sviluppo del Paese. Qual è oggi l’impegno di IBM, la sua mission per il nostro Paese?
IBM è stata la prima società di tecnologia a investire 50 milioni di dollari in Italia per un Cloud Data Center alle porte di Milano che consta di 11mila server: era il 16 giugno del 2015 e, allora, parlare di altissimi standard di sicurezza, affidabilità a prova di pubblica amministrazione, intelligenza artificiale e assunzione di 400 neolaureati in materie STEM suonava visionario.
I fatti, e la storia, hanno dato ragione al progetto che oggi è capace di dare supporto all’accelerazione e alla trasformazione tecnologica di tutti i settori industriali e all’interno di essi di realtà capofila importanti quali Fincantieri, Prysmian, ENI, Autostrade, Confindustria, Groupama Assicurazioni, Borsa Italiana, SEA, Gruppo 24 Ore, Ferrovie dello Stato, Mondadori, Alitalia, CNH Industrial, Poste Italiane, Vodafone, le Università Ca’ Foscari e di Padova e tanti altri ancora (IBM Think Magazine le raccoglie tutte su www.ibm.com/thinkmagazine). Senza dimenticare i principali istituti bancari, per i quali IBM fornisce supporto nella gestione delle infrastrutture IT più critiche, e le piccole e medie imprese, cuore pulsante dell’economia italiana, a cui l’azienda si affianca per l’impiego efficace di cloud computing, intelligenza artificiale, internet delle cose e blockchain.
Gli investimenti per l’Italia non si sono mai fermati. Ultimi, in ordine cronologico, nel 2019 per l’Innovation Center a Rieti (18 milioni di euro) e per l’IBM Studios in piazza Gae Aulenti a Milano: 40 milioni di euro per un luogo fisico e iconico dove sperimentare e sviluppare soluzioni basate su cloud, intelligenza artificiale, blockchain e cyber security per innovare in tutti i settori industriali del Paese. Avvalendosi di oltre 2mila consulenti provenienti da tutto il mondo.
Ora siamo pronti per accompagnare aziende e PA nella trasformazione in corso. La nostra mission è sempre stata e sempre sarà quella di servire al meglio le aziende italiane e la Pubblica Amministrazione.

Come IBM intende e concretizza il concetto di responsabilità sociale? Le competenze digitali sono un capitolo cruciale per il nostro Paese e non a caso è un altro aspetto che vede IBM fortemente impegnata in Italia.
Nel nostro Paese vive un paradosso unico nel suo genere, che si è ulteriormente accentuato durante l’emergenza pandemica: cresce costantemente la domanda di posti di lavoro qualificati soprattutto nel settore ICT - secondo Unioncamere nel 2024 serviranno 1,5 milioni di specialisti solo in queste industry - ma mancano figure professionali con competenze digitali e tecnico-scientifiche adeguate. Da quelle di base a quelle più avanzate per gestire opportunità legate a nuove tecnologie e nuovi modelli di lavoro. Intelligenza artificiale, blockchain, internet of things sono ormai strumenti indispensabili in ogni settore di industria e non possiamo permetterci di mancare le opportunità offerte sia in termini di competitività sia in termini di posti di lavoro.
Per questo motivo, i nostri volontari sono fieri di prestare la loro opera per formare il Capitale Umano del Paese. Abbiamo all’attivo tre programmi: SkillsBuild, piattaforma gratuita per accrescere le competenze di chi ha già un lavoro o lo sta cercando, Open P-Tech, per portare la tecnologia nelle scuole, e P-Tech, vero e proprio corso di studi che sfocia in una laurea con il titolo di “esperto digitale”.
I volontari IBM sono anche quelli che durante il lockdown hanno assistito oltre 200mila studenti italiani nella didattica a distanza o che, per la Fondazione Ospedale dei Bambini Buzzi di Milano, portano scienza e tecnologia tra i piccoli pazienti e le loro famiglie. Sono persone speciali a cui dico, ancora una volta, un grande grazie.
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