Luca Tavano: "Cresce l'interesse degli investitori per le Piccole e Medie Imprese"

- di: Redazione
 
L’Aim Italia Conference 2021 è stato un nuovo importante successo e ha inviato preziosi segnali per il presente e il futuro che vanno colti L’eccellente andamento dell’edizione 2021 di Aim Italia Conference, la resilienza dimostrata dalle imprese quotate, la fiducia che gli investitori nazionali ed esteri hanno nella crescita delle Pmi, i cambiamenti in atto e le nuove sfide, il ruolo cruciale di Borsa Italiana. Ne parliamo con i Dott. Luca Tavano, Responsabile dello Sviluppo prodotti per i mercati dedicati alle Pmi di Borsa Italiana.

Aim Italia Conference 2021 di Borsa Italiana, un momento importante in cui le imprese che sono quotate in questo segmento di Borsa Italiana, peraltro cresciuto moltissimo negli ultimi anni, incontrano gli investitori. Dottor Tavano, siamo alla quarta edizione dell’Aim Conference che cade in un momento particolarmente significativo che si posiziona, dopo un anno difficile per gli effetti della pandemia, in un periodo in cui si comincia a respirare un’aria di ripresa e speranza: qual è il bilancio di questa edizione?
Il bilancio è sicuramente molto positivo, soprattutto dal punto di vista della partecipazione: a questa edizione dell’Aim Italia Conference hanno partecipato 67 società che hanno svolto oltre 1.100 meeting con 140 investitori in rappresentanza di 90 case di investimento e 54 analisti. I numeri testimoniano come, da un lato, le società abbiano capito quanto sia fondamentale questo momento di transizione che ci porterà, speriamo, ad uscire definitivamente dalla pandemia e quanto sia importante, di conseguenza, mantenere una relazione con gli investitori. Dall’altro lato, noi abbiamo riscontrato un forte interesse degli investitori nei confronti delle piccole e medie imprese. Gli investitori, infatti, hanno incontrato virtualmente le società per capire come ciascuna di esse abbia reagito a questo momento e quali siano gli scenari futuri.

Come hanno reagito, in media, le società dell’Aim alle difficoltà provocate dalla pandemia?
È stato un anno difficile per molti settori che hanno subito significative trasformazioni, ma in generale le società hanno dimostrato una grande resilienza. Superato questo momento, al di là del segmento di mercato di riferimento tutte le aziende usciranno con degli aspetti diversi e si aprirà una nuova era. Questa pandemia ha provocato molti cambiamenti dentro le società, siamo in una fase di transizione e noi siamo molto felici di aver organizzato questa Conference ed aver facilitato, in tal modo, il contatto tra investitori ed aziende.
Siamo riusciti ad organizzare le ultime due edizioni della Conference in formato totalmente digitale e la digitalizzazione rimarrà anche in futuro. Il nostro augurio è trovare una formula che nei prossimi anni possa unire la parte digitale alla parte fisica perché, soprattutto quando avviene l’incontro tra nuovi investitori e società, è molto importante il contatto umano. Questo è il nostro obiettivo e ciò che ci auguriamo per il futuro.

I meeting richiesti ed effettuati sono stati oltre 1.100. È un record?
Sì, è un record raggiunto anche e soprattutto grazie al fatto che abbiamo riscontrato un forte entusiasmo da parte delle aziende nel partecipare a questa Conference, a testimonianza del loro impegno sia nel continuare svolgere bene le loro attività, sia nella condivisione con gli investitori dei risultati della propria avventura imprenditoriale. In questi incontri, infatti, si possono rafforzare le relazioni ed incontrare allo stesso tempo nuovi investitori che potrebbero valutare un’opportunità d’investimento.

Il segmento Aim Italia in questi ultimi anni ha registrato una crescita straordinaria. Si è consolidato come il mercato di riferimento per le Pmi italiane, anche per quelle realtà che sono al primo accesso al mercato dei capitali. Cosa prevede nei prossimi anni?
L’auspicio è crescere ancora di più per fornire maggiori possibilità ad un numero sempre più alto di società di finanziare i piani di sviluppo tramite la raccolta di capitale e la quotazione in Borsa. I numeri sono importanti, basti pensare che dal 2018 si sono quotate quasi un centinaio di società in questo segmento di mercato. L’anno scorso, in un contesto drammatico dovuto alla pandemia, abbiamo registrato la quotazione di più di 20 nuove società Quest’anno siamo già a 10 e le prospettive, soprattutto se i mercati continueranno ad essere stabili, sono molto interessanti: i numeri potranno essere uguali se non migliori rispetto a quelli che abbiamo registrato negli ultimi anni. L’aspetto più importante a cui stiamo lavorando riguarda la patrimonializzazione delle aziende. Le società hanno bisogno di patrimonializzarsi per cogliere nuove opportunità e, allo stesso tempo, proteggersi da eventuali rischi, come quelli che abbiamo visto recentemente. Fra le diverse azioni per patrimonializzare noi crediamo che la Borsa sia una strada molto valida da seguire. Abbiamo prodotti che si adattano bene anche a società di piccole dimensioni, ed è compito nostro poi cercare di far conoscere queste opportunità ad ogni singola realtà.

Nel segmento Aim di Borsa Italiana circa il 42% delle società sono Pmi innovative. Quanti settori sono rappresentati dalle società quotate?
I settori rappresentati in questo segmento sono una decina: l’aspetto che caratterizza trasversalmente tutti i settori è la presenza di società innovative. L’innovazione è il punto di forza delle Pmi, soprattutto in questo momento, ed il dato del 42% di presenza di società innovative testimonia questo aspetto. Si tratta principalmente di società di piccole dimensioni che, scegliendo di quotarsi, catturano l’attenzione da parte degli investitori anche per i loro piani di sviluppo particolarmente interessanti. Chi desidera entrare in questo segmento di mercato, infatti, ha una grande voglia di crescere e l’innovazione rappresenta il pilastro fondante di questa visione. Le linee strategiche per uscire da questa crisi sono già ben delineate: la prima è continuare ad innovare e ad investire in ricerca e sviluppo, la seconda è la digitalizzazione che ormai (e questa Conference lo testimonia) è entrata nel cuore delle aziende, anche dal punto di vista della vendita dei prodotti e dei servizi. Il terzo aspetto è l’internazionalizzazione: si tratta, per la maggior parte, di aziende piccole che hanno bisogno di una spinta e la crescita attraverso l’internazionalizzazione può avvenire tramite linee interne o tramite acquisizioni. La Borsa serve proprio a portare la finanza per permettere di proseguire su determinate linee strategiche.

Il tema dell’equity è centrale ed entra nel dibattito pubblico. Quali provvedimenti sono stati adottati da parte delle Istituzioni per dare una spinta maggiore in questa direzione?
Una delle leve maggiori è quella degli incentivi fiscali. Il credito di imposta nei confronti dei costi di quotazione è uno degli incentivi a cui noi teniamo di più. A volte le società, soprattutto se molto piccole, sono costrette a sopportare dei costi di quotazione per loro significativi e, per far fronte a queste spese, possono aiutare gli incentivi fiscali come il credito di imposta che va a coprire fino al 50% dei costi di quotazione per un massimale di 500mila euro. Questo invcentivo è stato rinnovato lo scorso anno e il nostro auspicio è che possa continuare ed essere rinnovata anche in futuro. Lavoriamo costantemente per far crescere le aziende e supportarle nel processo di patrimonializzazione che non deve essere visto come qualcosa di antagonista o alternativo rispetto all’indebitamento: la patrimonializzazione, infatti, deve affiancarsi all’indebitamento sano. Più si ricorre alla patrimonializzazione e maggiori sono le possibilità di ottenere finanziamenti. Riteniamo che ormai, anche per le nostre Pmi, la strada per sopravvivere sia quella della crescita e dell’innovazione: per crescere è necessario effettuare dovuti investimenti e questi stessi investimenti devono essere finanziati. Questo processo non deve avvenire solo tramite l’indebitamento, altrimenti la coperta sarà corta. Noi stiamo spingendo fortemente in questa direzione per aiutare le aziende a connettere i propri business plan e le proprie idee con i capitali che sono a disposizione.

Tra gli oltre 140 investitori che sono stati presenti all’Aim Conference, il 56% è italiano e il 44% estero. Quali Paesi sono maggiormente rappresentati tra gli investitori nell’investimento su questo segmento di Borsa Italiana?
I Paesi maggiormente rappresentati sono quelli a noi più vicini, come la Svizzera con il 10%, la Francia con il 7% e la Germania con il 6%. Per tradizione registriamo una buona presenza sul mercato di Paesi del Nord Europa, che rappresentano la seconda categoria di Paesi per area geografica con circa l’8%. Poi ci sono gli inglesi e gli spagnoli. Gli Stati europei sono interessati a cercare opportunità di investimento in Italia perché credono nel nostro Paese e hanno fiducia nel nostro mercato.
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