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Cessate il fuoco a Gaza, nuova missione diplomatica israeliana al Cairo

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Cessate il fuoco a Gaza, nuova missione diplomatica israeliana al Cairo

Una delegazione israeliana è arrivata al Cairo per riaprire i colloqui con le controparti di Hamas in un nuovo tentativo di raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e favorire il rilascio degli ostaggi ancora detenuti dal gruppo armato palestinese. Lo riferisce il quotidiano qatariota Al-Araby Al-Jadeed, secondo cui il negoziato si svolge in un clima di estrema cautela, con l’Egitto e il Qatar impegnati in un delicato equilibrio di pressione diplomatica e garanzia umanitaria. Il vertice si tiene in parallelo a una nuova escalation militare che, durante la notte, ha provocato almeno sette vittime civili nella Striscia.

Cessate il fuoco a Gaza, nuova missione diplomatica israeliana al Cairo

Secondo fonti vicine al negoziato, Israele avrebbe ribadito due punti irrinunciabili: la consegna immediata di almeno una parte degli ostaggi e la fine degli attacchi da parte delle milizie palestinesi. Hamas, dal canto suo, continua a chiedere il ritiro completo delle truppe israeliane dal nord della Striscia, oltre a un allentamento dell’assedio che strangola da mesi la popolazione civile. I mediatori stanno cercando una formula che consenta uno scambio graduale, con rilascio scaglionato dei prigionieri palestinesi e garanzie di sicurezza reciproche, ma le posizioni restano ancora distanti.

La pressione internazionale e le crepe interne
La missione al Cairo si svolge in un contesto di crescente pressione internazionale. Le Nazioni Unite, l’Unione Europea e numerosi governi arabi hanno chiesto a più riprese un immediato cessate il fuoco, mentre all’interno dello stesso governo israeliano iniziano ad emergere divisioni. Alcuni ministri della destra radicale spingono per una linea militare dura, mentre i servizi segreti e l’ala moderata dell’esecutivo temono che l’impasse diplomatica possa compromettere i già fragili equilibri della regione. Il premier Netanyahu si muove in equilibrio tra la necessità di tenere insieme la coalizione e le pressioni da Washington.

I costi umani del conflitto e la crisi umanitaria
Nel frattempo, la situazione a Gaza continua a peggiorare. Le ultime incursioni aeree israeliane hanno colpito quartieri densamente popolati, provocando morti e feriti tra civili, inclusi donne e bambini. Gli ospedali operano in condizioni disperate, senza forniture mediche e con accesso limitato all’energia elettrica. Le organizzazioni umanitarie parlano di una crisi sanitaria senza precedenti, con epidemie in crescita e scarsità d’acqua potabile. Il nuovo round di colloqui arriva quindi in un momento in cui la finestra per una de-escalation si sta chiudendo rapidamente.

Il ruolo dell’Egitto e i possibili sviluppi

L’Egitto gioca ancora una volta un ruolo cruciale come mediatore regionale. Forte della sua posizione geografica e dei canali di comunicazione attivi con entrambe le parti, il Cairo cerca di evitare che il conflitto degeneri in una guerra regionale. Le prossime ore saranno decisive per capire se la diplomazia riuscirà a ottenere almeno una tregua temporanea, utile per evacuazioni mediche e rifornimenti essenziali. Ma senza un’intesa più ampia, ogni pausa potrebbe rivelarsi effimera. L’orizzonte resta incerto, e la pace ancora lontana.

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