Federico Vecchioni: "Bonifiche Ferraresi unisce il mondo della finanza, dell'agricoltura e dell'industria"

- di: Redazione
 
La più grande azienda agricola italiana ha cambiato pelle, nel quadro della politica di BF, il Gruppo che la controlla, di diventare l’hub per l’agricoltura sostenibile a livello nazionale e internazionale. Strategie, vision, investimenti, scelte, risultati e progetti. Intervista all’Ad Federico Vecchioni.

Negli ultimi anni, Bonifiche Ferraresi – Società che fa parte del Gruppo BF, che è nato e si sviluppa proprio intorno a Bonifiche Ferraresi S.p.A. - è passata da azienda agricola produttrice di commodities a un’azienda verticalizzata orientata al consumatore, più evoluta ed innovativa, in grado di generare valore attraverso il presidio di tutta la filiera agro-industriale. Un cambiamento di rotta molto significativo non solo per Bonifiche Ferraresi, ma per tutto il settore agroalimentare italiano, visto il peso e i ruolo strategico che la Società ha in esso. Dottor Vecchioni, a che punto siamo con quest’attività di riposizionamento, il Piano industriale è stato rispettato?
I numeri non dicono tutto, ma certamente danno un’idea del molto lavoro fatto. Abbiamo concluso il nostro piano industriale triennale 2018-2020 in maniera estremamente positiva: abbiamo moltiplicato per 6 la capitalizzazione della società che oggi sfiora i 600 milioni di euro, e per 10 il volume d’affari e l’Ebitda. Si tratta di dati incontrovertibili certificati dal mercato. Abbiamo realizzato in pochi anni investimenti e acquisizioni con una logica di totale integrazione dal campo alla tavola delle filiere strategiche per il made in Italy, con l’unico obiettivo di conferire valore alla componente produttiva, rappresentata in BF da ben 9.300 ha coltivati in Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna.

L’obiettivo dichiarato da BF e Bonifiche Ferraresi è di essere l’hub per l’agricoltura sostenibile a livello nazionale e internazionale, proponendosi insieme a tutti i principali player del comparto manifatturiero italiano. Quali i risultati finora raggiunti e quali le difficoltà da superare?

BF è riuscita nell’intento di far dialogare mondi che non ritenevano strategico e competitivo unire le loro forze per creare valore. Lo abbiamo fatto nel 2014 al tempo dell’OPA di Banca d’Italia per l’acquisizione della maggioranza di Bonifiche Ferraresi quando riuscimmo a unire il mondo della finanza, il mondo agricolo e il mondo dell’industria. Oggi molto è stato fatto. La filiera agro-industriale ha perfettamente capito la necessità di collaborare in una logica di partnership e la dimostrazione è rappresentata dalle tante alleanze che il sistema agro - industriale sta producendo: grandi operatori che uniscono le forze per raggiungere un obiettivo comune - il benessere del consumatore - sovvertendo quel paradigma che vedeva l’agricoltura, l’industria, la trasformazione, la distribuzione in ruoli sbilanciati, contrapposti ed antitetici. Questo è anche il motivo per cui è nata Filiera Italia, i cui attori hanno saputo, grazie a Coldiretti, destrutturare vecchi meccanismi di antagonismo, capendo che c’è un solo modo per vincere e cioè costruire solide e valide alleanze.

Cosa ha cambiato - e insegnato - l’emergenza da Covid-19? I vertici di Bonifiche Ferraresi nell’ultimo hanno rimarcato più volte che la partita della competizione, ancora di più dopo l’esperienza del Covid, si giocherà sulla capacità di presidiare la produzione delle diverse filiere alimentari sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Cosa significa in concreto per voi, che siete in filiera al 100% Made in Italy e che, con oltre 8mila ettari, rappresentate la più grande azienda agricola italiana per Superficie agricola utilizzata?
L’emergenza Covid-19, dal mio punto di vista, ha evidenziato ancora di più come la capacità di un paese di approvvigionarsi delle materie prima sia un aspetto fondamentale per l’equilibrio socioeconomico. Ancora: che un paese come l’Italia necessita, in un contesto internazionale molto competitivo di un’agricoltura moderna, innovativa, diffusa in quanto unico asset capace di garantire un presidio solido e sicuro per la filiera alimentare italiana. In questo scenario si cala la solida visione industriale di BF - con il presidio dell’intera filiera - confermata dalla necessità per il sistema paese di rendere più verticale tutta la filiera, così da assicurarsi il controllo di tutti i settori produttivi, dal seme alla tavola.
Il secondo elemento che si può trarre da questa crisi è che l’impegno di tutti noi deve essere indirizzato verso il benessere delle persone e questo, per chi fa il mio lavoro, si traduce nella cura della terra e della natura garanzia di qualità per un numero di esseri umani sempre più diffuso. Un Paese come l’Italia, dove il concetto dello sviluppo delle filiere alimentari ha da sempre un ruolo di centralità, deve quindi fare tesoro di quanto accaduto e avere piena consapevolezza che l’agricoltura, innovativa e sostenibile, è uno dei perni della crescita economica.

Progetti di questo genere necessitano di corposi investimenti per sostenere un elevato tasso di innovazione e di ricerca e su questi aspetti avete sviluppato un’azione molto forte negli anni scorsi, arrivando ad essere un’azienda molto tecnologica. Continuerete ad investire con questa determinazione anche in futuro?
Parto immediatamente dalla questione innovazione: per noi è cruciale, basti pensare allo spin-off che abbiamo creato insieme a ISMEA - IBF Servizi, e che oggi oltre a noi vede come azionisti anche e-Geos, del Gruppo Leonardo e A2A Smartcity, società oggi leader nella fornitura di servizi di agricoltura di precisione. Oggi IBF Servizi gestisce per aziende agricole di tutte le dimensioni, dalla piccolissima a grandi consorzi, oltre 90.000 ettari in tutta Italia.
È chiaro che questa capacità di innovazione è fondamentale sia per l’imprenditore agricolo sia per le esigenze dei consumatori che chiedono sostenibilità, qualità degli alimenti e anche blockchain e controllo delle produzioni. In questa direzione si realizza un percorso che ha una grande valenza imprenditoriale, ma una forte ricaduta collettiva nei confronti di un consumatore che oggi più di ieri vede nella conservazione della natura e nell’uso responsabile delle risorse naturali, un valore aggiunto del prodotto alimentare diffuso nei mercati.
Il capitolo del rapporto con la ricerca, con il mondo scientifico ed accademico ha rappresentato un altro asse portante dei nostri investimenti e continuerà ad esserlo: basti pensare alla nostra partecipazione al Master di I livello dell’Università degli Studi della Tuscia in agricoltura di precisione insieme a Università degli Studi di Teramo, Università degli studi di Padova, Università degli Studi di Firenze e Università degli Studi di Salerno oltre ai due prestigiosi enti di ricerca presenti fin dalla nascita del master, il CNR-IREA e il CREA. Ma penso anche ad accordi più recenti con importanti atenei, che stiamo finalizzando in questi giorni come quella con l’Università di Bologna o con l’Università degli Studi di Napoli.

Vi siete notevolmente rafforzati agendo sia per linee esterne, attraverso acquisizioni e partnertship, sia per linee interne. Iniziamo dalla dalle linee esterne. Quali i passaggi più significativi che avete svolto su questo fronte? Ci sono altre acquisizioni e/o partnership di rilievo in vista nel breve periodo?
Io penso che la competitività nei prossimi 10 anni si giocherà su 3 aspetti: dimensioni, capacità di innovare, abilità nel coniugare il know how con le richieste del mercato. Tutto ciò non può essere realizzato con singole unità produttive, ma attraverso partnership e alleanze. Per questo in questi anni abbiamo costruito importanti partnership: dal Gruppo Salvi a Farchioni olii spa, dal Gruppo Cremonini spa a Ocrim spa e Orogel, fino alle più recenti alleanze con Noberasco e SDF. Senza dimenticarci attori fondamentali come dicevamo poca fa come e-Geos, A2A Smart Cities e ISMEA. Dal punto di vista delle acquisizioni, l’ultima in ordine cronologico, è quella di Master Investment (holding di un gruppo – il cui marchio è Matt - tra i principali nel settore integratori alimentari, alimenti salutistici e bevande vegetali, costituito da: Gruppo alimentare e dietetico, Almas, Salix e Mare, per un fatturato aggregato di 55 milioni di euro nel 2019, ndr), un acquisizione che ci ha permesso di individuare un partner per la una crescita delle quote di mercato in categorie merceologiche attualmente non presenti nel paniere del Gruppo BF, come il settore officinali-integratori. Infine, non posso non citare il progetto che supera le logiche di gruppo. Un progetto pensato per rendere maggiormente competitiva l’azione degli imprenditori agricoli italiani. Mi riferisco all’importane investimento del Gruppo BF in CAI (Consorzi Agrari d’Italia). Un investimento da parte di BF molto importante, parliamo di oltre 60 milioni di euro, che ha permesso la creazione del primo soggetto nazionale totalmente integrato che unisce la visione, la competenza e la capacità di valorizzazione dei prodotti nelle filiere strategiche del primo gruppo agro-industriale italiano, con le reti territoriali di vendita dei prodotti per gli agricoltori dei 4 consorzi ma che è destinato a crescere con nuovi importantissimi soggetti che entreranno nell’azionariato nei prossimi mesi.

E per quanto riguarda il rafforzamento per linee interne?
In ciascuna delle filiere in cui BF opera l’obiettivo è consolidarsi al punto tale da diventare il più grande hub europeo, in grado di proporre servizi agricoli avanzati. Anche a presidio della produzione agricola nazionale. Oggi vince chi ha un forte presidio. Così si spiega la realizzazione da parte di BF di piattaforme industriali per pasta e riso, che confezioniamo sia col brand Stagioni d’Italia, sia per le principali Private Label nazionali.
Così si motiva la presenza nella zootecnia, attraverso l’intesa con Cremonini, nelle tisane, nell’olio mediante Farchioni, nell’ortofrutta grazie a un accordo col gruppo Salvi divenuto azionista di BF, il progetto con Noberasco nella frutta secca nazionale o la solida partnership con Ocrim di Cremona che ha portato allo sviluppo di una piattaforma molitoria di altissimo livello denominata Milling hub.

Tornando al Covid, come avete vissuto questa emergenza? Quali le iniziative messe in campo?
Noi, come Gruppo BF, l’abbiamo vissuta pensando che questo era il momento di consolidare ancora di più l’alleanza tra attori della filiera: i momenti di crisi servono anche a questo, a rappresentare un momento di consapevolezza che può confermarci, o meno, se la direzione intrapresa è quella corretta. Nel nostro caso, lo era e abbiamo deciso di contrassegnare questo periodo da una compattezza e un’unità tra gli attori della filiera ancora più forte.
Mi lasci sottolineare anche il lavoro compiuto con tutti i nostri collaboratori. Da subito abbiamo riorganizzato tutto l’impianto di norme, spazi, turni interni ai siti produttivi ma anche in campagna. Dato il nostro fondamentale ruolo nell’approvvigionamento degli alimenti base della nostra alimentazione non poteva assolutamente sbagliare. I risultati sono stati incredibili: grazie a tutti i lavori del Gruppo, non ci siamo mai fermati. Anche per questo ho proposto un riconosciuto ai dipendenti, un premio di produzione. Non solo la nostra sede di Jolanda di Savoia è stata la prima azienda agricola, ma anche una delle poche in tutta Emilia-Romagna, ad attivare l’hub per la somministrazione ai dipendenti di tutte le aziende in Regione, dei vaccini anti-Covid.

Veniamo ai numeri di bilancio. Negli ultimi anni sono andati molto bene, poi è arrivato il Covid. Che tipo di impatto ha avuto la pandemia sui conti 2020, quali segnali sono giunti dal mercato nel primo semestre 2021 e cosa prevedete per l’intero 2021?

I risultati rilevati nell’esercizio 2020 rappresentano il consolidamento della piattaforma agro-industriale del Gruppo e dimostrano la capacità di tenuta in un contesto particolarmente negativo caratterizzato dalla diffusione del Covid-19 e dall’emergenza sanitaria, evidenziando la valenza strategica del nostro modello di business e la nostra capacità di generare valore nel prossimo futuro. Le iniziative, adottate da oltre un anno in tutte le sedi operative attraverso il rispetto di specifici protocolli e di rigide misure di sicurezza, hanno consentito a tutte le filiere presidiate dal nostro gruppo di funzionare a piena capacità, senza alcuna interruzione né flessione, anche grazie all’impegno di tutti i collaboratori.
Il bilancio 2020 conferma quindi il trend positivo del 2019, con un valore della produzione che arriva quasi a 100 milioni di euro e un EBITDA, pari 10 a milioni di euro con un + 4,6% rispetto all’anno scorso.

Il 30 dicembre 2020 Bonifiche Ferraresi ha conferito il ramo di azienda relativo alla gestione operativa delle tenute agricole, inclusivo di usufrutto ventennale sui terreni agricoli, con esclusione del ramo d’azienda operativo in Sardegna (Comune di Marrubiu), nella società di Gruppo neocostituita B.F. Agricola s.r.l., che è subentrata di fatto nell’attività, facendosi carico di tutti gli impegni contrattuali attivi e passivi facenti capo allora a Bonifiche Ferraresi. Che significato ha questa operazione?
Quello che posso dire è che si tratta di un’operazione funzionale ad un più ampio piano di valorizzazione della controllata Bonifiche Ferraresi mediante l’ingresso nel capitale sociale della medesima di uno o più soggetti (a condizione che BF mantenga il controllo) interessati a condividere lo sviluppo del Gruppo BF nel settore agritech & food e, più in generale, a consolidare e rafforzare il network del Gruppo BF nella filiera agroalimentare italiana, iniziative nelle quali BF intende investire i proventi derivanti da tale valorizzazione.

In conclusione, qual è il ruolo, la mission specifica di Bonifiche Ferraresi nell’ambito del Gruppo BF?
BF spa ha dimostrato un concetto che vado ripetendo ormai da alcuni anni e cioè che il presidio ferreo della terra è fondamentale. Questo per ragioni legate a vari aspetti, già affrontati in questa interviata come quelli geopolitici, di approvvigionamento alimentare nazionale, di tutela e sostenibilità ambientale, di produzioni alimentari di qualità certificate e controllate, ecc. Dico spesso che il gruppo BF Spa, quotato in borsa è a trazione agricola. Ecco spiegato il motivo. Non per nulla l’agricoltura è il settore primario per eccellenza. Vorrei chiudere proponendovi una riflessione che annualmente sviluppiamo e analizziamo attraverso il nostro Bilancio di Sostenibilità: Bonifiche Ferraresi è prima di tutto un baluardo a tutela dei territori nei quali opera, infatti l’attività agricola è un’attività imprenditoriale certamente privata ma che ha al centro la gestione di beni di comunità come la terra e l’acqua. Possiamo ritenere di avere compiuto il nostro dovere di imprenditori solo quando il ritorno economico e la soddisfazione degli azionisti, corrispondono al mantenimento e alla qualità del vivere dell’intera comunità di riferimento.
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